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REDRUM04: “Supportate la musica indipendente italiana”

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La storia dei REDRUM04 inizia nel 2002, come spesso accade suonando cover di altre band, ma ben presto la voglia di creare pezzi propri prende il sopravvento. Con gli anni cambia il monicker, anche qualche musicista, ma in qualche modo il numero 4 è ricorrente nella storia della band…Ne abbiamo parlato in questa intervista, realizzata in occasione dell’uscita di “A New Era”, nuovo album della formazione di Parma.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! È appena uscito il vostro nuovo album “A New Era”, prima di parlare della release qualche cenno biografico. La band nasce nel 2002, nel corso degli anni avete cambiato nome, come mai questa scelta? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Ciao e grazie per l’invito e ovviamente un saluto a tutti i lettori di Metal in Italy. Abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2002 con il nome di Redrum. All’inizio la band era composta da 5 elementi e facevamo cover di Incubus e System of a Down. In poco tempo abbiamo iniziato a scrivere brani originali e abbiamo iniziato a suonare in tutti i locali possibili e immaginabili. Arrivarono nell ordine un EP e poi un vero e proprio disco dal titolo “Equilibrium”. Fu proprio prima dell’uscita di quel disco che decidemmo di cambiare nome in Panic Room, con la convinzione di essere più originali e riconoscibili. Da lì in avanti abbiamo avuto la possibilità di suonare con molti artisti e gruppi fantastici come Lacuna Coil, Linea 77, Pankreas, Planet Funk e Tre allegri Ragazzi Morti, di fare un piccolo tour in Francia e di suonare al Popkomm a Berlino. Quel nome però non ci rappresentava e non ci è mai appartenuto fino in fondo, così all’alba della produzione di “A New Era” abbiamo deciso di tornare alle origini e ripartire dal nostro primo nome aggiungendo il numero 04, primo perché ora siamo in 4 e secondo perché sono più di 16 anni che suoniamo nella stessa sala prove al civico numero 4.

Vi definite come una band Alternative Rock, ascoltando il vostro album ho apprezzato sia le parti più aggressive che quelle melodiche, ritengo che questi siano i punti di forza. Come descrivereste il vostro sound? Come si è evoluto nel corso degli anni?

In effetti ci è sempre piaciuto alternare momenti più aggressivi ad altri più introspettivi e melodici. Il nuovo disco è sicuramente più rock e meno heavy, il nostro suono si è arricchito di molte parti orchestrali ed elettroniche, ma è caratterizzato soprattutto da tanta melodia. Negli anni però abbiamo sempre mantenuto un suono di chitarra bello potente e presente in tutte le canzoni.

Qual è il vostro background musicale? Ci sono delle band che hanno contribuito alla vostra formazione? O che comunque in qualche modo rientrano in ciò che ascoltate quotidianamente?

Abbiamo tutti background musicali diversi ed articolati, ma la passione in comune per alcune band come Korn, System of a Down, Incubus e più recentemente Breaking Benjamin e Nothing More hanno sicuramente influito sul nostro modo di sentire e soprattutto di scrivere musica. Siamo legati a gruppi come i Guns, ma anche ai Nirvana o ai Green Day o ai Pantera in maniera molto trasversale.

“A New Era”, questo il titolo dell’album. Cosa rappresenta per voi una “Nuova Era”? Ha qualche riferimento autobiografico?

Sono circa 16 anni che suoniamo insieme e insieme a noi nel gruppo si sono alternate anche altre persone. Noi 4 però siamo qui dall’inizio e, quando siamo rimasti solo noi, abbiamo sentito come l’esigenza di ripartire da zero, di ricominciare da capo, ecco perché a tutti gli effetti il nostro nuovo disco per noi rappresenta l’inizio di una nuova era.

Recentemente c’è stato il release party. Com’è andata? Quali sono state le emozioni che avete provato nel portare sul palco la “nuova creatura”?

Una delle cose più belle che uno possa aspettarsi, è un’emozione unica riuscire a condividere i tuoi sogni insieme a persone che apprezzano quello che fai. Abbiamo suonato in un locale magnifico a Parma (il Campus Industry Music) e tantissime persone sono venute ad ascoltare il nostro nuovo lavoro, apprezzando ogni singola canzone. È stata veramente una bellissima esperienza.

In generale qual è il vostro rapporto con i fan? E quale ruolo rivestono nell’economia di una band?

I nostri fan sono, come dire, ossigeno per tutti noi, nessuno può farne a meno. Tutte le persone che ci seguono avranno sempre la nostra gratitudine per il supporto e l’appoggio che continuano a darci. La speranza è, ovviamente, quella che continuino ad aumentare, sempre di più. Risulta ovvio il fatto che, a nostro parere, nell’economia di una band rivestano un ruolo di primaria e assoluta importanza.

“Dirty Consequence” è stato il primo singolo. Come mai questa scelta? Pensate che sia il brano che meglio rappresenta l’album?

Si, racchiude in sé i pensieri contenuti in ogni brano. Nell’album sono presenti pezzi più melodici e più aggressivi, ma “Dirty Consequence” riesce a racchiudere con naturalezza il tutto.

L’estate è alle porte, ci sono già degli appuntamenti in programma? Come supporterete la promozione dell’album?

Suonare per noi è sempre stato l’obbiettivo principale; la promozione è fondamentale e ci stiamo impegnando per organizzarci al meglio sia per questa estate ma anche già per la prossima stagione, quando riapriranno i locali a partire da settembre. Abbiamo diverse cose in ballo e speriamo di poterle rendere pubbliche al più presto non appena confermate.

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso e lascio a voi l’ultima parola, un messaggio per i nostri lettori. A presto!

Grazie a voi di cuore per lo spazio che ci avete dedicato, grazie a tutti i lettori di Metal in Italy che decideranno di leggere i nostri pensieri e soprattutto decideranno di ascoltare il nostro disco. Il messaggio è uno solo: continuate a supportare la musica indipendente italiana…Arrivederci al prossimo concerto!!!