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Secondary Ticketing: Barley Arts annuncia l’uscita da Assomusica

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Lo aveva annunciato una settimana fa, quando a Le Iene l’amministratore delegato di Live Nation Italia aveva fatto dichiarazioni sul secondary ticketing (rincarate dalla documentazione contabile presentata dal giornalista Matteo Viviani); ora Claudio Trotta, numero uno di Barley Arts Promotion, dà seguito a quell’intenzione ed esce da Assomusica, ovvero l’associazione degli organizzatori e dei produttori di spettacoli di musica dal vivo che “conta oltre centoventi imprese associate su tutto il territorio nazionale che coprono circa l’80% dei concerti dal vivo in Italia” (www.assomusica.org).

Questa la lettera firma di Trotta agli associati, in cui vengono ripercorse le tappe della vicenda e le motivazione:

Cari Associati
Ho assistito, come probabilmente molti di voi, alla trasmissione di ieri sera de “Le Iene”,
che ha mostrato la terza puntata dell’indagine sul tema del Secondary Ticketing.
Alla luce di quanto nuovamente emerso è palesemente stridente la posizione e
l’atteggiamento che la nostra dirigenza ha assunto, e messo in atto nel corso dell’intero
anno corrente.
Ho per fortuna assistito alle nette prese di posizione di Clemente Zard e di Ferdinando
Salzano, e all’adesione formale di Alex Fabbro alla mia azione legale contro Live Nation
per danni di immagine e concorrenza sleale. Grazie a ciò mi sono fortunatamente sentito
un po’ meno solo; tuttavia voglio brevemente riassumere quanto successo per non
lasciare nulla di incompreso circa la decisione che ho maturato e che qui vi comunico.
Ricordo a tutti voi che ho cominciato a denunciare questo cancro da moltissimi anni; a
livello internazionale e nazionale, a livello mediatico e istituzionale, durante incontri
pubblici e in occasione di assemblee, direttivi e riunioni associative.
Quanto scritto a proposito della mia presa di posizione è largamente presente sul web,
all’interno di documenti ufficiali (pubblicati anche sui miei social network, privati ed
aziendali), e all’interno dei report redatti al termine delle riunione di “Assomusica” e di
“International Live Music Conference”.
Più in particolare Vi riassumo quanto successo quest’anno:
Nel mese di Gennaio, in occasione di un incontro svoltosi presso l’AGIS di Milano, alla
quale hanno partecipato tutti i principali produttori nazionali, ho chiesto di prendere una
posizione comune contro tale fenomeno, ottenendo solo adesione informale da parte di
Orazio Caratozzolo per conto di F&P Group e da David Zard.
La maggioranza dei partecipanti non si è espressa in merito, e due importanti produttori
nazionali hanno dichiarato l’adesione al modello “Secondary Ticketing”; uno dei quali ha
poi curiosamente firmato l’appello contro il Secondary Ticketing promosso dalla Siae.

In quell’occasione ho lealmente informato tutti i presenti che non mi sarei fermato e che
avrei continuato anche da solo questa battaglia etica, affermando che fare impresa non
può e non deve significare per tutti fare speculazione.
Nei mesi seguenti ho chiesto due volte al Consiglio Direttivo dell’associazione di prendere
una posizione sul tema, e lo stesso ha deciso di non prendere in tutte e due le occasioni
alcuna posizione come documentato dai verbali.
Il 4 aprile ho presentato un esposto penale alla Procura della Repubblica di Milano.
Ho sollecitato più volte pubblicamente, con email e scritti di varia natura, gli associati, i
produttori nazionali, i cantanti ed i gruppi musicali, le associazioni dei consumatori e più in
generale l’intera filiera della musica dal vivo, di aderire a questa battaglia.
Fino alla messa in vendita dei Coldplay e al secondo servizio de “Le Iene” non mi pare che
nulla di concreto sia cambiato nell’interesse collettivo, salvo il crescente malumore (e sto
usando un eufemismo) dei nostri consumatori.

Il resto è di vs conoscenza inclusa la mia lettera aperta a tutti gli associati e ad
Assomusica che qui vi allego nuovamente.
Non mi pare che la dirigenza abbia adeguatamente, e nei tempi necessari, preso le
distanze, da quanto riassunto sopra, e, come avevo già accennato in precedenza, non
riesco a restare un minuto in più in quest’Associazione, che non sento più appartenermi e
rappresentarmi adeguatamente.
Con effetto immediato mi dimetto dolorosamente da Associato di un Associazione che ho
fieramente contribuito a costituire nel lontano 1996, soprattutto per la propria e collettiva
dignità personale che in questo momento sento duramente svilita e colpita”.