Home Interviste Sudden Death: la band che quando c’è una difficoltà, caccia le palle

Sudden Death: la band che quando c’è una difficoltà, caccia le palle

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Sono stati sul punto di sciogliersi definitivamente, perchè le cose ad un certo punto proprio non giravano. Problemi con la tenuta di una formazione che si è parzialmente sfaldata e che ha dovuto fare i conti con gli altri impegni dei singoli.
Insomma, ci è voluta una grande prova di coraggio da parte dei Sudden Death… ma loro sono dei tipi tosti, dentro e fuori dal campo per utilizzare un gergo sportivo.
In attività dal 1998 la band di Genzano ha pubblicato “Monolith Of Sorrow” (la recensione), terzo album in carriera che non ha fatto che riconfermare che i tizi qui hanno le palle. E per loro il motto, nonostante le difficoltà, resta “Suonare, suonare, suonare”.

L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo questa intervista con le presentazioni. Chi sono i Sudden Death? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
Grazie a te, Stefano, per questa opportunità. I Sudden Death nascono nel 1997 con una formazione diversa dall’attuale e che, nel tempo, ha visto molti cambiamenti. Il gruppo si è formato per puro divertimento, riunendosi nella saletta in campagna, vicino Roma. Man mano le cose si sono fatte sempre più importanti, trasformando quel semplice svago in un serio divertimento e in un’occasione utile a definirci musicalmente, come gruppo amante di sonorità death metal di stampo americano “old school”. Lungo questo percorso, ricordo come tappe fondamentali la registrazione, nel 1998, del nostro primo demo (origine di ogni nostro più profondo impegno), il primo live tenuto in un localino del nostro paese (Genzano di Roma), e i primi chilometri macinati in lungo e in largo per l’Italia e per proporre la nostra musica a un pubblico più vasto.

“Monolith Of Sorrow” è il vostro terzo album, in che modo si evoluto il vostro sound dal 1998 ad oggi? Siete soddisfatti per il risultato raggiunto?
Come ti dicevo, seguire la “old school” americana è stata da sempre una nostra caratteristica. Ovviamente, il nostro sound si è evoluto, passando da quello più acerbo di “Devoured Inside” (nostro primo disco del 2000) a uno più maturo e tecnicamente più preparato di “Injection of Hate” (2004) fino ad arrivare a uno stile che è un connubio di velocità e rallentamenti di “Monolith of Sorrow”, nostra ultima fatica (2014). In generale, pur riconoscendo i grandi passi avanti fatti a livello di band e sound, siamo consapevoli, come si dice spesso, che il nostro miglior disco sarà sempre il prossimo.

Questo lavoro arriva a distanza di diversi anni dal precedente, cosa è successo in questo lasso di tempo? Immagino che vi siate dedicati anche ad altri progetti…
In realtà no. “Monolith of Sorrow” ha avuto una lunga gestazione perché, per alcuni anni, la band si è completamente fermata, di fatto sciogliendosi (seppur non ufficialmente).

Ho visto dalla pagina Facebook che siete alla ricerca di un chitarrista, avete già qualche sostituto o state ancora scegliendo il nuovo membro della band?
Questa, per me, è una nota dolente. Siamo rimasti, per quindici anni, con la stessa formazione – Flavio Tempesta (voce/chitarra), Luigi Maiolini, tuttora presente (chitarra), Dario Petraczek (basso) e me (Andrea Pro – batteria), finché Dario, a fine 2012, per motivi personali ci ha lasciato, spingendoci a un cambiamento epocale per noi: passare da quattro a cinque componenti, reclutando un bassista e un cantante, dando così la possibilità a Flavio di suonare soltanto la chitarra. Quindi, alla voce ci ha raggiunti Alessio “Pacio” Pacifici, già esponente dei romani “Dr. Gore”, e, al basso, Vito Fiorito dalla band “Ultimo mondo cannibale”. Questa formazione è durata fino al dicembre 2014 quando siamo rimasti solo Luigi (per tutti noi Gigi) e io, a quel punto davvero incerti se proseguire o scioglierci definitivamente. Dopo un po’ di difficoltà, abbiamo chiamato Luis Maggio alla voce (“Escatology” e “Mutant Safary”), alla chitarra Gabriele “Lopez” Lupi (“Murder Spree” e “Mutant Safari”) e Daniele Marrocco (“Murder Spree”). Questa sarebbe la formazione di adesso, se non fosse per l’attuale (e condivisibile) difficoltà di Gabriele nel suonare in tre band contemporaneamente. Ecco dunque spiegata la nostra esigenza di trovare un chitarrista, già individuato in Alessandro Di Mitri, giovanissimo e talentuoso chitarrista dei romani “Mushder”.

Voi suonate Death Metal, molto tecnico, dimostrando che seguire le mode del momento non rientra nelle vostre intenzioni. I Sudden Death andranno avanti sempre con queste caratteristiche?
Questa è la nostra intenzione, anche se aver cambiato spesso componenti e aver abbassato di molto l’età media del gruppo, ci sta spingendo a studiare sonorità più moderne nei pezzi tuttora in preparazione.

Credete che band dedite a generi estremi trovino con difficoltà locali nei quali esibirsi, o ritenete che sia difficile anche per gli altri?
Sicuramente la stra-grande popolarità della musica leggera e pop, rende la pubblicità delle nostre proposte ancor più ardua che se si trattasse di musica da camera o dodecafonica! Si tratta di un ostacolo, spesso un pregiudizio direi, di certo comprensibile, per orecchie non abituate alla nostra sonorità e perlopiù ignare della necessaria e faticosa preparazione tecnica che sorregge ogni nostro lavoro. Nonostante ciò, trovare i locali nei quali suonare è ancora relativamente facile, almeno per noi. Rimane però difficile, avere però il giusto riconoscimento, economico oltre che artistico, dei nostri concerti e questo sicuramente a causa dell’oggettivo periodo di crisi economica che esula dal nostro “mondo” ma che inevitabilmente lo condiziona.

Grazie alla tecnologia attualmente è più facile farsi conoscere anche all’estero, voi siete più apprezzati qui o al di fuori dei nostri confini?
Sicuramente siamo più noti in Italia che all’estero, essendoci raramente esibiti fuori dal nostro Paese, ma sappiamo che grazie a “Killerpoolrecords” e “Narcotica Promotion” il nostro disco è apprezzato in Europa, dove sono state vendute già molte copie. Inoltre, grazie a “K2 Music Managenment”, “Orion Music Agency” e “Ripping Family Booking & Promotion”, in primavera affronteremo tour in Europa per una ventina di date circa. Tutte queste agenzie lavorano attivamente sui social network, dandoci la possibilità di vendere il nostro disco on line e negli store digitali.

Torniamo alla musica “suonata”, come sono nati i brani contenuti in “Monolith Of Sorrow”? Chi è il più creativo della band?
I brani sono stati tutti composti dal nostro vecchio chitarrista Flavio ed elaborati tutti insieme durante le ore passate in sala prove. Adesso affrontiamo il lavoro in maniera un po’ diversa, partecipando tutti molto più attivamente alla stesura e all’arrangiamento delle canzoni.

Come si riesce ad essere riconoscibili, ad avere un personalità ben definita ed a sopravvivere, come band ovviamente, a quasi venti anni di carriera?
Beh… Proprio rimanendo fedeli alla nostra prima linea musicale e al Death Metal americano (che è tuttora il genere preferito dei nostri ascolti quotidiani) e dimostrando così che solo un convinto amore per quello che si è scelto sia la strada vincente e per questo percepibile da chi ci ascolta.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Oltre alla promozione dell’album ci sono altre cose in programma?
Suonare, suonare, suonare.

Bene ragazzi, grazie per il tempo che mi avete concesso, l’intervista è conclusa e lascio a voi il compito di concluderla nel migliore dei modi… A presto!
Grazie ancora a te per questa chiacchierata. E, te lo ripeto, “suonare, suonare, suonare”.
Andate a vedere cosa combinano i “Sudden Death” su
www.facebook.com/suddendeath666,
https://suddendeathofficialmerchstore.bigcartel.com,
https://suddendeath666.bandcamp.com