Home Interviste Eversin: “Ralph Santolla ha registrato per noi il suo ultimo assolo”

Eversin: “Ralph Santolla ha registrato per noi il suo ultimo assolo”

SHARE

I siciliani Eversin hanno recentemente pubblicato il nuovo album “Armageddon Genesi”, una release che sta riscuotendo numerosi consensi sia da parte del pubblico che della critica. Abbiamo colto l’occasione per approfondire l’argomento con Ignazio Nicastro (bassista) ed Angelo Ferrante (voce).

Ciao ragazzi bentornati sulle pagine di Metal In Italy. È da poco uscito il vostro ultimo album “Armageddon Genesi”, come è stato accolto da pubblico e critica?

Ignazio: è abbastanza presto per provare a tirare qualche somma ma al momento direi che è stato accolto in maniera ECCELSA. Tralasciando i voti molto alti, ho notato che gli addetti ai lavori ne parlano in maniera entusiastica e soprattutto che finalmente ci riconoscono un trademark ben definito e riconoscibile.

Angelo: ad oggi solo recensioni positive e tante richieste per festival e concerti, cosa che ci fa davvero ben sperare per il futuro.

Che significato ha il titolo che avete scelto? Qual è secondo voi la “Genesi dell’Armageddon”?

Ignazio: Scrivendo i nuovi testi ho cercato di far coesistere la storia e l’attualità con quanto scritto nella Bibbia, soffermandomi in particolare sugli scritti di San Giovanni. Ho provato a fare luce sull’Armageddon, la fine suprema, questo dio apparentemente morente che viene continuamente evocato dalla razza umana nei più svariati modi. Secondo la Bibbia la battaglia finale tra il bene ed il male avrà luogo presso l’altipiano israeliano di Har-Megiddo, cosa che va ad alimentare il più classico immaginario collettivo. Io ho invece ho voluto vedere nell’Armageddon un concetto puramente astratto, un’idea che, oggi, potrebbe essere realizzata dall’uomo attraverso la tecnologia da lui stesso creata, attraverso l’estremismo religioso o attraverso la smania di potere. Ho provato a far luce sull’idea di una sorta di eutanasia auto inflitta nel nome del progresso, dell’evoluzione o del credo religioso. In fin dei conti la genesi dell’Armageddon che ogni giorno viviamo coincide con la genesi di tutta la merda che l’uomo nel corso degli anni ha creato.

Ascoltando le tracce è ben evidente il trademark degli Eversin, ma c’è comunque qualche variazione rispetto al passato. Quali sono le differenze a livello compositivo?

Angelo: nel corso degli anni sono state molte le differenze apportate al nostro modo di comporre, ma tutto è avvenuto con estrema spontaneità. Sarebbe stato facile per noi fare un “Trinity parte 2”, l’album ha avuto davvero molto successo, come mai prima era accaduto e, quindi, non sarebbe stato affatto difficile riciclare qualche idea. Invece lo abbiamo preso come spunto per sviluppare “ARMAGEDDON GENESI” che, seppur presentando le caratteristiche che ci hanno reso un nome molto noto al mondo del Metal, è un disco molto diverso da “Trinity”. I nuovi brani sono molto più articolati rispetto a quelli contenuti in “Trinity”, ma allo stesso tempo sono assolutamente violenti, quindi riconosco con piacere che siamo riusciti a creare un qualcosa di elaborato ma non per questo meno dirompente. Oltre che a livello compositivo e stilistico la vera differenza sta nel sound unico che caratterizza “Armageddon Genesi”. Le tracce sono molto oscure, violente e dannatamente pesanti, quindi necessitavano di un sound sì grezzo e dirompente ma allo stesso tempo molto claustrofobico, cosa che mai prima d’ora eravamo riusciti a creare.

Nell’album sono presenti anche due ospiti, tra i quali il compianto Ralph Santolla. Come sono nate queste collaborazioni? Qual è stato il loro contributo alle tracce?

Ignazio: Abbiamo sempre adocchiato i guest in base al mood del disco, tenendo presente le caratteristiche dei singoli ospiti ed in che modo avrebbero potuto giovare ad un determinato brano.
Per quanto riguarda Ralph Santolla, che riposi in pace, tutti noi siamo da sempre suoi fan e del suo stile unico e, soprattutto io, essendo un fan sfegatato dei Deicide, conosco a memoria ogni singola nota suonata da lui sui dischi della band di Benton. Per “Soulgrinder” era necessario un assolo particolare, diverso dallo stile di Giangabriele, non tanto per la mera esecuzione ma proprio per l’aspetto creativo vero e proprio. Giangabriele ha uno stile molto istintivo per quanto riguarda gli assoli, uno stile quasi brutalmente improvvisato, cosa che su “Soulgrinder”, a causa della struttura quadrata del brano, strideva non poco. Serviva un qualcosa di molto tecnico ma allo stesso tempo scorrevole e abbastanza memorizzabile. Chi meglio di quel genio di Ralph? Lo feci contattare dal nostro tour manager e dopo qualche giorno ci inviò un unico assolo, quello che potete ascoltare sul brano. Ci disse che sentiva che era il solo giusto, cosa che nessuno di noi mise in discussione. In seguito ci sentimmo un altro paio di volte, giusto per parlare un po’ del disco, poi la brutta notizia… Posso confermarti che l’assolo che ha registrato per noi è il suo ultimo assolo.
Su “Armageddon Genesi”, title track del nuovo disco, il growl è opera di Lee Wollenschlaeger dei Malevolent Creation. Il suo growl così opprimente e violento è perfetto per il climax oscuro e negativo del brano, sembra sia stato scritto appositamente per la sua voce. Stiamo parlando di artisti di enorme spessore che danno davvero un qualcosa di tangibile al brano, senza contare che avere un nome altisonante sul disco male di sicuro non fa.

Come sta procedendo la promozione dell’album? Qual è la resa dei nuovi brani dal vivo?

Angelo: abbiamo suonato a Malta e siamo da poco tornati dall’ Estonia e, per la promozione del nuovo disco, sono già in programma altre date live che però al momento non posso anticipare. Per quanto riguarda la resa del materiale nuovo dal vivo, posso dirti che al momento non ne abbiamo idea dato che non abbiamo avuto ancora modo di provarlo a dovere in sala prove. Sono certo che tutti i brani comunque saranno perfetti da portare sul palco cosa questa che ci creerà non pochi problemi nel decidere quali pezzi suonare e quali lasciar fuori. Staremo a vedere.

In che modo una band riesce a coinvolgere il pubblico presente? Soprattutto in occasione di festival in cui ci sono grossi nomi internazionali e le band di apertura devono faticare il doppio per far presa…

Ignazio: gli EVERSIN sono da sempre una band molto muscolare. Cerchiamo di annichilire lo spettatore fin da subito aggredendo il palco con molta carica anche per cercare di trasmettere a chi ci guarda le stesse sensazioni che vengono narrate nei nostri dischi.
Cerchiamo di trasmettere le nostre emozioni, ciò che stiamo vivendo, cercando di rendere partecipe il pubblico e di farlo sentire parte integrante del momento, come fosse insieme a noi sul palco. In realtà abbiamo smesso i panni di “opener” già da un po’, ma onestamente non abbiamo mai risparmiato energie, anche quando siamo saliti sul palco alle tre del pomeriggio. Il fatto che le band di apertura debbano sudare il triplo è vero in parte caro Stefano, tutto dipende dalla nazione in cui ti esibisci. Noi in Turchia abbiamo suonato assieme ai Megadeth e siamo saliti sul palco alle quattro del pomeriggio, avendo il piacere di suonare davanti a 6000 persone e non abbiamo dovuto sudare sette camicie per coinvolgere il pubblico, dato che questo supportava in egual modo tutti i gruppi presenti al festival, sia le prime band che gli headliner. Ci sono luoghi dove la gente muove il culo dalle sedie solo per gli headliner snobbando le band di supporto e costringendo queste ultime a suonare di fronte 30-40 persone.

Gli Eversin hanno partecipato a numerosi eventi a livello internazionale, quali quelli che ricordate con particolare piacere?

Angelo: ricordo tutti i nostri concerti con molto piacere, del resto ogni volta è davvero come fosse la prima volta. Se dovessi scegliere direi che la prima volta al Rock Off di Istanbul e l’esperienza al Rock Avaria con Maiden e Slayer sono state di certo quelle che più mi hanno segnato emotivamente.

Ignazio: concordo pienamente con Angelo circa la prima volta al Rock Off e l’esperienza al Rock Avaria e aggiungo che anche suonare all’Agglutination per me è stato davvero emozionante, dato lo attendevo da anni.

Dagli esordi ad oggi in che modo è cambiato il vostro modo di comporre e le influenze musicali? Oltre ai “fondamentali” di Thrash e Death Metal, c’è qualche band di nuova generazione che ha destato il vostro interesse?

Ignazio: Musicalmente parlando siamo figli degli anni ’90 e perciò di tutto quel meraviglioso Metal che in quegli anni si è prepotentemente diffuso. Album come “Divine Intervention”, “Chaos a.D.”, “Burn my Eyes” o “The Gathering” sono per noi continue fonti di ispirazione. Nel corso degli anni abbiamo sviluppato il nostro modo di comporre avendo certe sonorità come linea guida, ma con il passare del tempo siamo riusciti comunque a creare un personalissimo stile cosa che è assolutamente riscontrabile se si ascoltano i nostri due ultimi lavori in studio. Il nostro modo di comporre è sempre stato molto particolare, il genere che proponiamo non è sempre di facile assimilazione, il nostro è un Thrash Metal molto articolato, particolare e moderno che poco ha a che vedere con il classico Thrash. Noi siamo ben coscienti che il percorso musicale che abbiamo scelto di intraprendere è un percorso molto rischioso, abbiamo sempre seguito il nostro istinto componendo sempre ciò che ritenevamo più opportuno, senza mai pensare a come sarebbe stato accolto un album, cosa che nel corso degli anni ci ha esposto a moltissime critiche, ma allo stesso tempo ha fortificato in noi il desiderio di essere sempre una band riconoscibile e con una forte personalità. Per quanto riguarda le band di nuova generazione posso affermare che mi fanno quasi tutte cagare. Per la maggior parte dei casi queste banducole sono la copia esatta delle grandi band Metal che tutto hanno detto negli anni 80-90 sia in campo Thrash che in campo Heavy classico. Band come Attic, Them, Municipal Waste, Gama Bomb e roba simile, che comunque sono delle buone band, per me non hanno assolutamente motivo di esistere dato che copiano pedissequamente quanto fatto in passato da altre band ben più capaci e grandi di loro che, tra parentesi, esistono ancora. Non fanno altro che riciclare tutto dai riff alle linee melodiche fino ad arrivare addirittura ai loghi ed alle copertine.

Prima di lasciarci un’ultima domanda: come state programmando il resto della stagione estiva e quella autunnale? Ci sono degli appuntamenti da segnare in agenda?

Angelo: come detto poc’anzi chi di dovere sta lavorando per noi affinché possiamo al più presto portare sui palchi europei i brani del nuovo disco. Purtroppo non posso anticipare nulla, ma stai certo che a breve qualcosa si saprà.

Grazie mille per la vostra disponibilità, lascio a voi le ultime parole. A presto!

Ignazio: grazie a te Stefano per il preziosissimo supporto ed un saluto a tutti i lettori di Metal in Italy.
Angelo: Grazie mille a te fratello, a presto ed un abbraccio dalla Sicilia.