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Simus: “Vox Vult” è “la voce che vuole”, crea e racconta la nostra musica

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simus band

I Simus sono degli artisti a tutto tondo, perché riescono a far confluire nella loro musica diverse forme artistiche, al fine di creare un quadro quanto più diversificato possibile e lasciare che i diversi linguaggi espressivi dialoghino tra di loro. “Vox Vult” (leggi la recensione) è un album molto intrigante e sfaccettato, non potevamo non cogliere l’occasione per conoscere meglio sia la band che l’album in questione.

Ciao ragazzi e grazie per essere qui con noi sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo con le presentazioni: raccontateci brevemente chi siete e come nascono i Simus.

Ciao e grazie a voi per aver apprezzato e recensito il nostro nuovo album “Vox Vult” . I SIMUS nascono nel 2008 con un intento non semplice, ovvero quello di associare la propria musica ad altri tipi di espressione artistica per coinvolgere maggiormente il pubblico. Le nostre canzoni si muovono tra rock, prog e metal, cercando di amalgamare mondi sonori differenti per creare atmosfere mutevoli ma avvolgenti al contempo. Nel 2010 esce per Myphonic Records il nostro primo Ep”HUMAN PRISON”. La copertina dell’album è un’opera dell’amico pittore Rosario Chinello. Il singolo “Drops and Lies” entra a far parte di diverse compilation tra cui la californiana “KILL CITY vol.29 “e nell’estate dello stesso anno partecipiamo al Colonia Sonora Festival condividendo il palco con gli statunitensi Coheed and Cambria. A maggio del 2012, girato dai NAFFINTUSI e con protagonista l’attrice modella Ilaria Pozzi, arriva il primo videoclip col singolo “PLANET CAIAK”, e a dicembre dello stesso anno, collaborando con la Jack Rock Agency, varchiamo i confini nazionali per un tour di 8 date in Russia insieme ad Audrey e Rhyme. Ora grazie alla firma con la Bakerteam Records e alla collaborazione con la K2 Music Management, ci sono tutti i presupposti per fare un ulteriore salto di qualità.

Dal 2008, anno di formazione, avete registrato un EP, realizzato un video ed accumulato esperienza live. In che modo, ciò che avete fatto in questi anni, vi ha formato?

Quello che abbiamo fatto in questi anni è stato un importantissimo percorso di crescita per tutti, che va ben oltre la dimensione esclusivamente musicale del nostro progetto. Questo perché abbiamo sempre visto la band come una grande famiglia, in cui, il creare musica, suonarla e viverla in tutti i suoi aspetti rappresenta una sorta di terapia di gruppo per crescere non solo professionalmente come musicisti ma anche umanamente come individui. La nostra musica rappresenta per noi un’occasione unica per guardarsi allo specchio, confrontarsi, mettersi in discussione quando necessario e migliorarsi grazie al lavoro personale fatto in sinergia con quello degli altri.

L’album “Vox Vult” comprende 11 tracce. In che modo lavorate al vostro materiale e come “assemblate” le idee?

Il nostro “istinto” o “sesto senso musicale”, ci permette di assemblare le nostre idee in maniera molto naturale. Discutiamo tematiche di vario genere, attingiamo al vissuto, musicale e non, di ognuno di noi, e lasciamo che la nostra musica, alimentata costantemente dalla nostra fervida immaginazione, si evolva in totale autonomia una volta trovata la giusta fonte di ispirazione. Questo viene fatto senza mai tralasciare la cura per le atmosfere, per noi molto importanti, in quanto sempre strettamente connesse a quello che viene raccontato nelle nostre canzoni. Da questo punto di vista nessuna scelta all’interno dell’album è stata casuale.

Qual è il significato del titolo dell’album?

“Vox Vult” (dove “Vox” che viene dal latino, sta per suono, voce, canto) significa letteralmente “La Voce vuole”. La volontà di questa “voce/suono” si ricollega al profondo significato dell’OM, il mantra più importante della religione induista, considerato appunto il suono primordiale da cui ha avuto origine la creazione del tutto. In questa ottica “Vox Vult” è la voce che crea e racconta allo stesso tempo, le storie delle 11 tracce dell’album in una dimensione in cui, passato, presente e futuro coesistono simultaneamente.

Da quali spunti argomentativi prendono vita i testi dei vostri pezzi? Vi è un’idea in comune o sono episodi non collegati tra loro?

Gli spunti argomentativi da cui prendono vita i nostri pezzi sono svariati e vanno dalla filosofia, alle religioni, alla storia, alla mitologia, alla magia, alla psicologia, alla scienza e tanto altro ancora, ma sono tutti fortemente collegati tra loro dalla ricerca sul significato spirituale dell’esistenza e dell’evoluzione dell’uomo sulla terra attraverso i secoli.

L’artwork dell’album appare minimale ma molto curato allo stesso tempo, emergono chiaramente due volti, ma c’è dell’altro…potete spiegarci il significato dell’immagine di copertina?

L’ immagine principale della copertina di “Vox Vult” è una testa dalle due facce e rappresenta il dio “Giano”.“Giano” (in latino Janus, da ianua che significa porta, passaggio) è il nome di un’antichissima divinità Romano-italica, il dio degli inizi che come simbolo di buon auspicio, presiede alle porte, ai passaggi, alle soglie sia di natura materiale che immateriale come può essere l’inizio di una nuova impresa. In questo caso presiede all’inizio del nostro lavoro, al passaggio immaginario, attraverso il quale conduce l’ascoltatore nel nostro universo musicale. Giano “Bifronte”, rappresenta l’uomo capace di agire nel suo presente guidato dall’intento del futuro ed è raffigurato con due teste come vuole la tradizione, poiché può guardare sia all’esterno che all’interno, sia al futuro che al passato, essendo “immanente”, ovvero presente dall’origine di ogni cosa in quanto non è figlio di nessun’altra divinità . E proprio grazie a questa sua caratteristica che poi si ricollega al significato dell’OM come origine primordiale di tutte le cose.

Come mai avete pensato di realizzare i video delle tracce “Planet Caiak” e “The Soulmaker” prima dell’uscita dell’album?

Planet Caiak pur non essendo stato il primo brano di “Vox Vult” ad essere stato realizzato, arrivò in un periodo particolarmente ricco di ispirazione ed entusiasmo per la band. Per questo motivo e per il semplice fatto che ci piaceva moltissimo, fu scelto per realizzare il nostro primo vero videoclip. Infatti scrivere lo story board del video non fù per niente difficile.” The Soulmaker” invece, è stato scelto perché è uno dei pezzi che ci piace maggiormente suonare dal vivo. E’ potente, dinamico, tecnico, coinvolgente e divertente allo stesso tempo. La scelta di farli uscire prima dell’album è di carattere promozionale. Siamo una band emergente e ci sembrava un ottimo modo per farci notare.

Ho letto che tra le band che maggiormente vi hanno influenzato (ed ascoltandovi posso confermare tali influenze) ci sono alcuni artisti molto importanti, seppur abbastanza diversi tra loro. Quanto sono stati importanti per voi Tool, A Perfect Circle, Dream Theater & co.?

Tutti questi grandi artisti e molti altri ancora, come Meshuggah o Mastodon ,pur essendo molto diversi tra loro ci hanno fatto comprendere quanto possa essere eccezionale riuscire a creare canzoni con atmosfere bellissime ed ipnotiche senza tralasciare l’originalità compositiva e la tecnica. Infatti ascoltare e penetrare a fondo la loro musica è come fare un viaggio onirico dalle sfumature sempre differenti.

Immagino che dopo l’uscita dell’album vi stiate impegnando per la sua promozione, quali iniziative avete in programma?

Considerando l’importanza del web oggi, ci stiamo muovendo sui tanti canali e social che consideriamo adatti alla diffusione del nostro lavoro e da questo punto di vista possiamo contare sul grosso supporto strategico e promozionale della nostra etichetta, la Bakerteam Records e della K2 Music Management. Puntiamo molto sulla nostra musica associata alle immagini che di volta in volta proponiamo a seconda che si tratti del contesto live oppure di un videoclip e naturalmente cercheremo di suonare il più possibile in giro, in Italia e non solo, per promuovere l’ album , per farci conoscere e per arricchire il nostro bagaglio di esperienza.

Bene, abbiamo terminato la nostra intervista. Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Certo, con piacere. Se avete letto l’intervista e siete almeno un pochino curiosi, il prossimo passo da fare è guardare il nostro nuovo videoclip “The Soulmaker”; se la curiosità persiste e ad essa si è aggiunto un sentimento di apprezzamento per la nostra musica, allora non vi rimane che darci una possibilità. Quindi ascoltate tutto il nuovo album “Vox Vult” ed appena possibile venite a vederci dal vivo. A presto.