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laCasta: “Encyclia” – Recensione

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lacasta encyclia

Black Metal ed Harcdcore, una formula decisamente inusuale ma che rende molto bene l’idea quando si tratta di descrivere il sound dei laCasta. La band di Monopoli si presenta con “Encyclia”, un Ep sporco e grezzo che in cinque brani vomita litri di rabbia e odio altamente corrosivi.

Iniziamo subito col mettere in chiaro alcuni punti fermi: i laCasta se ne fregano delle mode e ascoltando i suoni che ci propongono appare chiaro che non sono assolutamente interessati a produzioni pompate ed asettiche, rivolgendo il loro interesse verso sonorità più “reali” e scarne. In fondo è in questo che si identifica l’anima Black Metal più intransigente, che si traduce anche in brani veloci conditi da blast beats ferocissimi che si alternano a passaggi più cadenzati.

Le chitarre prediligono accordi dissonanti e successioni quasi cromatiche che in alcuni casi si ripetono come dei mantra, su questi spicca una voce abrasiva che spazia da cavernicoli growlings a parti quasi scream. I laCasata sono folli, scoordinati e caciaroni, ma nella loro follia vige comunque una certa logica che genera composizioni che hanno un filo conduttore ad unirle. I brani hanno durate ristrette, questo favorisce la digestione, a piccole dosi, di materiale altrimenti difficile da ingurgitare.

Nel loro corredo cromosomico ci sono tante componenti: Hardcore, Black Metal, Grind, Crust, tantissime influenze che danno vita ad un sound marcio ed ossessivo.

Un buon inizio sicuramente, che testimonia quanto questa band se ne fotta altamente di ciò che ruota intorno al music business, non cercano di piacere ad ogni costo, ma fanno ciò che a loro riesce meglio, ovvero demolire tutto ciò che incontrano sul loro cammino.