Home Interviste Headless: “I grandi sono tali perchè hanno inventato qualcosa. Non vi lamentate”

Headless: “I grandi sono tali perchè hanno inventato qualcosa. Non vi lamentate”

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La Regione Abruzzo dovrebbe dar loro un premio per la promozione turistica del territorio. Gli Headless, heavy metallers con base in Avezzano, con la loro musica ed il loro spirito sono riusciti (quasi) a convincere Göran Edman (ex Malmsteen e John Norum) a prendere casa proprio in Abruzzo.
La band, out con il nuovo album ”Melt The Ice Away”, ha arricchito la propria line up proprio con l’ex Malmesteen ed è sempre alla continua ricerca della perfezione. Tra l’altro i metallers abruzzesi hanno le idee molto chiare su come va il mondo. Inutile lamentarsi, dicono, se le cose nella musica non vanno bene perchè la colpa non è nè del mercato, nè del sistema, nè di nessun altro: ogni sconfitta è imputabile solamente alla reale resa ed innovazione della band.
L’intervista.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo subito con le presentazioni: chi sono gli Headless e quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
(Enrico) Gli Headless sono una band heavy metal fondata su un’amicizia trentennale. Abbiamo sempre suonato per il semplice gusto di farlo e questo nostro spirito rimane immutato anche oggi, nonostante sia diventata la nostra professione. Tra le tappe più significative della nostra carriera annovero senza alcun dubbio la registrazione del primo EP “Future to Past” nel lontano 1996 (una sorta di primo piccolo traguardo), la recente rinascita della band con Göran Edman nella line up e, sicuramente, il tour europeo insieme ai Fates Warning che ci ha fatto assaporare per la prima volta la vita da “band on the run”.

Alla fine di maggio avete pubblicato il nuovo album ”Melt The Ice Away”, che vede alla voce Göran Edman (ex Malmsteen e John Norum), oltre a Jim Matheos, chitarrista dei Fates Warning, come ospite. Come sono nate queste collaborazioni?
(Walter) Quella con Göran non è più classificabile come collaborazione. E’ dal 2013 che fa parte della band in pianta stabile. E’ davvero uno di noi. Pensa che sta valutando seriamente di trasferirsi dalla Svezia in Abruzzo, dove risiede il resto della band. Il nostro è un rapporto profondo – nato con una sorta di confessione d’amore per la sua voce avvenuta via email nel 2011 – e maturato sino a rendere Göran una delle poche persone che davvero contano nella mia vita. In occasione del recente matrimonio di Enrico abbiamo passato molti giorni insieme senza parlare di lavoro e ci siamo divertiti da morire … (risate).
Con Jim Matheos invece l’amicizia è nata nel corso del tour con i Fates Warning del 2014. Jim è solitamente molto schivo ed introverso ma con noi si è stranamente trovato a suo agio. Finito il tour abbiamo continuato a scambiarci email. Io e Jim abbiamo pubblicato nel 2015 un libro di trascrizioni per chitarra del capolavoro dei FW “A Pleasant Shade of Gray”. Il rapporto con Jim si è fatto talmente intimo che durante il missaggio di Melt The Ice Away non ho esitato a contattarlo per chiedere un suo parere. E’ stato lui stesso a propormi di aggiungere la sua magica chitarra al brano Frame. E accidenti quanto mi piace adesso quella canzone!

Tra l’altro vi siete affidati a Randy Staub e Chuck Ainlay, come ingegneri del suono, mentre Peter Doell si è occupato della masterizzazione. Perché la scelta è ricaduta su di loro e qual è stato il loro apporto al sound finale dell’album?
(Walter) Sono convinto che nelle produzioni recenti un elemento caratterizzante sia il sound della batteria. Uno strumento difficilismo da gestire nel missaggio. Il mitico Randy Staub – che tutti ricordiamo per il sound di batteria del black album dei Metallica – aiutato da Chuck Ainlay ha realizzato una sorta di premix della batteria. Credo che il drum set suoni davvero bombastico nell’album e questo è importantissimo dal mio punto di vista.
Peter Doell invece aveva già masterizzato il nostro precedente album Growing Apart. Lo avevamo scelto all’epoca perché innamorati del sound dell’album Skyscraper di David Lee Roth. Tra l’altro Melt The Ice Away è il suo ultimo lavoro per Universal, ora lavora solo per artisti selezionatissimi.

Dal punto di vista stilistico quali sono le cose in comune e quelle invece diverse rispetto al precedente “Growing Apart”?
(Dario) I due album si muovono nella stessa direzione musicale. Gli Headless propongono un mix di heavy metal classico ed hard rock melodico con sfumature di progressive rock. Nel nuovo album, Melt The Ice Away, abbiamo deliberatamente ricercato una maggiore aggressività; abbiamo poi snellito gli arrangiamenti, soprattutto quelli delle chitarre e semplificato le strutture dei brani per renderli accattivanti già al primo ascolto.

Tra le vostre influenze citate i Queensrÿche, con i quali avete anche condiviso il palco, ma secondo il vostro punto di vista, quali le caratteristiche che differenziano gli Headless dalle altre band? Il vostro trademark…
(Dario) Che dire? Spesso la critica ha elogiato la nostra band ritenendola, entro i confini del genere proposto, artefice di un linguaggio personale. Certo, non abbiamo forgiato un genere musicale ex novo, né composto pietre miliari dell’heavy metal, tuttavia molti hanno trovato una certa freschezza nel nostro songwriting. Le nostre canzoni probabilmente non sono innovative dal punto di vista stilistico tuttavia non somigliano a brani composti nel passato. Sono convinto che questi scampoli di originalità siano la diretta conseguenza dei nostri ascolti musicali, non confinati in ambito heavy metal.

Attualmente emergere tra le migliaia di band esistenti è molto difficile, ma cosa deve avere una band per fare il salto di qualità, per raggiungere il tanto agognato successo? Sempre che sia possibile eguagliare i risultati di band storiche appartenenti a qualche decennio fa…
(Walter) Ci vuole una grande idea! Mi sorprendo di come tante band oggi comparino il loro status a quello di giganti come – ad esempio – i Metallica o i Judas Priest, salvo lamentare poi una mutata condizione del mercato o un lavoro insufficiente da parte della propria etichetta. Sembra quasi che questi giganti siano tali solo perché si son trovati al posto giusto nel momento giusto. Niente di più falso! Non dobbiamo mai dimenticare che tutte le band che oggi nel metal hanno ancora un significativo successo si sono rese protagoniste di una vera e propria rivoluzione. Hanno inventato un genere musicale. E nella musica è difficile bluffare. Solitamente il successo è proporzionale all’importanza reale della band. Rare sono le eccezioni, pochi gli sfigati (risate).

Rimanendo in tema, ritenete che le piattaforme per lo streaming legale siano una risorsa o una penalizzazione per le band underground? Possono aver influito, insieme al download illegale, sul calo delle vendite di Cd?
(Enrico) Non credo che lo streaming sia poi così male. Ormai abbiamo capito che grossi guadagni dalla vendita dei CD sono impensabili, se non per i giganti della musica mondiale. Anzi ritengo sia un buon metodo per portare sempre più appassionati di musica a conoscere valide realtà emergenti che qualche anno fa sarebbero state condannate a rimanere nell’ombra. Inoltre spero che la facilità con cui oggi è possibile risparmiare sull’acquisto della musica grazie allo streaming legale faccia crescere nei musicofili la predisposizione a spendere qualcosina in più per i concerti.

A distanza di qualche mese dall’uscita ufficiale dell’album avrete avuto modo di fare il punto della situazione: quale il responso di pubblico e critica? C’è qualcosa in particolare che viene sottolineato sia dagli addetti ai lavori che dai fan?

(Domenico) Le royalties arrivano nelle nostre tasche con cadenza trimestrale. Dunque ancora non conosciamo i dati di vendita del primo trimestre. Tuttavia su YouTube le visualizzazioni del singolo Good Luck Resized crescono di giorno in giorno (al momento siamo oltre le 35.000) e ogni volta che pubblichiamo su Facebook le recensioni di MTIA che la stampa europea e mondiale ci recapita ci rendiamo conto dai molti like e dai commenti dei fan che l’album sta funzionando bene e che viene sempre più apprezzato. Penso che sia un’ottima partenza! Inoltre la critica specializzata evidenzia in particolar modo la sapiente fattura e l’energia che scaturisce dai brani e il feeling che ormai è ben evidente tra noi quattro abruzzesi e Göran.

Progetti futuri: come state supportando l’uscita dell’album? Ci sono delle iniziative in programma?
(Domenico) Abbiamo collezionato una quantità di recensioni impressionanti provenienti da magazine storici di tutto il mondo. Da adesso sino ad ottobre passiamo alla seconda fase: interviste. A ottobre partirà il Melting Europe Tour che ci vedrà protagonisti sui palchi di tutta l’Europa assieme a tre nomi storici: gli ANGRA, i BONFIRE e i TYGERS OF PAN TANG.

Bene ragazzi, l’intervista è conclusa. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e lascio a voi il compito di concludere con un messaggio ai nostri lettori. A presto!
(Domenico) Cari amici, supportate la buona musica, soprattutto se proviene dalla nostra terra! Ascoltate MTIA e fateci sentire il vostro calore scrivendoci e venendoci a vedere in concerto, vi aspettiamo! Keep the faith alive!!!