Home Interviste Soilwork: Björn “Speed” Strid, cantante ed ogni tanto anche cuoco!

Soilwork: Björn “Speed” Strid, cantante ed ogni tanto anche cuoco!

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Due date in Italia per i Soilwork di Björn “Speed” Strid: domenica 26 giugno al Revolver Club di San Donà di Piave (VE) ed il 30 giugno al Sottozero Summer Festival di Cassinone (BG). Due concerti molto attesi dai fan della band svedese alle prese con la promozione dell’ultimo nato “The Ride Majestic” che è sì uscito nel 2015, ma nel nostro Paese non è ancora passato per fare macelli.
L’occasione ora c’è. Ecco perchè abbiamo reclutato dall’altra parte del telefono proprio il buon Björn per una chiacchierata in attesa dei concerti!

L’intervista:

Ciao Björn e benvenuti su Metal In Italy. Sarete a breve in Italia per due concerti. Non è la prima volta che suonate in Italia, ma questa volta cosa dobbiamo aspettarci dai Soilwork?
Non siamo passati spesso in Italia negli ultimi anni, motivo per cui è un piacere ritornare. Abbiamo all’attivo 10 album, quindi c’è del materiale a sufficienza per portare qualcosa di interessante sul palco e confezionare una buona setlist, per accontentare sia i vecchi che i nuovi fan. Quindi credo che sarà un’ottima opportunità per tutti.

Ed a proposito di setlist. C’è una canzone, o più di una, che preferisci suonare dal vivo?
Una delle mie preferite è “The Crestfallen” dall’album “Stabbing the Drama”: è una canzone che si presta molto in presa live perchè è molto dinamica. Dal nuovo album direi “Death In General”, perchè è molto epica ed è sempre una sfida suonarla live. Mi piacciono le sfide e cerco sempre di dare il massimo. Resto però sugli album vecchi e ribadisco la mia scelta: “The Crestfallen”.

I prossimi mesi saranno per voi molto impegnativi. C’è anche un tour in Sud America alle porte…
Non so davvero cosa aspettarmi, so solo che sarà tutto molto eccitante. So anche che in Sud America i fan sono davvero “crazy”! Non so cosa aspettarmi perchè arrivare lì per la prima volta e dopo 10 album risulta difficile immaginarsi la reazione del pubblico, ma so che sarà incredibile. Poi in autunno saremo in tour in Nord America, quindi saranno mesi molto impegnativi. Tra concerti, festival, check in e check out, senza dormire… ma sarà tutto fantastico.

Mesi e mesi di tour. Immagino che ogni tanto la stanchezza inizi a farsi sentire.
Beh sì è vero… A volte sento proprio il bisogno di dormire! Ho 37 anni ed a volte penso “Ho proprio bisogno di dormire”! Ma nonostante la stanchezza quando sono sul palco non penso al fatto che ho dormito poco. Sparisce tutto. Non senti nemmeno quando fa freddo, come quando ci siamo esibiti e c’erano 3 gradi mentre eravamo sul palco.

Nel tempo libero ti concentri su qualcosa che non sia la musica?
Beh… è difficile trovare un hobby che non abbia a che fare con la musica! Perchè penso alla musica e alle melodie praticamente tutto il giorno. Ma mi piace cucinare, penso di essere anche bravo. Mi alleno anche, cerco di restare in forma, o esco con gli amici… ma poi si finisce per parlare di musica!

Attualmente Dirk Verbeuren, il vostro batterista, è in tour con i Megadeth. Immagino tu sia fiero di lui.
Sono molto orgoglioso e felice per lui. E’ una grossa opportunità per lui. E’ figo vedere i video su YouTube e vederlo sullo stesso palco con i Megadeth. Allo stesso tempo non nascondo che questa cosa ci ha messo comunque in difficoltà perchè abbiamo i Festival estivi ai quali partecipare e non potremo contare su di lui perchè sarà ancora in tour con i Megadeth.

Nel tempo la band ha subito diversi cambi di lineup. Come avete fatto a mantenere comunque riconoscibile il vostro sound?
Non utilizzerei il termine “subire”. Non voglio dire che tu abbia sbagliato ad utilizzare quel termine, ma non lo utilizzerei perchè ogni volta sono accadute al contrario cose molto interessanti perchè chi è subentrato ha sempre portato qualcosa di nuovo. Ad esempio Sylvain Coudret (chitarrista) ha contributo non solo alla chitarra ma anche al songwriting, lanciandomi quasi una sfida per le vocals con il suo nuovo modo di comporre. Io sono cresciuto con i vari cambiamenti e mi sono migliorato sia come cantante che come compositore. Non ho mai detto ad un nuovo membro “Tu devi fare così”. Siamo una band molto democratica e cerchiamo di andare avanti tenendo presenti anche cosa è stato fatto in passato. Esattamente come abbiamo fatto per l’ultimo album “The Ride Majestic”.

A proposito di cambiamenti: nel 1996, quindi 20 anni fa, avete cambiato il vostro moniker in Soilwork. Come mai?
Non me lo ricordavo, hai ragione! Prima il nostro nome era Inferior Breed, ma era molto generico per quello che voleva essere il nostro sound. Ci voleva qualcosa di più efficace, qualcosa che desse proprio l’idea del “lavoro” (work) che c’era dietro al progetto. Contestualmente serviva anche un termine che in qualche modo potesse rappresentare la nostra fermezza ed il nostro stare con i piedi per terra. Il termine “suolo” (soil) era quello più adatto.

Spesso le nuove generazioni di musicisti vi indicano come quelli da cui vengono maggiormente ispirati. Come ti fa sentire tutto questo?
E’ un immenso onore, visto che ci sono tantissime band che hanno fatto la storia della musica e dalle quali noi stessi abbiamo tratto ispirazione.

Tra l’altro ricordiamo che hai collaborato anche con alcune band italiane…
Sì ho collaborato con diverse band italiane ed è stato un grande onore per me. Quando ho del tempo libero al di fuori dei Soilwork mi piace collaborare con altre band per migliorare anche la mia voce e cercare di fare qualcosa di diverso.

Bene Björn, l’intervista è finita. A te le ultime parole
Grazie a voi per il vostro tempo e grazie a tutti coloro i quali ci seguono. So che non veniamo spesso in Italia, ma vi assicuro che se verrete ai nostri concerti ci divertiremo molto e ne vederete delle belle.