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Frontiers Rock Festival: al via la quinta edizione

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Poco più di dieci persone. Questo il numero della forza lavoro che tiene in piedi il Festival più internazionale ed importante che si tiene in Italia.
Il Frontiers Rock Festival è cresciuto negli anni, partendo, come accade quasi sempre, da esperienze non proprio positive. Ed invece, c’è stata l’intelligenza e la pazienza (ed il coraggio) di rivedere i piani, di ammettere errori e di approntare un Fest che fosse riconosciuto anche fuori dai confini italiani. Esattamente come accade con l’omonima label.

Si parte ufficialmente domani, 28 aprile. Ufficialmente, perché il set acustico del venerdì, da tre anni a questa parte, è una sorta di latente “via”.

Queste le band che si alterneranno nella due giorni di musica sul palco del Live Club di Trezzo sull’Adda:

28/4 – Hell In The Club, Bigfoot, Ammunition, Praying Mantis, M. Thompson Band, Quiet Riot, Stryper
29/4 – Perfect Plan, Animal Drive, Issa, Pretty Boy Floyd, FM, Coreleoni, Jorn

Ma com’è nato il Frontiers Rock Festival?
Lo abbiamo chiesto al General Manager, Primo Bonali.

“Il Festival è nato 5 anni fa, quasi per scommessa. E’ stato un tentativo per vedere se, come label, eravamo capaci anche ad organizzare un festival. In realtà era un’idea che girava da un po’.
Così, per il primissimo esperimento, ci siamo affidati ad alcune label tedesche, mettendo su lo United Forces Of Rock. Io non ero ancora presente all’epoca, ma so che è stata un’esperienza dolce/amara, ma Frontiers non ha avuto un ruolo diretto nell’organizzazione. A dirla tutta, non è stato un successone.
Così, ripensandoci col tempo, abbiamo deciso di farne uno noi, da zero. Ed è nata così questa scommessa che col tempo ha dato i suoi frutti.
La prima edizione (2014) è stata fin sopra le righe, con un budget altissimo, band pazzesche e tre giorni di musica. Purtroppo ci siamo resi conto che solo il primo giorno è andato bene. Motivo per cui, ci siamo poi ridimensionati.
Abbiamo visto cosa si poteva migliorare ed abbiamo agito di conseguenza. Abbiamo tolto un giorno di Fest e dal terzo anno ho inserito l’idea del party acustico”.

Bonali confessa che c’è un aneddoto particolare che riguarda proprio il party acustico dello scorso anno…

“Quando ho contattato Tyketto, ho proposto questa cosa a Danny Voughn, spiegandogli che era un qualcosa di riservato, ma di sicuro divertente.
Danny mi ha ringraziato, ma ha dovuto dirmi di no perché il giorno dopo avrebbe dovuto registrare un dvd live e non voleva compromettere la voce. Ha detto che ci sarebbe stato ugualmente.
Ed infatti era di fianco a me quando le prime band hanno iniziato ad esibirsi sul palco che avevo fatto allestire al Devero Hotel e lo vedevo entusiasta. Talmente entusiasta che mi ha detto: “Se mi dai due chitarre ed una tastiera, tra un quarto d’ora io salgo!”.
Ha parlato con il chitarrista, si sono messi d’accordo sui pezzi da fare e dopo i Revolution Saints ha fatto il suo mini set acustico.
Sono tutti impazziti!
E’ rimasto talmente contento che il giorno dopo ne ha fatto un report sulla sua pagina Facebook!”.