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Nefastis: “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis”

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nefastis artwork

Esordio tecnico e granitico quello dei milanesi Nefastis, che trovano in “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis” la summa artistica di tutti gli sforzi profusi dagli esordi, avvenuti nel 2008, fino ad oggi, con l’intento di trovare la giusta formula.

Occorre precisare che la band nasce dall’idea di Simone Colombo (Vox/Guitars) e Andrea Lenzi (Guitars), ai quali si aggiungono successivamente Matteo Gullì (Bass) e Leonardo Forti (ex-Lacuna Coil, drums), dopo aver pubblicato un demo di tre brani nel 2010, la sezione ritmica viene meno ed i Nostri si trovano a fronteggiare svariati cambi di line-up. Questi cambi avvengono nel periodo di stesura del nuovo materiale, tanto che Simone Colombo e Andrea Lenzi ultimano i lavori da soli.

Solo successivamente entrano in formazione Fulvio Manganini (ex- Derdian, bass) e Jacopo Casadio (ex – Harmony of Dissonance, drums), con i quali i membri fondatori stanno già lavorando al successore dell’album in questione.

Passando alla valutazione di “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis”, possiamo dire che lo stile dei Nefastis attinge tanto al Thrash di provenienza teutonica, quanto al Death Svedese, passando per ambientazioni prettamente Heavy Metal. Le caratteristiche principali vedono nella tecnica, soprattutto quella solistica delle chitarre, nelle orchestrazioni e nell’epicità delle composizioni i punti di forza. Questi aspetti emergono chiaramente sin dalle prime note di “Black And Demons”, intro strumentale che partendo da un incipit classicheggiante si snoda attraverso mid tempos, un ottimo arrangiamento di basso ed un primo assolo al fulmicotone, preludio perfetto per la successiva “Under My Scars”. In questo caso dopo un inizio strumentale, farcito con un assolo di chitarra, prende forma una ritmica tipicamente Thrash/Heavy e la voce di Simone Colombo irrompe catarrosa e ruvida, ben adeguandosi al tappeto sonoro.

Sulla stessa scia “Napalm Asphalt And Violence”, mentre “Last Day Of Autumn” riporta alla luce la vena classica del combo, con atmosfere dal sapore medievale e cori assimilabili alla tradizione gregoriana. Ottimo ancora una volta il lavoro svolto dalle chitarre in “Cold Wind”, a farla da padrone sono le atmosfere impalpabili e melodiche che, attraverso un crescendo, ci traghettano verso “Grave Of Ice”. Questo brano contiene tutti i trademarks della band, in più diversi stop and go che rendono la struttura maggiormente dinamica. Un nuovo capitolo sognante prende forma in “Stream Of Consciousness”, è chiaro quindi che i Nefastis fanno affidamento sulle doti tecniche dei musicisti, con in primo piano le chitarre. Atmosfere minacciose le ritroviamo anche in “Morning Shadows”, brano strumentale ed epico che alterna emozioni ansiogene ad un finale adrenalinico, giusto preludio per “Synthetic Plague” e “Fucked By Alcohol”. A concludere questo capitolo discografico ci pensa “Facing New Demons”; si tratta di una composizione interamente eseguita al piano: lungo i suoi quattro minuti prendono forma sensazioni contrastanti che vanno dall’angoscia alla malinconia, passando attraverso accelerazioni ed arpeggi che toccano le corde dell’anima.

I Nefastis con “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis” hanno realizzato un debutto di tutto rispetto, che rispecchia pienamente le doti tecniche dei musicisti, dimostrando una naturale propensione tanto alla melodia quanto all’assalto sonoro più violento. Un album consigliato vivamente agli amanti del genere.