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That’s Live: l’impresa dei 1000 di Cesena raccontata da loro

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Il più giovane aveva 7 anni. Il meno giovane quasi 80. Racchiusi tra i mille c’erano musicisti in erba e navigati, accomunati tutti dalla stessa passione e dalla voglia di rendere unico un evento che già si preannunciava memorabile.
Fabio Zaffagnini ha colpito ancora. Il Rockin’1000 è tornato a Cesena sotto mentite spoglie, che poi tanto mentite non sono: ne è stato semplicemente modificato il titolo.
E nonostante l’intero Paese Italia abbia concentrato alcuni degli eventi TOP di quest’estate nella giornata del 24 luglio (concerto dei Maiden a Roma, tanto per fare un esempio), il That’s Live ha colpito nel segno, facendo registrare il tutto esaurito all’Orogel Stadium Dino Manuzzi di Cesena.
La più grande rock band di sempre si è esibita con questa scaletta:

1. Bitter Sweet Symphony (The Verve)
2. Come Togheter (Beatles)
3. Gold On The Ceiling (The Black Keys)
4. Born To Be Wild (Steppenwolf)
5. Jumping Jack Flash (The Rolling Stones)
6. It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock’n’Roll) (AC/DC)
7. C’mon Everybody (Eddie Cochran)
8. Seven Nation Army (White Stripes)
9. Blitzkrieg Bop (Ramones)
10. Smells Like Teen Spirit (Nirvana)
11. Rebel Rebel (David Bowie)
12. Police On My Back (Clash)
13. People Have The Power (Patty Smith)
14. Rockin In The Free World (Neil Young)
15. Song2 (Blur)
– bis –
17. Rebel Rebel (David Bowie)
18. Medley
19. Learn To Fly (Foo Fighters)

Tra chi ha partecipato al Rockin’1000 2015 e chi ha vissuto per la prima volta questa esperienza corale, ecco alcune delle voci dei protagonisti:

– Simone Caxixo Lavorini (Crazy Rain, OHM)
“3 giornate passando ore ed ore sotto il sole cocente ed una pavimentazione bianca riflettente effetto lampada all’interno dello stadio di Cesena per provare il repertorio. Addosso un paio di cuffie sparavano a fiamma il click del metronomo e i comandi audio per non perdersi nella struttura, le invettive dei tecnici e del Maestro Sabiu contro tutti quelli che non riuscivano a fare silenzio tra un brano e l’altro. Le interminabili code per riconsegnare le cuffie e per prendere il pranzo, sempre lo stesso panino (verdure grigliate e formaggio per noi erbivori e sempre e solo tacchino per tutti gli altri), acqua e due pesche, il tutto da tirare giù velocemente mentre dal campo già sbraitavano perché stavamo facendo tardi.
Sempre e solo sole, tranne la notte, quando noi eravamo lontani e ci sceglievamo col terrore che ci si fosse fottuta la strumentazione, subito a leggere sul gruppo Facebook per capire com’era la situazione.
Eppure tutta questa fatica è svanita domenica alle 21 in punto, quando tutte le luci si sono spente e le 13 persone che hanno intasato lo stadio per assistere all’evento hanno acceso il flash Led del cellulare.
Da quel momento è stata solo energia, adrenalina pure per due ore di concerto, sentivamo le folate di vento create dai batteristi, il tuono di 500 chitarre e bassi, l’armonizzazione delle voci, le tastiere, i violini e le cornamuse. Ma soprattutto l’esplosione di applausi ed urla degli spettatori alla fine di ogni brano.
Siamo stati davvero una sola band non di 1000 ma di 14miladuecento persone.
Abbiamo espresso il ruolo della musica.
Siamo stati quello che è il rock n roll.
Ognuno di noi sicuramente continuerà a vivere ogni esperienza musicale con più rispetto, unione e sicuramente anche con più gioia.
Questo è stato il mio Rockin’1000
La cosa più particolare che mi è successa è che appena arrivato al check in ho finalmente incontrato il mio sosia di Facebook: reciprocamente temevamo di essere il fake l’uno dell’altro da quanto siamo simili. Appena entrati con gli strumenti nello stadio, due degli organizzatori ci hanno fermato e ci hanno detto: “fermi fermi, voi due venite con noi, dovete posizionarsi accanto in una delle prime file”.
La cosa bizzarra è che già dalle primissime prove ci siamo accorti di muoverci allo stesso modo, fare le stesse facce, di tenere il basso in modo assurdo e di saltare come cavallette.
Nelle pause abbiamo parlato molto ed è nata una bella amicizia che spero davvero possa continuare.
Ringrazio davvero Erik (Donatini, ndr.) perché è stato come vivere l’esperienza insieme ad un fratello gemello!”.

gemelli rasta

– Luca Marinelli (chitarrista)
“Learn To Fly: finiamo di suonare quello è che l’inno del Rockin’1000 e parte la “passeggiata” di tutti i musicisti. Ci avviciniamo tutti sotto la curva per poi andare sotto alla tribuna: uno spettacolo incredibile, d’altronde vedere circa 15.000 persone (ogni fonte da numeri diversi) in visibilio per “te”, non è roba da tutti i giorni!
Durante la suddetta passeggiata ci hanno accompagnato i batteristi suonando “We Will Rock You”, quindi c’è stata una gran complicità tra di noi e il pubblico, e poi il tocco finale: scovare amici e famiglia in tribuna con degli occhi davvero fieri e contenti (soprattutto quelli di mio padre), emozione allo stato puro!”.

marinelli

– Davide Crisafulli (The Sunburst):
E’ stata un esperienza incredibile che ha rimesso la passione per la musica al centro, uscendo per qualche giorno dai meccanismi dell’ambiente musicale italiano, lasciandosi alle spalle invidie e altre cose poco piacevoli che si è soliti vedere..prtecipazione, condivisione…personalmente sono davvero felice di aver potuto contribuire a questo evento senza precedenti
Poi c’è ne sarebbero di cose…ad esempio la sensazione di far parte realmente di una band, quando siamo entrati in scena avevamo tutti una convinzione e una carica proprio come è solito avere nella propria band. …fantastico. ….probabilmente devo ancora metabolizzare il tutto”.
davide crisafulli

– Eric Antonello (Burning Black):
“Devo ammettere che ho mandato il video candidatura davvero in maniera scettica e soprattutto senza conoscere nulla dell’evento dell’anno scorso. Sapevo che era stato fatto qualcosa “per chiamare i Foo Fighters in Italia” ma nulla di più. Un mio caro amico mi ha convinto ad aderire quest’anno e alla fine m’hanno preso. L’evento si è rivelato davvero oltre le mie aspettative di unità astronomiche!
Un’organizzazione praticamente perfetta, considerato che venivano mosse 1200 persone alla volta in giro per Cesena e città limitrofe e all’interno dello stesso stadio! La postazione che mi è stata assegnata era estremamente favorevole, mi trovavo in seconda fila dei chitarristi a cui è stato dato l’arrangiamento solista, a fianco di Cesareo, Poggipollini, Cesare Petricich dei Negrita e con quest’ultimo abbiamo avuto la fortuna di trascorrere tutte e 4 le giornate di prove (sotto il sole!!) scoprendo davvero una persona incredibile, non ha mancato nemmeno una prova, ore e ore sotto al sole assieme a tutti noi tra risate, analisi dei riff dei pezzi e tutto il resto.
Un evento come questo è qualcosa di mai accaduto prima nella storia e me ne comincio a rendere conto solo oggi dopo 2 giorni dalla sua fine. Riempire con quasi 20.000 persone spettatrici uno stadio e richiamarne 1200 a suonare e soprattutto… tenerle buone a non suonare tra un pezzo e l’altro è stata una GRANDE impresa! 😀
Comunque la vera figata è stata quella di vedere gente di tutti i tipi, musicisti di qualsiasi estrazione e livello uniti in maniera fortissima da una passione che personalmente non ho mai visto così sincera da quando suono. A nessuno è interessato nulla, se non rockeggiare e lo stesso è valso per i vari vip presenti”.
eric antonrello

– Alex Galanti (TIMESWORD, Miradavaga)
Durante le prove tra un brano e l’altro era richiesto un silenzio assoluto. Alla fine di ogni prova c’era sempre qualcuno che finito il pezzo continuava a suonicchiare, a colpire un piatto, a strimpellare.
Ad un certo punto Marco Sabiu, uno che ha diretto Pavarotti, Sanremo per intenderci, si rompe i coglioni e si TOGLIE I PANTALONI E SI METTE IN MUTANDE
Ma tra l’altro VERAMENTE BRUTTE!
E grida “Se non la smettete di rompere il cazzo mi spoglio nudo e vi vengo ad inculare con la SABBIA”
e ha fatto le prove cosi’.
Li abbiamo raggiunto il TOP credo”.

– Marco Lazzarini (Secret Sphere, Lucky Bastardz)
Ero piazzato in seconda fila con la mia batteria, davanti a me una bambina di dieci anni circa, Gemma, armata di una Tamburo rossa e ben quattro piatti. Per tutti i giorni delle prove noi altri scherzavamo e ridevamo, lei rimaneva al suo posto quasi intimidita, tenerissima. Di tanto in tanto, davamo tutti un’occhiata che il suo drumset fosse a posto, la aiutavamo a sistemare l’ombrellone, lei educatamente ringraziava. Arriva la sera del concerto, iniziamo a suonare, per tutti noi è qualcosa di incredibile. Finisce tutto in un attimo, ci ritroviamo sotto gli spalti a fare casino, a dare il nostro ultimo saluto al pubblico. Vedo Gemma tra gli altri, sembra felicissima, la raggiungo e le chiedo: “ti posso abbracciare?” Lei mi risponde con un sorriso enorme e mi vola al collo, felicissima, e grida assieme a tutti noi!! Una delle tante scene che non dimenticherò mai di questo THAT’S LIVE!!”.