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Sunset: “Orizzonti” – Recensione

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sunset orizzonti

Un Rock viscerale ed introspettivo è ciò che propongono i Sunset con la loro fatica sulla lunga distanza dal titolo “Orizzonti”.

Se nel primo capitolo si erano avvalsi di collaborazioni di tutto rispetto, come ad esempio Graham Bonnet, Jennifer Batten e Wilko dei Rats, in questo caso fanno affidamento solo sulle loro forze, ad accezione della prima traccia “Uno Spazio Per Pensare” che vede la partecipazione del quintetto folk scozzese The Blazin’ Filddles.

Le sonorità che ci propongono sembrano provenire direttamente dagli anni settanta, con un genere che unisce al Rock tradizionale qualche sfumatura progressiva che sicuramente non guasta, con suoni assolutamente poco spinti ed ancorati ad una produzione che si avvicina molto alla dimensione live. A completare il quadro il cantato in italiano di Simon Locatelli, ad eccezione dell’ultima traccia “Danger Zone” per la quale viene utilizzata la lingua inglese. Rimanendo in tema vocale, Simon dimostra di avere doti eccellenti che aderiscono alla perfezione al tappeto musicale del resto della band, la sua timbrica è calda e suadente, ma riesce anche a toccare note molto acute.

Dal punto di vista strumentale, viene dato grande risalto alla chitarra di Demetrio Caracciolo, tra l’altro anche produttore e fonico, il quale predilige distorsioni corpose ma che sembrano uscire direttamente da valvole incandescenti e non da freddi software o emulatori. Molto efficaci gli arrangiamenti dell’axeman, il quale non disdegna clean tones con effetti di modulazione, come in “Le Tue Verità I”, per citare un esempio, che dipinge perfettamente l’idea di un viaggio attraverso una strada polverosa.

Con “Uno Spazio Per Pensare” si apre e si chiude la parentesi Folk, dal momento che con la successiva “Nuovo Orizzonte” il Rock muscoloso dei Sunset inizia a farsi sentire. Da rimarcare in questo frangente gli acuti iniziali del cantante Simon. Con “Il Lupo E Il Bracconiere” i Nostri decidono di omaggiare un grande autore della canzone italiana, ovvero Ivan Graziani, riproponendo il brano interpretandolo secondo i propri canoni, ma rimanendo comunque fedeli all’ anima della traccia. “Verso Timboctù” è caratterizzata invece da un ritmo tribale pulsante ed accorato, brano interessante nonostante la sua durata di circa un minuto e mezzo.

Tra le altre bisogna citare “Tornerò Da Te”, “Rebelde” con il suo spirito quasi Funky disorto e la conclusiva “Danger Zone”, che ben rappresenta un’atmosfera Southern Rock abrasiva.

Pur non godendo di una produzione eccelsa, ma ribadisco che si tratta sicuramente di una precisa scelta stilistica che mira a mantenere intatta la componente acustica dei Sunset, “Orizzonti” è un buon esempio di Rock italiano sfrontato, ma allo stesso tempo curato e professionale.