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Tastiera o Pianola? Il motivo della confusione è la poca informazione

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Domandare è lecito. Rispondere è cortesia. E quando alla domanda si risponde ridendo? Come la mettiamo?
No perchè per la stesura di quest’articolo, i coinvolti sono stati “avvicinati” tutti con la stessa domanda e la spiegazione della stessa. E la risposta DI TUTTI è stata: “ahahahahahah“!

Giuro che l’intento non voleva essere quello di suscitare grasse risate, ma mi rendo conto che l’argomento è di quelli che fanno sia ridere che incazzare i diretti interessati.
Parliamo dell’atavica questione che gira attorno alle parole “tastiera” e “pianola“.
Dire ad un tastierista che suona la pianola è l’errore umano e professionale più grande che si possa commettere!
Ma se suono la pianola e mi danno della tastierista l’effetto è lo stesso?
Ma sta pianola esiste? No perchè ne viene messa in dubbio anche l’esistenza!
Dice a tal proposito Davide “Sicarius” D’Andrea degli Ecnephias:

Il termine “pianola” viene usato impropriamente e a livello molto popolare per indicare anche strumenti molti costosi, parlo di sintetizzatori, workstation, piani elettrici, ecc…In molti dicono pianola erroneamente, nel senso di piccolo piano, derivato del piano. In realtà la pianola (o autopiano) fu il primo piano meccanico, che appunto suonava da solo ed era concepito come una sorta di grande carillon; fu brevettato all’inizio del 900 e andò fuori produzione già negli anni 30, anche grazie all’avvento della radio e del fonografo. Naturalmente il termine è sopravvissuto fino ai giorni nostri per indicare non solo le tastierine giocattolo, ma anche strumenti professionali come sintetizzatori e tastiere in generale. Il termine “tastiera” infatti è quello corretto, e indica tutti gli strumenti con tasti, dal pianoforte al clavicembalo, dall’organo alla fisarmonica, passando naturalmente per il sintetizzatore, che è il termine specifico per indicare quella che comunemente viene chiamata tastiera dalle persone normali e pianola dai trogloditi. I Depeche Mode, i Pink Floyd, i Dream Theater usano tastiere, non pianole, le pianole non esistono.

Questa differenza sostanziale viene ben spiegata da Paolo Campitelli dei Kaledon:

Con pianola si intende nel gergo comune le tastierine per bambini, diciamo dei mini arranger con i tasti più piccoli dove magari suoni una nota e ti fa tutta la musica intorno. Mentre per tastiera si intende un prodotto professionale che non ha le casse per dire… Che poi si dividono in diverse categorie: Synth (analogici o virtual analog), workstation, arranger (che sono le uniche con le casse, diciamo le tastiere da matrimoni).
Se vogliamo, anche il termine tastiera è sbagliato, nel senso che in teoria la tastiera è solo la meccanica, l’insieme dei tasti bianchi e neri. Per tastiera nel gergo comune si intende un Synth o una workstation, quella che vedi sul palco, perché fa un po’ tutto, dagli archi al pianoforte, agli organi, ai suoni simulati di un Synth analogico. Perché si fa confusione….. Mmhhhh… Boh! Forse perché le mamme le chiamano così quando comprano la Casio di turno!”.

Più diretto Michele Luppi (Whitesnake, Secret Sphere):

Il termine pianola mi è sempre sembrato un diminutivo… Poco rispettoso verso chi usa tastiere, che a loro volta si dividono in Sintetizzatori, Campionatori, Organi……
Ignoranza comune.
Guarda che poco impatto mediatico ha avuto la morte d Keith Emerson, il Dio delle tastiere”.

Ancora più nel dettaglio e pungente Francesco Ferrini dei Fleshgod Apocalypse:

Il termine “tastiera” indica un’intera categoria di strumenti musicali elettronici. Ne esistono vari tipi, dai sintetizzatori alle tastiere arranger da piano-bar, ma il discorso sarebbe lungo e noioso. Per farla breve, la differenza tra un sintetizzatore e un’ arranger è, più o meno, la stessa che intercorre tra i Depeche Mode e Gigione.
La “pianola”, invece, è un pianoforte automatizzato controllato da un rullo a scheda forata, del tutto simile a un carillon ma, sfortunatamente, assai meno pratico come strenna natalizia. Avete presente i film western? Ecco, quello.
Moltissima gente si riferisce alle tastiere chiamandole ‘pianole’, ma l’utilizzo del termine è improprio. Ho detto ‘moltissima gente’? Intendevo piuttosto il genere umano, in schiacciante maggioranza (musicisti compresi).
I motivi esatti non li conosco, ma credo siano gli stessi che spingono taluni a scrivere “sta mattina” o “interrogazzione””.

Chiude questa finestra Riccardo Studer degli Stormlord al quale va il merito di aver ispirato questo articolo con il suo ultimo post in cui faceva riferimento alla “pianolacam”, ovvero la cam piazzata in direzione tastiera durante un concerto.

La pianola è uno strumento dei primi del 1900, una sorta di pianoforte che suonava con schede perforate, infatti si chiamava anche AUTOPIANO e di base suona da sola. Però la pianola come la conosciamo noi, è un dispregiativo: diciamo un modo per definire tastiere di dimensioni più piccole, con meno ottave e tasti, modelli giocattolo e leggeri.
Quelle piccine che vanno a batteria con i suoni della chicco ecco, poi purtroppo tutti sono ignoranti e la chiamano pianola anche quando è una tastiera! Tipo la pianola Bontempi.
Un po’ come il modello delle elementari o medie in cui devi soffiare dentro, che si chiama diamonica.
Il motivo della confusione è spesso appunto la poca informazione, perchè un pianista/tastierista che sente dirsi “suoni la pianola” muore dentro ogni volta”.

Anche io ho suonato la diamonica… Devo dire che non era il massimo dell’igiene quel tubo pieno zeppo di saliva che schizzava sulle facce dei compagni di banco. Però era divertente!