Home Interviste Ensight: “La scena metal italiana non sta messa peggio di tante altre”

Ensight: “La scena metal italiana non sta messa peggio di tante altre”

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L’idea di base è stata quella di trasportare in musica un concetto atipico, quasi mitologico: un personaggio senza sesso, un ibrido, alle prese con le stesse emozioni che possono provare, in base alle loro specificità, un uomo o una donna.
Esperimento riuscito per gli Ensight che hanno dimostrato di avere creatività sia nel songwriting che nella resa musicale.
Nel loro “Hybrid” (qui la recensione) è possibile notare i passi avanti fatti dal Prog targato Italia.

L’intervista:

Ciao ragazzi benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. È nostra consuetudine iniziare l’intervista con la presentazione della band: chi sono gli Ensight? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
Raffaele: Ciao e grazie per lo spazio che ci avete concesso! Gli Ensight sono un gruppo progressive metal che nasce a Pisa nel 2007 dalle ceneri di un precedente progetto condiviso con Dimitri e Gabriele. Di li a poco si è unito a noi Alessio e solo nel 2009 siamo riusciti a completare la line up con Antonio alla voce.

Dimitri: Nel 2010 abbiamo registrato un promo di 5 tracce che sono poi state inserite nel nostro album di debutto. Sapendo che Hybrid sarebbe stato un concept album, è stato sufficiente correggere alcune cose di questi primi brani che non ci convincevano del tutto e continuare a sviluppare la storia partendo da questi.
Ultimo, ma non per importanza, quest’anno abbiamo firmato per la Revalve Records che ringraziamo per aver creduto nel nostro progetto!

“Hybrid” è uscito da poco e noi ne abbiamo parlato nella nostra recensione, vorrei però che foste voi a presentarcelo. Iniziamo dal concept, c’è una storia ben precisa dietro i testi, vero?
Dimitri: Si, Hybrid è uscito il 13 novembre in Italia, mentre sarà possibile acquistarlo nel resto del globo a partire dal 4 dicembre!
Il disco è stato registrato tra dicembre 2012 e gennaio 2013 negli Eden Studios di Pisa da Alessio Lucatti (Vision Divine/Etherna) e Olaf Thorsen (Vision Divine/Labyrinth). Il mixaggio e la masterizzazione sono invece stati affidati ai Domination Studios di Simone Mularoni (DGM/Empyrios).
Per quanto riguarda l’artwork, ci siamo rivolti a Davide Nadalin/Nerve Design (Eldritch, Vision Divine, Threshold, Sadist, Extrema, Necrodeath, Bulldozer ecc).

Raffaele: Riguardo al concept, la storyline narra della comparsa di un individuo senza sesso. La cosa può sembrare un po’ strana inizialmente, ma ci piaceva l’idea di un personaggio unico e allo stesso tempo impossibile. Volevamo qualcosa che somigliasse a una sorta di divinità e che contemporaneamente suggerisse qualcosa di alieno, senza appartenere di fatto a niente di tutto questo. In una situazione del genere è stato facile immaginare a cosa sarebbe andato incontro, ad esempio a come avrebbero reagito il mondo religioso e quello scientifico, per non parlare degli esponenti politici, delle lobby, e degli interessi militari che si sarebbero presentati. Tutto questo per noi è stata una scusa per parlare di altri aspetti. Attraverso i testi, abbiamo infatti voluto dare più spazio alla sfera emotiva del personaggio, dando un taglio più introspettivo e concettuale alla storia, raccontando quindi della solitudine, della paura, dell’amore e dell’odio, rendendo più umano un soggetto che in apparenza non lo è.

“As The World Falls Down” è una traccia che raggiunge quasi i tredici minuti, come mai avete sentito l’esigenza di comporre un brano di tale lunghezza?
Dimitri: man mano che completavamo la stesura dei brani e ci avvicinavamo alla chiusura del disco sentivamo crescere l’esigenza di scrivere un capitolo finale che in qualche modo racchiudesse tutto quello che ci eravamo prefissi per il concept, sia tematicamente che musicalmente, e abbiamo capito subito che una suite sarebbe potuta servire allo scopo, così ci siamo rimboccati le maniche e dopo parecchie ore spese in sala prove è nata “As The World Falls Down”. Penso di poter affermare non solo a nome mio ma anche del resto della band che è stato il brano più duro da comporre e da registrare!

Non ho potuto fare a meno di notare la grande cura posta negli arrangiamenti, in che modo avete lavorato alla stesura dei brani? Si tratta di un lavoro di squadra?
Raffaele: Le idee principali nascono solitamente da Dimitri, Gabriele e me. Spesso portiamo in sala prove un pezzo praticamente finito. Ma non è una regola, infatti capita di portare un brano da completare o addirittura, anche se molto raramente, solo alcune idee embrionali. Solo successivamente il lavoro di arrangiamento viene definito in sala prove insieme al resto della band. In linea generale confermo che tendiamo a non lasciare niente al caso, siamo tutti abbastanza pignoli!

Dimitri: in particolar modo per questo disco volevamo che il concept fosse rafforzato da rimandi musicali fra un brano e l’altro, ci sono parti che si ripetono, che ritornano, modificate e riarrangiate. E’ stata una sfida interessante perché per noi era importante che ci fossero passaggi musicali che collegassero un brano ad un altro e che fossero perciò chiaramente riconoscibili, ma è altresì vero che lo spettro della ripetizione era sempre dietro l’angolo. Per questo motivo in fase di composizione le parti e gli arrangiamenti sono state rimaneggiati più volte, fino a trovare quello che secondo noi era il giusto equilibrio per collegare i vari brani sul piano musicale evitando di risultare ripetitivi.

Ho apprezzato tutte le composizioni, per questo è per me abbastanza difficile scegliere il brano migliore del lotto, voi quale ritenete sia quello più rappresentativo del vostro sound?
Raffaele: In effetti anche per noi diventa complicato, essendo affezionati in un modo o nell’altro a tutte le tracce per motivi diversi! Se dovessi scegliere, sicuramente metterei sul piatto “Hybrid” e “As the world falls down”!

Dimitri: Per quanto mi riguarda Hybrid è quella che ritengo la più rappresentativa in quanto sintetizza in maniera efficace quello che per noi è un punto centrale nelle nostre composizioni ovvero l’equilibrio fra parti complesse e “ragionate” tipiche della cultura progressive e parti più aggressive e d’impatto che fanno parte del nostro background tipicamente metal.

In che modo state supportando l’uscita discografica? Ci saranno delle iniziative nei prossimi mesi?
Dimitri: Colgo l’occasione per ringraziare la nostra etichetta, che sta facendo un ottimo lavoro in questo senso!
A breve uscirà il lyric video di Godfreak che pubblicizzeremo attraverso le nostre pagine ufficiali. Stiamo anche valutando se realizzare un videoclip per un altro singolo più avanti.
Sono in programma alcune date in Italia per supportare l’uscita del disco e ci piacerebbe fare qualche concerto all’estero ma per adesso non c’è niente di ufficiale, quindi approfitto per segnalare a chiunque fosse interessato di seguirci sulla nostra pagina facebook per essere aggiornati sui prossimi live!

Ci sono delle band che ritenete vi abbiano influenzato nel corso degli anni? Qual è stata la vostra formazione musicale?
Raffaele: Sicuramente portiamo nel cuore band come Fates Warning, Symphony X e i primi Dream Theater. Alla lista ne potrei aggiungere parecchi, dai grandissimi Queensryche ai moderni Andromeda. Credo che la nostra fortuna sia di provenire da percorsi abbastanza diversi e di aver sempre ascoltato nel corso degli anni cose molto differenti fra loro, anche molto distanti dal mondo metal.

Secondo il mio punto di vista in Italia, a prescindere dai generi musicali, credo che ci siano proposte molto valide, che meritano sicuramente un consenso più ampio. Voi cosa pensate della scena italiana?
Raffaele: Verissimo, nella mia esperienza con gli Eldritch spesso mi sono ritrovato a condividere il palco con ottime band che non riescono purtroppo a farsi strada nel mercato discografico. Questo è dovuto a molti fattori, primo su tutti il calo delle vendite di dischi a causa di internet, che porta le etichette a smettere di investire sul nuovo. La nostra scena non ha molto da invidiare a quella di altri paesi, la situazione in Italia da qualche anno a questa parte è sostanzialmente dura per tutte le band, bisogna tener duro e aver fiducia nelle proprie potenzialità!

Bene ragazzi, l’intervista è conclusa. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e vorrei che foste voi a concluderla lasciando un messaggio ai nostri lettori e ai vostri fans. A presto!
Raffaele: Grazie a te e tutto lo staff di Metal In Italy! È stato un onore e un piacere! Un saluto a tutti quelli che ci seguono e speriamo che diventino sempre più numerosi, ne abbiamo bisogno!!

Dimitri: Siamo noi che ringraziamo te e tutto lo staff di Metal In Italy, e un grazie di cuore a tutti i lettori che spenderanno un po’ del proprio tempo per ascoltare il nostro disco, per noi conta molto!