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Stigmhate: “Niente etichette, se una band vi intriga ascoltatevi il disco”

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Quindici anni di battaglie, quindici anni di efferatezza sonora che si traduce in atmosfere sulfuree, blast beats e melodie, un percorso fatto di impegno e dedizione, con “Zodacare Od Zodameranu” gli Stigmhate confermano il loro valore, abbiamo per questo colto l’occasione per conoscere meglio ed approfondire la nuova uscita discografica con Mike, mente della band.

Salve Mike, benvenuto sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo subito l’intervista parlando del quarto album in studio “Zodacare Od Zodameranu”: è uscito già da qualche tempo, come è stato accolto da pubblico e critica?

Grazie a voi per la possibilità di comparire nel vostro magazine, direi che la critica fino ad oggi ha accolto il disco in maniera positiva, abbiamo ricevuto svariate ottime recensioni da tutto il mondo ed anche dal pubblico abbiamo avuto molti complimenti riguardo Zodacare.

Ovviamente a dare un giudizio sul lavoro è in primis la band, chiedo quindi ti chiedo se sei soddisfatto sia del lavoro svolto che dei risultati ottenuti fino a questo momento.

Sicuramente sono soddisfatto del lavoro fatto per produrre Zodacare, è stato un lavoro difficile, lungo e pieno di sacrifici. Come dicevo prima il disco è stato accolto in maniera positiva fino ad oggi, son soddisfatto, anche se per carattere son molto critico per quanto concerne la mia musica.

Sebbene il vostro stile abbia mantenuto inalterati alcuni capisaldi, c’è comunque una sorta di evoluzione stilistico-compositiva che emerge dall’ascolto dei brani, in che modo è cambiato il vostro modo di comporre nel corso degli ultimi anni?

Sicuramente lo stile è cambiato molto nel corso degli anni, ma credo sia una conseguenza di vari fattori, personalmente non mi piace rilasciare dischi fotocopia dei precedenti, cerco sempre di trovare un qualcosa da poter sviluppare, anche se è naturale che in questo genere di musica come il black metal e tutti i sottogeneri è stato scritto ormai tutto, ma ancora ci sono i margini per poter scrivere dei pezzi che abbiano una loro personalità e lavorare sulla composizione per avere come risultato finale un qualcosa di leggermente diverso. Direi che l’approccio è cambiato nel corso degli anni, ora sono molto più istintivo nello scrivere i pezzi a differenza del passato, dove forse perdevo molto tempo per i particolari e smussare le cose che non mi piacevano, adesso se una canzone mi piace ed ascoltandola mi soddisfa, cerco di capire come possa essere il risultato finale e cerco di essere più obbiettivo possibile durante l’ascolto.

“Zodacare Od Zodameranu”, puoi spiegarci il significato di questo titolo? Inoltre è evidente che gli Stigmhate abbiano una propria visione dell’esistenza umana, mi piacerebbe sapere quali sono gli argomenti che vengono trattati nelle varie tracce.

Zodacare od Zodameranu è un titolo in lingua Enochiana, cioè la lingua degli angeli e significa “Venite ed Apparite “. Zodacare od Zodameranu e’un percorso interiore di autoanalisi e di meditazione dell’io, i testi sono connessi tra di loro come una sorta di viaggio. Ogni canzone è legata all’altra dal concetto “morte e rinascita” in sostanza si può sintetizzare tutto con il concetto “Uomo come Divinità”.

Personalmente ho notato che questo disco ha diversi punti di forza: riuscite ad essere incisivi sia nelle parti più tirate, di efferatezza assoluta, che in quelle più lente e cadenzate; si ha un costante senso di epicità, i passaggi sono maestosi ed il lato “sinfonico” contribuisce a creare atmosfere più “ariose”. Sei d’accordo con questa mia visione?

Si son d’accordo, io parto da un concetto molto semplice, la melodia è fondamentale per me per qualsiasi cosa che scrivo, mi spiego meglio,un pezzo può essere tirato, avere dei mid tempo all’interno, ma la cosa importante che la melodia ci sia sempre e che possa essere sempre ascoltata. Quella epicità che senti ascoltando i pezzi è data appunto lavorando sulle melodie e armonizzazioni che danno al pezzo quelle parti melodiche che spezzano le parti più brutali, queste cose danno personalità e anche una dinamicità alla composizione , credo sia un cosa importante per costruire un pezzo Stigmhate. Comunque mi piacciono anche quelle songs tirate che non ti danno tregua. Diciamo è un mix di parti brutali, veloci e anche parti melodiche e oscure.

Rispetto al predecessore “The Sun Collapse”, quali sono i punti di continuità e le differenze? Sicuramente “Zodacare Od Zodameranu” suscita nell’ascoltatore un maggior senso di oppressione, di claustrofobia, per lo meno è stata questa la mia sensazione.

Direi che i punti di connessione sono appunto come dicevo prima le parti ariose ed epiche, ma direi che l’approccio alla composizione di Zodacare è stato molto diverso rispetto a ”The sun collapse”, ho voluto introdurre nel nuovo disco influenze death metal, e quindi andare a creare un mix tra i due generi, ho cercato anche di scrivere in maniera istintiva e veloce tutti i brani. Ho voluto non avere limiti sulla composizione dei pezzi, come in passato, se la struttura di una song suonava bene e mi rendevo conto che mi piaceva la registravo ed iniziavo a lavorare agli arrangiamenti ,armonizzazioni e le metriche vocali. Quindi come puoi ben capire anche il metodo di lavoro è stato molto differente.

Parlando degli Stigmhate si fa spesso riferimento alla scena svedese, partendo dal presupposto che ritengo il vostro sound riconoscibile, dotato di personalità, ritieni che questo accostamento sia riduttivo e penalizzante? Ma soprattutto pensate di aver trovato la giusta formula o gli Stigmhate sono un’entità in continua evoluzione?

Credo che l’accostamento alla scena svedese è naturale in quanto il genere che suoniamo è nato in Svezia e in tutta la penisola scandinava. Non credo sia un fattore che può essere positivo o negativo, serve solo per inquadrare la band in un genere o sotto genere per far capire agli ascoltatori che tipo di sonorità ascolteranno. Personalmente non mi piacciono tutte queste etichette che si danno alle band per far capire il sound, se una band vi intriga , ascoltatevi il disco e dopo aver conosciuto la band allora deciderete se era quello che cercavate oppure no. Credo che Stigmhate sia una entità sempre in evoluzione, alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo che può essere nella produzione finale, nella composizione, nell’inserimento di soluzioni stilistiche magari fuori dall’ambito black metal, è sempre uno stimolo per fare sempre il massimo ed ottenere il massimo per ogni uscita discografica.

Recentemente ti sei trovato a fronteggiare una nuova emergenza, ovvero il batterista. Non ti chiedo le motivazioni di questa separazione, ma com’è la situazione? State testando qualche drummer?

Guarda ormai sono abituato a queste situazioni, in passato ho cambiato molti membri della band e rivoluzionato la line up molte volte, quindi come dicevo questa cosa non mi spaventa, anzi mi apre altre strade e mi dà molti più stimoli per far meglio in futuro ed acquisire ancora più esperienza da queste situazioni, anche se pur sgradevoli, alla fine è inevitabile fare alcune scelte per portare avanti al meglio la band. Adesso stiamo lavorando su diverse cose e sinceramente penso che i fatti parlano da soli e rimangono e son li davanti a tutti, le parole e le chiacchiere da bar le lascio volentieri agli altri. Per me conta il lavoro, i sacrifici, e andare avanti con la band, già i tempi son stretti quindi direi che non mi posso permettere di perder tempo per cose che esistono da sempre.

Sono rimasto particolarmente colpito dall’artwork, puoi darmi qualche informazione su suo significato? Ho letto anche la spiegazione del vostro “marchio”, potresti parlarne anche ai nostri lettori?

L’artwork è stato concepito totalmente da Marcelo Vasco, che ha curato tutto il packaging del disco. Marcelo ha elaborato a suo gusto le nostre idee. Ha fatto un lavoro superlativo ed ha centrato nel segno quello che cercavamo. Il sigillo usato per Zodacare è stato creato da noi, per avere un qualcosa che potesse far riconoscere la band, abbiamo usato dei simboli che rappresentano e simboleggiano dei concetti, ma sinceramente lo scopo per cui abbiamo creato questo sigillo è un altro.

Gli Stigmhate fanno parte della scena Black Metal italiana da quindici anni, com’è cambiata in questo lasso di tempo? Il mondo dell’Underground è praticamente sconfinato, ritieni vi siano band di valore?

La scena italiana in generale è cambiata, ci sono molte più band, il livello tecnico è molto superiore rispetto a 15 anni fa, anche l’approccio è differente, basti pensare ai supporti che al giorno d’oggi ci sono sia a livello promozionale esempio facebook , YouTube che anche a livello tecnologico per la produzione di un disco. Quindi credo che le band underground sono molto più facilitate nel promuoversi e farsi conoscere. L’Italia ha sempre avuto band di valore che spaccano il culo a molte altre band più blasonate estere, per citarti alcuni nomi come Handful of Hate, Novembre e molti altri, ma purtroppo l’italia è sempre stata carente in quei meccanismi fondamentali per la crescita di una band, per esportare la musica metal italiana all’estero ed avere anche noi un peso rilevante in Europa e nel mondo. Poche band al giorno d’oggi riescono a raccogliere quello che hanno seminato in duri anni di gavetta. Ma speriamo che questo trend cambi nel futuro.

Capitolo live, come stanno andando le cose? Recentemente avete suonato anche al Black Winter Festival, com’è andata?

Stiamo promuovendo il nostro ultimo disco è direi che siamo contenti e le cose stanno andando bene. Il Black Winter Festival è stata una bella esperienza, avevamo già partecipato a questo evento, e direi che è stata un’altra esperienza positiva, grazie anche alla professionalità degli organizzatori di sapere creare un bill di sostanza, ma anche dalla scelta del Colony come location, molto bello e con uno staff professionale.

Dal momento che “Zodacare Od Zodameranu” è uscito da poco, immagino sia prematuro parlare della prossima release, comunque cosa bolle in pentola attualmente in casa Stigmhate?

Mah…attualmente stiamo lavorando per i live per promuovere il nuovo disco, parlare di un nuovo disco come dici tu credo sia prematuro, ma sai non si sa il futuro cosa può portare, io comunque sono una persona che non si ferma mai per quanto riguarda la composizione. Quindi vedremo.

Bene, l’intervista è conclusa, vorrei che fossero tue le ultime parole, per lasciare un messaggio ai nostri lettori. Ti ringrazio per l’estrema disponibilità. Speriamo di incontrarci in occasione di qualche concerto.

Grazie a te per la chiacchierata e del supporto , per qualsiasi informazione potete visitare la nostra pagina Facebook, ascoltate il nostro nuovo disco e mandateci le vostre impressioni.
Ci vediamo, horns up!!