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Omnia Malis Est – “Viteliu” – Recensione

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Un viaggio epico a ritroso nel tempo per celebrare le gesta delle popolazioni sannite che si opponevano all’espansione di Roma, su questi presupposti si sviluppa “Viteliu”, primo full length per la one man band Omnia Malis Est partorita dalla mente di Uruk-Hai, unico membro fondatore e compositore del progetto.

Si tratta di un’idea che nasce nel 2005 in Lucania, già nel 2006 viene dato alle stampe il primo demo “La Rivolta Delle Stelle”, nel 2007 pubblicato l’ep “Fides”, un concentrato di Symphonic-Melodic Black Metal, ma poi la band viene messa in pausa per sei lunghi anni per farla poi risorgere nel 2014 con l’album di cui parliamo oggi.

Stilisticamente vicino ad una forma di Black Metal epico, l’album in questione rappresenta una vera e propria gemma nel suo genere, grazie alle atmosfere maestose che vengono dipinte lungo ognuna delle tracce che compongono la tracklist. La proposta musicale è variegata e dinamica, perché al suo interno non troviamo solamente sfuriate in stile Black, ma anche passaggi più vicini al Death e frangenti riflessivi ed acustici.

Prima di addentrarsi nelle vicende narrate, è necessario documentarsi sul background storico-culturale che sottende a questa release, solo in questo modo sarà possibile gustarne appieno le sfumature e lasciarsi trasportare attraverso campi di battaglia tetri e fangosi. Già dall’opener e titletrack “Viteliu” emerge chiaramente l’elemento guerrafondaio, sottolineato dal cantato in italiano che rende il tutto ancora più comprensibile e rabbioso. In poche battute si è già in battaglia, circondati da valorosi guerrieri che non temono la morte, ma cercano di far valere la propria identità ed appartenenza sociale. Proseguendo con l’ascolto, già con la seconda traccia “Al Di’ Delle Forche”, ci si rende conto che la componente epica gioca un ruolo fondamentale nell’economia della band, così come il riffing delle chitarre che non rimane ancorato a progressioni di accordi o successioni di note tipicamente Black, ma amano spaziare e sconfinare, regalandoci parentesi marcatamente Death Metal, come accennato in precedenza.

La durata delle tracce varia dai sei ai quattro minuti, ad eccezione della strumentale “Ner Tefurum” che supera i tre minuti, ma ciò non va assolutamente a discapito della tensione emotiva, perché non ci si rende conto del trascorrere del tempo essendo immersi nei racconti epici che caratterizzano ogni capitolo.

Tra le altre tracce sicuramente da citare “Primavera Sacra”, “Sabella Carmina” e la conclusiva “Disfatta”, ma bisogna rimarcare il fatto che ognuna delle composizioni meriterebbe una menzione.

“Viteliu” è un album particolarmente indicato per tutti coloro i quali adorano racconti di battaglie epiche, che si adagiano su sfuriate Black/Death ed arpeggi sognanti.