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Straight To Pain: “Earthless” – Recensione

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Dal Savonese ecco a voi gli Straight To Pain, formazione metalcore che nell’aprile di quest’anno ha dato vita all’ultima fatica “Earthless“. La band ha alle spalle altri due lavori, “Leave To The Sea”, pubblicato nel 2012 e “Horizon Calls”, pubblicato un anno dopo. Con l’EP di quest’anno, i ragazzi confermano le loro buone capacità compositive e di esecuzione, proponendo un disco dal carattere “nudo e crudo”, cattiveria primordiale davvero notevole.

L’EP è composto da 5 tracce, in apertura troviamo “Everything Dies”, che si infrange sulle nostre orecchie dando il via al putiferio! Il brano si lega quasi senza accorgersene a “Roots Of Desperation”, seconda traccia, caratterizzata da pennate super veloci fuse ad una buona dose di groove. Non da meno “No One Left To Save”, brano spacca ossa che ci mantiene sulla stessa linea d’onda, obbligandoci quasi a fare headbanging ovunque ci troviamo, a mio avviso la traccia simbolo dell’intero lavoro. Con “Let It Burn” e “Whisper Of War” ci spostiamo su altro, brani più eterogenei e ricercati, che chiudono in bellezza questo EP davvero accattivante. Piccola parentesi riguardo l’etichettatura “metalcore” nei confronti della band, non esattamente corretto, o meglio, corretto in parte se preferite, infatti durante l’ascolto non saranno poche le sfumature sonore di derivazione Death Metal, Thrash e molto altro ancora. I breakdown non sono onnipresenti come in molte bands metalcore per l’appunto, l’insieme si avvicina più al metal generico se vogliamo, motivo per cui i brani scorrono fluidi e senza stancare anche i meno amanti del genere.

In questo lavoro si apprezza particolarmente la voce violentissima e tonante del frontman che non scende mai a compromessi. Il suono delle chitarre risulta non proprio personale, ma fanno il loro “sporco” lavoro, devastando a dovere le orecchie dell’ascoltatore. Il reparto ritmico basso/batteria mantiene un bel muro sonoro, lavorando di prepotenza e regalando ai brani il giusto groove che non guasta mai. Le registrazioni sono abbastanza buone, qualche dubbio sui volumi, ma il risultato finale parla chiaro. La band ha delle buone basi per continuare su questa strada, l’atteggiamento è quello giusto e la rabbia di certo non manca!