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Lucynine: L’album di debutto “Amor Venenat” è uscito oggi su Inverse Records

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La one-man band torinese Lucynine ha pubblicato oggi l’album di debutto “Amor Venenat” su Inverse Records.

Per celebrare l’evento Lucynine svela il visualizer ufficiale del terzo singolo “White Roses”.

“‘White Roses’ è una cantilena blues abbastanza primordiale nel suo concepimento. Racconta delle contraddizioni, delle lotte interiori e della costante coesistenza di gioia e sofferenza nell’ambito di una relazione d’amore tanto intensa quanto difficile. Le immagini che ho girato per il visualizer contengono lo stesso contrasto: campagna aperta, natura, un’atmosfera un po’ in stile Louisiana degli anni che furono, ma rappresentata in una cornice di costante inquietudine e tensione. Uno dei testi e dei brani a cui tengo di più di tutto il disco”, spiega Sergio Bertani.

“Amor Venenat” è disponibile in digipack e digitale

Altro su “Amor Venenat”:

‘Nine Eleven’: https://youtu.be/wfrVLjBgs4g

‘Heartectomy’: https://youtu.be/VUzkoYMr9_0

LUCYNINE, nato nel 2013 come studio project del polistrumentista, cantante e produttore Sergio Bertani, torna oggi, dopo sette anni di silenzio, con l’oscuro “Amor Venenat”. Il concept album di tredici tracce per 67 minuti di durata sviscera i lati più oscuri e negativi della sfera sentimentale. Un viaggio tra amore, lussuria, sofferenza, rabbia e morte; una fiaba per cui non c’è lieto fine. Le sonorità, molto più complesse e mature rispetto all’ EP di esordio “Chronicles From Leri”, spaziano dal black metal al crust, passando per il punk, il post-hardcore e la dark wave anni Ottanta, non disdegnando rallentamenti doom e sludge e lasciando più volte spiazzato l’ascoltatore. La musica è affiancata dai preziosi interventi di quattro celebri attori e doppiatori: Grazia Migneco, Gianna Coletti, Claudia Lawrence (terza classificata nell’ultima edizione di Italia’s Got Talent) e Dario Penne (voce italiana di Anthony Hopkins, Michael Caine e molti altri).

“È un disco composto di molti strati, ricco di dettagli e sfumature ed è frutto di un percorso personale e artistico piuttosto importante che mi ha impegnato per anni. Credo di aver messo tantissimo di me dentro questi brani, mi sono messo a nudo ed è questa la mia soddisfazione maggiore: il risultato è vero, sincero, reale, crudo”, racconta Sergio Bertani.