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Metal In Italy incontra Diego Tasciotti: i segreti della batteria, inseguendo i Nile

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Handful Of Hate

Quest’oggi fari puntati sul mondo della batteria con la collaborazione di uno dei suoi massimi esponenti nel panorama metal italiano.
Metal In Italy incontra Diego Tasciotti, batterista degli Handful Of Hate. Il suo approccio con lo strumento arriva abbastanza tardi, così come non subito sono arrivate le prime soddisfazioni.
Tenacia, perseveranza ed ovviamente talento sono state le parole chiave che hanno permesso a Diego di sfondare.

Foto copertina di Peppe Pascale

Ciao Diego, benvenuto su Metal In Italy! Iniziamo subito l’intervista con una domanda scontata ma necessaria: quando hai iniziato a suonare la batteria? Ricordi il momento in cui hai preso in mano le bacchette per la prima volta?
Ciao Stefano, innanzitutto grazie per lo spazio che mi stai dedicando! Mi presento: mi chiamo Diego “Aeternus” Tasciotti ho 30 anni, sono di Roma e sono un batterista di estrazione soprattutto metal. Ho scoperto la batteria piuttosto tardi, all’età di 18 anni, quando un mio amico mi fece ascoltare “In Their Darkened Shrines” dei Nile, disco must di death metal tecnico in cui alla batteria c’era Tony Laureano. Rimasi totalmente sconvolto da quanto “rumore” riuscisse a fare quel ragazzo dietro le pelli. In quel momento decisi che quel baccano controllato volevo assolutamente farlo anche io, così comprai la mia prima batteria ed iniziò la mia avventura da batterista. Inutile dire che all’inizio le delusioni furono molte, capii che per arrivare a quel livello c’era sudare parecchio.


Tony Laureano


Diego Tasciotti

Per quanto riguarda la tua formazione musicale, hai seguito degli studi o sei un autodidatta?
I primi rudimenti me li diedero prima Maurizio Boco, docente dell’ Università della Musica a Roma e poi David Folchitto, batterista di Stormlord, Prophilax, Nerodia e altra mezza Italia ahahah Ormai diventato un fratello. Apprese le basi decisi di continuare da autodidatta studiando il più possibile velocità, resistenza, potenza, controllo e poliritmia, basandomi soprattutto su tutorial visti su YouTube.

Immagino che all’inizio tu abbia incontrato qualche difficoltà, come tutti coloro i quali si avvicinano allo studio di uno strumento. Quali sono state queste difficoltà e come le hai superate? Magari possiamo dare qualche consiglio ai giovani batteristi…
È chiaro che il primo approccio ad un qualsiasi strumento è sempre avvilente, soprattutto se ci si aspetta di fare dal nulla cose assurde come nel mio caso, ahah! L’unico consiglio che posso dare è quello di non mollare mai, ogni cosa se fatta nel giusto modo e con i giusti tempi è pienamente raggiungibile, bisogna solo avere tanta pazienza, essere perseveranti e non farsi mai scoraggiare da nessuno.

Tu suoni ormai da tanti anni, quando ti siedi dietro la batteria come inizi il tuo riscaldamento? C’è una routine particolare che segui o picchi da subito? C’è differenza tra ciò che fai normalmente a casa, in studio o prima di un live?
L’approccio allo strumento cambia radicalmente se in fase live o da casa/studio. Prima di un concerto il mio riscaldamento prevede tantissimo stretching muscolare, anche per un’ora, per poi passare ad un riscaldamento di base fatto da colpi singoli, colpi doppi, didle e paradidle, fatti prima con le mani e poi con i piedi. Il discorso studio/casa a mio avviso è invece molto più rilassato, se devo solo allenarmi mi scaldo una mezz’oretta e poi parto con gli esercizi che devo fare a seconda della giornata, cerco di diversificare sempre lo studio magari studiando un giorno sul controllo, un giorno sulla coordinazione, un giorno sulla velocità e così via…la mia sessione in studio è abbastanza semplice invece, cerco di arrivare chiaramente molto preparato alla registrazione, poi mi scaldo una mezz’oretta ed inizio.

Non ti chiedo di auto-incensarti e farti dire “quanto so’ bravo, quanto so’ bello”, ma c’è una caratteristica particolare del tuo modo di suonare della quale vai fiero o che gli altri apprezzano maggiormente in te?
Guarda non saprei cosa risponderti in verità. Molti mi fanno i complimenti per le velocità che raggiungo soprattutto in fase live, altri per la potenza, altri per la resistenza che ho, io cerco di essere il più completo e versatile possibile e credo sia questo il mio punto di forza. Penso di riuscire abbastanza bene ad entrare nel mood delle canzoni che devo eseguire, anche se sono lontane dal genere da cui provengo. Spesso mi trovo in situazioni in cui devo imparare delle canzoni di gruppi in cui non ho mai suonato prima d’ora, salire direttamente sul palco e suonare live senza neanche una prova. Il più bel complimento che spesso mi fanno è “sembra che suonate insieme da sempre” e questo mi riempie di orgoglio.

6. Quali invece gli errori, o comunque le lacune, che ti capita di riscontrare più di frequente in altri batteristi?

Difficilmente mi soffermo solo sulle batterie, preferisco ascoltare la musica nella sua interezza, comunque diciamo che la cosa più frequente che mi capita di ascoltare in fase live è l’incapacità di replicare le cose ascoltate su disco. Ormai viviamo nell’era dell’editing, un era in cui su disco sono tutti mostri poi li ascolti dal vivo e resti male… Ecco magari è preferibile fare poco ma fatto bene, piuttosto cercare di fare i numeri quando ancora tecnicamente non si è pronti.


È una domanda retorica, ma te la pongo ugualmente: quanto conta la velocità nella batteria? Come si ottengono velocità e precisione? Diamo qualche consiglio…

La velocità conta a seconda del genere che si sceglie di suonare, è chiaro che se voglio suonare Death Metal la velocità è alla base di tutto, ma se si suona rock, pop, jazz, latin la velocità è pari a zero. A meno che non si voglia fare un gruppo di samba Death Metal ahahah


Il batterista è un elemento fondamentale all’interno di una band, se non sai andare a tempo tutti gli altri musicisti andranno per i fatti loro, un disastro…come riesce un batterista ad essere preciso come un metronomo, o per lo meno ad avvicinarsi alla precisione?

Metronomo… non esiste altro strumento per essere precisi. Studiare tutto sempre e solo a click. Ogni esercizio, ogni rudimento, ogni cosa va fatta a metronomo. Occorre iniziare sempre da velocità molto basse per poi aumentarle gradualmente, si arriva poi ad un punto in cui anche senza click si resta sempre spaccati col metronomo.

Sei impegnato con diverse band, prima di chiederti quali sono, vorrei sapere da te se utilizzi sempre lo stesso set o lo cambi in base a ciò che devi suonare? Visto che non sei un batterista esclusivamente “Metal”…
In fase live mi devo sempre adattare ai set che trovo nei locali, spesso sempre basilari, cosa che mi crea non pochi problemi se devo suonare in gruppi estremi in cui eseguo molte scale su diversi tom. Devo sempre cercare di riadattare le partiture ai set che ho davanti. Per gruppi rock, pop, hardcore invece diciamo che il set “essenziale” è perfetto.

Parliamo adesso dei tuoi impegni: sei il batterista degli Handful Of Hate, come è iniziata l’avventura con loro? Con quali altre band hai collaborato o stai collaborando al momento? So che recentemente hai prestato la tua opera anche con gli Stigmhate…
Feci conoscenza con gli Handful of Hate molti anni fa, loro erano in tour ed io suonavo con un gruppo Black Metal ormai defunto in apertura. Al termine della nostra esibizione Nicola venne a farmi i complimenti dicendomi di tenerci in contatto e così fu. Qualche tempo dopo mi disse di aver dei problemi col batterista che aveva e mi disse se me la sentivo di suonare con loro. Accettai subito visto che ero anche un fan della band, fui molto onorato della cosa. Suono con loro ormai da tre anni e le cose vanno a gonfie vele. Ccon gli Stigmate siamo amici da diverso tempo, poi la band ha avuto un brutto periodo prima per i diversi cambi di line up e poi per la tragica morte del cantante ed amico Marco Gambicchia. Hanno avuto un momento di stand by dopo di che Michele (Saggin – Chitarrista) mi ha contattato per coprirgli delle date live e per registrargli alcuni dischi. Il nostro è un sodalizio che va avanti ancora oggi.

Tra l’altro tu sei disponibile anche come studio session, live session ed impartisci anche lezioni, non è vero?
Si, cerco di fare quello che posso, chiaramente, ma sono sempre disponibile sia per registrazioni di qualsiasi natura che per date live. Le lezioni le dò sporadicamente in verità perché di tempo ne ho pochissimo, ma quando capita le soddisfazioni non mancano. Diciamo che cerco più che altro di darne soprattutto quando sono in giro per suonare prima di un live, è una cosa che capita molto di frequente ultimamente.

Prima di concludere l’intervista vorrei sapere da te quali sono i tuoi progetti per il futuro: c’è qualche novità all’orizzonte?
Vorrei cercare di fare qualche video di me che suono sia live che in studio, non ne ho mai fatti ma, visto che spesso tanti ragazzi mi chiedono di vedermi all’opera dietro le pelli su youtube, penso sia arrivato il momento di farne qualcuno.

Bene Diego, abbiamo concluso con le domande. Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, a te le ultime parole per salutare i nostri lettori, se vuoi puoi anche lasciare qualche contatto per chi volesse chiederti consigli, lezioni o band che hanno bisogno di un batterista. A presto!

Ringrazio di cuore te Stefano e la redazione di Metal In Italy per lo spazio che mi avete concesso. Ringrazio di cuore la mia ragazza, che mi sopporta e supporta sempre con tanta pazienza, la mia famiglia e saluto tutti i ragazzi che seguono me e le band in cui suono. Se volete aggiungetemi pure su Facebook per seguire le mie attività ed ascoltare le cose che faccio.