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The End At The Beginning: “La luce c’è sempre. Anche nei momenti più bui”

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Nascono nel 2012 nella bella Bologna ed è dalla città natale che i The End At The Beginning prendono spunto per quella vena creativa e positiva che contraddistingue i loro lavori.
Questi ragazzi credono fortemente nel potere della musica e nei messaggi da veicolare attraverso i loro testi. Nulla è scontato, nulla è fatto a caso ed ogni aneddoto di vita può essere una “rivelazione”…

L’intervista:

 

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Prima di iniziare a parlare del vostro nuovo album vorrei che mi parlaste della band. Chi sono i The End At The Beginning? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
Ciao ragazzi e grazie di averci dedicato questo spazio e soprattutto il vostro tempo! I The End At The Beginning sono cinque ragazzi di Bologna ai quali la musica ha rubato da sempre una grossa fetta della loro vita, diventando una delle passioni principali per ognuno di noi. Siamo Nicola (lead singer), Lorenzo (clean singer e chitarrista), Andrea (chitarrista), Alessandro (bassista) e Filippo (batterista). Ad ora abbiamo rilasciato due album, “Appearances” (2014) e “Revelations” (2016), girato in lungo e in largo tutta l’Italia per promuoverli affacciandoci più volte anche ad esperienze Europee.

“Revelations” è l’ultima fatica discografica. Perché questo titolo? Cos’è per voi una “rivelazione”?
Volevamo dare continuità al lavoro precedentemente pubblicato, dal titolo “Appearances”. “Revelations”, ovvero la rivelazione, è ciò che sta dietro all’importanza data all’apparenza presente nel mondo di oggi, principalmente raccontata nel primo album. La rivelazione per noi è sinonimo di verità, positiva o negativa che sia, e purtroppo è una parola che oggi si fatica a valorizzare poiché la maggior parte delle volte non corrisponde a ciò che ci viene mostrato. Quindi, i nostri lavori sono collegati in qualche modo.

“Facciamo musica per condividere emozioni”, affermate sulla vostra pagina Facebook, quante emozioni ci sono nell’album? Come si riesce a generare emozioni tramite la musica?
Tante, troppe. Siamo una di quelle band che crede fortemente nella sostanza delle canzoni che compone, non solo musicalmente. Abbiamo sempre cercato di rendere il testo delle canzoni una sorta di libro bianco in cui l’ascoltatore, o meglio il lettore, potesse immedesimarsi. “Revelations” è tetro, crudo, triste e malinconico, ma è guidato da una base di positivià che riflette poi lo spirito della band, pensiamo che la luce sia sempre presente anche nei momenti più bui della nostra vita.
Trasmettere emozioni attraverso la musica è davvero difficile, come la poesia d’altronde, ma non pensiamo ci sia una formula che detti regola per questo. Ogni artista trasmette una energia diversa che verrà assorbita da chi è più predisposto al momento per quel tipo di energia, quindi non è detto che un gruppo punk-hardcore trasmetta meno emozioni di Hans Zimmer durante un concerto, sono semplicemente energie diverse.

Ci sono delle tematiche particolari che vengono affrontate?
Dentro c’è tutto ciò che abbiamo assorbito dalle nostre esperienze di vita: c’è la morte, l’apatia, la voglia di staccarsi da tutto, la condizione globale dell’uomo, e molti altri temi affrontati face to face, sempre guardando al positivo.


L’album è uscito per l’americana Famined Records. Come mai questa scelta? Pensate che sia utile per farvi conoscere all’estero?
Ci contattarono tempo fa poiché gli piacquero molto alcuni pezzi del primo album “Apperances”, e scambiando quattro chiacchiere con i ragazzi abbiamo capito che la proposta che ci era stata avanzata faceva al caso nostro. Avevamo già parecchi fan sparsi in tutto il mondo, e la firma con Famined Records ha ovviamente incrementato la dose, soprattutto in USA. Siamo più che contenti di questo!

Molte band affermano di avere maggior seguito fuori dall’Italia, alcuni si lamentano per lo scarso supporto, ma siamo davvero così distratti ed abbagliati dai gruppi esteri?
Siamo decisamente troppo abbagliati e affascinati da ciò che sta fuori dai confini. Noi facciamo parte di un collettivo che organizza concerti a Bologna chiamato Nuke Crew, siamo una associazione di band di vari generi, e questo ci ha dato , e ci dà, la possibilità di conoscere centinaia di band in giro per l’Italia e ospitarle alle nostre serate. Vi posso tranquillamente dire che ci sono band da nord a sud che farebbero volare via una buona parte di band del genere che girano il mondo, musicalmente e umanamente, e la gente se ne sta accorgendo piano piano. Mese dopo mese, le serate sono sempre più piene di persone che hanno voglia di divertirsi e liberarsi dalle tensioni della settimana, e noi membri di Nuke Crew siamo contenti di fare la nostra parte in questo, con ottimi risultati se possiamo dire.

Qual è la vostra formazione musicale? Ci sono delle band che hanno influenzato il vostro songwriting?
Come detto prima, siamo in cinque: voce, due chitarre, basso e batteria.
Sicuramente per il genere che suoniamo abbiamo avuto inizialmente influenze da un sacco di band, partendo dai Linkin Park fino agli In Flames, Slipknot, Lamb Of God e tantissimi altri anche di altri generi. La spinta che ci ha fatto prendere questa strada sicuramente sono stati gli August Burns Red e gli A Day To Remember, che hanno diciamo riunito i vari gusti di tutti quanti avvicinandoci al genere. Partendo da questo punto poi abbiamo influenze da diversi artisti underground che conosciamo di volta in volta (come abbiamo detto prima, l’Italia ha davvero molto da dire) e continuiamo ad averne da artisti di tanti generi diversi, dal rap all’alternative psichedelico o alle colonne sonore.

Come nasce un vostro brano? Si tratta di un processo evolutivo di squadra?
Di solito si parte sempre con l’idea di qualcuno su una particolare parte da inserire, che sia un chorus, uno stacco o semplicemente un concetto per la stesura di un testo. Quando qualcuno ha un’idea la si sviluppa insieme piano piano, facendo la struttura della canzone e smussandola una volta completata.

Cosa c’è nel futuro dei The End At The Beginning? State lavorando a qualcosa di nuovo?
Il nostro obiettivo ora è quello di pubblicizzare il più possibile il nuovo album, e aprirci la porta dell’Europa il prima possibile. In questo ci daranno sicuramente una mano i ragazzi di Antigony Agency, con i quali abbiamo firmato una collaborazione che speriamo duri il più a lungo possibile.

Grazie mille per il tempo che mi avete dedicato. A voi l’ultima parola…
E’ stato un piacere, grazie a voi! Se qualcuno avesse voglia di conoscerci, o scambiare due parole, o cercare contatti per una data, o suonare a Bologna, non esiti a contattarci privatamente o venire ai nostri concerti. Se possiamo darvi una mano state tranquilli che lo faremo!