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Node: “Andiamo sotto al palco, urliamo e teniamo viva la scena metal italiana!”

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I Node hanno da poco pubblicato il loro ultimo album dal titolo “Cowards Empire”, un ritorno molto atteso per una band che ha raggiunto 22 anni di attività, nonostante mille difficoltà e tanti sacrifici. L’urlo lanciato da Rudy Gonella Diaza e Gary D’Eramo è molto chiaro: bisogna sostenere le band italiane, soprattutto frequentando locali che fanno musica dal vivo. Abbiamo parlato di questo, del loro album e dei prossimi appuntamenti live, tra pochi giorni saranno infatti di supporto ai Kataklysm in Russia.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Da qualche settimana è uscito ufficialmente “Cowards Empire” ed ho visto che sta ottenendo ottime recensioni in tutto il mondo. Vi aspettavate questa accoglienza da parte di fans ed addetti ai lavori?

RUDY GONELLA DIAZA: Ciao Stefano, si è vero l’album sta andando molto bene sia come recensioni che come risposta da parte dei fans. Già prima di presentare l’album eravamo molto fieri del lavoro e di come erano uscite le nuove canzoni, i responsi positivi sono stati una conferma importante. Quando pubblichi qualcosa speri sempre che chi lo ascolta ti dica “cazzo! Spacca di brutto” e quando succede non puoi fare a meno di sorridere dall’emozione.

Il titolo dell’album è molto eloquente, allo stesso modo lo sono anche le tracce, ma vi chiedo: quali sono gli argomenti trattati? Sono rimasto molto colpito dal testo di “Lambs”, brano per il quale avete realizzato un lyric video…

RGD :Diciamo che c’è un unico filone che unisce quasi tutti i brani dell’album, anche se non si tratta di un concept ovviamente. In sostanza ogni brano prende in esame qualcosa che non funziona in questa società in cui viviamo, e la sbatte in faccia all’ascoltatore, ma più che un’accusa vuole esser una “chiamata alle armi” un invito a svegliarsi, perchè ovviamente se la società ha dei problemi, la causa siamo tutti noi. Hai citato “Lambs” nella quale parliamo dello sfruttamento del lavoro minorile, una realtà che sembra lontanissima da noi, ma che tocchiamo con mano ogni giorno acquistando (spesso inconsapevolmente) i prodotti che ne derivano. Probabilmente il brano che meglio riassume le tematiche è la opener “StagNation”, l’umanità ha un potenziale enorme, potrebbe utilizzare tutto quello che apprende, le sue esperienze ed i suoi errori per migliorare questo mondo, invece preferiamo chiudere gli occhi, aprire la bocca e criticare gli sbagli degli altri, alimentando una guerra tra poveri che non porta a nulla.

A giudicare dal vostro impegno nei testi, desumo che i Node vedono nella musica anche un mezzo per veicolare messaggi, è giusta questa mia interpretazione?

RGD:Assolutamente si, la musica e l’arte in generale sono da sempre un mezzo dalle molteplici finalità. La storia del rock è costellata di bands e singoli brani che sono diventati dei veri e propri manifesti di ribellione verso qualcosa, spesso e volentieri usando metafore e descrivendo immagini molto forti e dal grande impatto emotivo.

“Cowards Empire” arriva a sei anni di distanza dal quinto album datato 2010. In questi anni la line up è cambiata, ma l’essenza dei Node è rimasta intatta. Cosa è successo in questo lasso di tempo?

GARY D’ERAMO: Sono stati anni difficili, sono rimasto praticamente da solo a cercare nuovi membri e dopo aver ingaggiato Pietro alla batteria, siamo andati avanti a cercare nuova gente e contemporaneamente a comporre e pensare alla stesura di alcuni brani che fanno parte di Cowards Empire, poi man mano sono arrivati Dero, Sid e Rudy il resto è una bellissima storia di cuore, passione sangue grandi delusioni sacrifici e lacrime…ma poco alla volta il lavoro è stato premiato. Dal 2010 ad oggi credo che ognuno di noi sia diventato un po’ più grande…tranne me che sono entrato nello stato di decomposizione oramai ahahahah

I Node sono una band storica del panorama italiano e non solo, il vostro ritorno discografico era molto atteso. Avete avvertito una sorta di pressione?

RGD: Come ho detto prima, quando pubblichi un album sei fiero di quello che hai fatto (o ameno così dovrebbe essere), non vedi l’ora di farlo ascoltare e speri che chi lo ascolterà sarà pervaso dalle stesse emozioni forti che hai provato componendolo, registrandolo ed ascoltando il lavoro finito. Dopo “As God Kills” la formazione dei Node ha subito parecchi cambiamenti, la formazione che ha registrato il successivo “In The End Everything Is A Gag” era quasi totalmente diversa da quella precedente, e quella che ha registrato “Cowards Empire” è di nuovo cambiata per 4/5. In entrambi i casi era ovvio aspettarsi un cambio di sonorità e mentre scrivevamo i pezzi per Cowards sapevamo che avrebbe potuto spiazzare molte persone, a partire dalle linee di voce di Sid, che hanno segnato una svolta molto drastica rispetto al passato. Questo album rappresenta un nuovo corso per i Node, quindi non sentivamo moltissime pressioni, abbiamo fatto le cose con calma, volevamo che il risultato ci convincesse appieno, e così è stato.

Nell’album ci sono anche diverse collaborazioni eccellenti, tra le quali Tommy Massara, Lisy Stefanoni, Gianluca Ferro e tanti altri. Perché la scelta è ricaduta su questi artisti? Tra l’altro c’è anche Steve Minelli, tra i membri fondatori della band…

RGD: L’idea di avere degli ospiti sull’album ci frullava per la testa fin dall’inizio. Anche se è uscito a due anni di distanza, “Cowards Empire” in qualche modo si lega al festeggiamento del ventennale della band del 2014, molti dei brani dell’album erano già stati scritti o abbozzati durante quel periodo. Riuscire ad arrivare a 20 anni di attività e pubblicare un sesto album, nonostante le vicissitudini della band sono due traguardi molto importanti per tutti noi ed in special modo per Gary. I guest presenti sull’album sono tutti ottimi musicisti e sono anche e soprattutto nostri amici, averli con noi sull’album è quindi un modo diciamo per continuare i festeggiamenti. Questo discorso vale ancor di più per Steve Minelli, lui ha fondato i Node nel 1994, avremmo anche voluto che fosse presente al concerto del ventennale ma purtroppo non è stato possibile.

Per chi acquisterà il CD ci sarà anche un bonus DVD, avete registrato un concerto che celebra una ricorrenza importante…ce ne volete parlare?

RGD: Certo, celebra esattamente il concerto che abbiamo tenuto per i venti anni di attività della band, di cui ti palavo prima. Come ti dicevo è stato un avvenimento molto importante per i Node. A distanza di 20 anni (22 quest’anno), dopo svariati stravolgimenti nella formazione, i Node sono ancora qui! Fanno ancora live e pubblicano ancora album, lo fanno con la stessa grinta di sempre. Quel concerto, che si è tenuto al Centrale Rock di Erba nel Marzo del 2014 è stato davvero impegnativo da ogni punto di vista. Abbiamo iniziato ad organizzarlo molti mesi prima, perché volevamo che partecipassero anche gli ex membri della band. E’ stato emozionante poter di nuovo condividere il palco con molti di loro: Marco Di Salvia e Klaus Mariani, che hanno fatto parte della line up storica, Rex Caruso e Gabriel Pignatta, con i quali abbiamo registrato e portato in giro “In The End…”, Jack Lavatura che ci ha aiutati dopo l’uscita di Rex, Oinos e Mario Giannini due dei primissimi batteristi della band. Alla fine abbiamo suonato per due ore abbondanti, venti brani estratti da tutta la nostra discografia, è stato un concerto a dir poco sfiancante… ma davvero ricco di emozioni.

Dal punto di vista stilistico, “Cowards Empire” rimane fedele alla vostra “natura”, ma ci sono anche delle innovazioni. Com’è stato l’approccio alla fase compositiva? Rispetto alla precedente uscita discografica cosa è cambiato?

GD: “In the End everything is a gag” è stato fatto di fretta ed è stato il mio più grande errore correre senza riflettere. Marco Di Salvia aveva già in mente di mollare la band per intraprendere la sua carriera come batterista di Pino Scotto, idem per Beppe Caruso che aveva più la testa per i suoi Ira che per noi, compresa la voglia al 100% per andare avanti ad affrontare l’impegno Node. Purtroppo me lo hanno detto dopo, altro mio errore non aver chiarito subito con loro questa cosa importante, troppo sicuro che avessero nel cuore e nella testa al 100% ancora la band. Con Cowards al contrario abbiamo lavorato molto con precisione, tranquillità e convinzione, come si faceva con la vecchia line up. Ora siamo cinque elementi che hanno cuore testa e obiettivi chiari, verso una unica direzione al contrario di tutti coloro che sono transitati in precedenza. L’approccio in fase compositiva è stato un vero fiume in piena, idee a profusione e un entusiasmo da parte di tutti che non percepivo da almeno 13 anni.

Ho notato una buona risposta in termini di vendite, i fan italiani vi stanno supportando nel modo giusto? E all’estero?

RGD: Stiamo utilizzando ogni canale possibile per distribuire e promuovere l’album (iTunes, spotify, il nostro webstore, etc.) e devo dire che i risultati sono davvero molto buoni! Quello che ci ha fatto maggiormente piacere è stato il risultato positivo ottenuto al release party, abbiamo organizzato uno show di impatto ed i risultati si sono visti, quella sera abbiamo venduto moltissime copie di “Cowards Empire”, eravamo davvero al settimo cielo! Per quanto riguarda l’estero, abbiamo a breve un importante “test”. L’11 ed il 12 Giugno saremo il supporting act dei Kataklysm in Russia, dalla data dell’annuncio abbiamo notato un crescente interesse sul web da parte dei ragazzi di là nei nostri confronti, ci stiamo preparando al massimo, la risposta del pubblico penso sarà un po’ il termometro per capire come vanno le cose fuori dai nostri confini.

YouTube, Spotify e tutti gli altri canali streaming “legali” ritenete che abbiano affossato le vendite dei dischi? Mi riferisco ovviamente al mercato discografico mondiale, penalizzato anche da troppe uscite e dalla possibilità di scaricare illegalmente gli album. Qual è il vostro pensiero in merito?

RGD: I servizi di streaming sono un mezzo, non sono un problema. L’industria discografica ha “tentato” di contrastare la pirateria, con risultati ridicoli mi pare. Qualche anno fa, prima dell’arrivo di questi servizi, ricordo di aver letto un’intervista ad un rappresentante dell’industria discografica americana, diceva che ormai si era capito che era inutile tentare di contrastare la pirateria tramite vie legali, cercare di dare multe stratosferiche a dei teenager, proponeva inoltre un’idea che mi colpì molto: accordarsi con i provider dei servizi internet, rincarando di 1 o 2 dollari gli abbonamenti, destinando questi soldi all’industria discografica, contando quanti abbonamenti vengono stipulati, si poteva immaginare quali ricavi vi potessero ottenere. La trovai abbastanza geniale e poco tempo dopo ecco comparire spotify e tutti gli altri. I servizi di streaming sono stati la lentissima risposta della pachidermica industria discografica alla pirateria. Per band come noi, il risultato cambia poco tra il download illegale e lo streaming legale dal punto di vista monetario, ma penso sia comunque un ottimo mezzo per far conoscere la propria musica, poi comunque molta gente se un album lo apprezza poi lo compra anche.

L’estate è alle porte, in che modo supporterete “Cowards Empire”? Ci sono degli appuntamenti che dobbiamo tenere a mente? Ci saranno altre attività, come la realizzazione di video o altro?

RGD: Ora come ora, gli unici appuntamenti importanti per l’estate sono le due date in Russia. Ci sono molti festival in giro per la penisola ed all’estero, ma ci sono anche moltissime band desiderose di farsi conoscere, quindi non è sempre facile trovare spazi. Devo essere sincero, siamo un po’ amareggiati, avremmo voluto fare molto di più, ma ci riprenderemo con l’autunno. Al momento abbiamo due date fissate: il 17 settembre al Centrale Rock di Erba (Como), ed il 31 ottobre allo Shout di Vittuone (Milano) ma stiamo prendendo accordi per fissare altri concerti. Per quanto riguarda altri mezzi di promozione, al momento posso dirti che abbiamo idee per un video da realizzare.

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso. L’ultima parola spetta a voi, lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

RGD e GD : Grazie a voi per lo spazio che ci avete dedicato, ragazzi! Ai lettori chiedo solo questo: ovunque voi siate, sono certo che nei dintorni c’è qualche locale che organizza date dal vivo, andateci! Supportate la musica che amate! C’è sempre da scoprire qualcosa di nuovo ed interessante. Bersi una birra in un locale od un altro cambia poco, essere presenti, fare numero e sostenere la scena può fare la differenza! Ma soprattutto, superiamo i “campanilismi” e le sfide, siamo tutti sulla stessa barca. Andiamo sotto al palco, urliamo, lasciamoci andare e teniamo viva la scena metal italiana, che ha davvero tanto da offrire! Un abbraccio a tutti! A presto!