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Trick Or Treat: “Rabbits’Hill pt.2” – Recensione

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Imitare non è la parola giusta. Quando si attinge a qualcosa (o qualcuno) che reputiamo migliore di noi è perchè stimiamo quel qualcosa o qualcuno e facciamo il possibile per assomigliarci.
La fase di mimesi poi viene ampiamente superata nel momento in cui all’omaggio viene affiancata la farina del proprio sacco, rendendo quel prodotto unico e riconoscibile.
E’ il processo di crescita che contraddistingue i Trick Or Treat, nati come tribute band degli Helloween ma con un piglio decisamente parodistico il che li ha portati a farsi conoscere ed amare per la loro simpatia. Poi però ti accorgi che oltre ad essere simpatici sono anche bravi, perchè c’è Alessandro Conti (Luca Turilli’s Rhapsody) alla voce, perchè c’è la sensibilità autorale di Leone Villani-Conti, perchè la freschezza e duttilità di Luca Setti alla batteria, perchè c’è l’alchimia e la complementarità di Guido Benedetti e Luca Venturelli alle chitarre.

Con il nuovo “Rabbits’Hill pt.2” si chiude la saga e si apre la nuova fase dei Trick, quella più matura, quella che li porta all’attenzione del grande pubblico, o quantomeno di quello capace a non limitarsi al power perchè di fatto ci sono tanti di quei colori, tante di quelle sfumature che i generi più diversi si fondono, palesando un’evidente fase sperimentale e di crescita in atto.
Prendiamo ad esempio la doppia cassa della track di apertura “Inlè (The Black Rabbit of Death)”: è chiaramente thrash metal! Per non parlare dell’innesto in growl (che mi ha ricordato “Through My Veins” degli Ancient Bards”) il che aggiunge una dose di cattiveria a quella che erroneamente si può considerare una “storiella”. Ed a proposito di Ancient Bards: è la voce (tra le migliori nel panorama femminile italiano) di Sara Squadrani ad accompagnare la super ballad del disco: “Never Say Goodbye”, un duetto fortemente voluto e rincorso nel tempo tra le parti anche perchè Alle Conti pare abbia smesso di “tirarsela” (parole sue nella nostra intervista) e si sia aperto alle collaborazioni.
Menzione d’onore nel capitolo duetti va alla canzone “United” che qualcuno avrebbe voluto invece intitolare “Deliverance” per la sua carica liberatrice appunto. Ma “United” è un inno alla battaglia, è il discorso che il comandante fa ai suoi uomini prima dello scontro con il nemico ed è soprattutto l’unione – appunto – tra le voci di Alle e Tony Kakko (Sonata Arctica): meraviglioso il modo in cui esse si fondono e si riciclano, con quel refrain attinto dal mondo dei cartoon ed in particolare da “Mila & Shiro” che diventa delizioso e nascosto e si palesa solamente se te lo si fa notare…

Esattamente come accade nell’ultimo duetto di “Rabbits’Hill pt. 2”, quello con Tim “Ripper” Owen in “They Must Die”: l’orecchio attento capisce che il bridge sorvola le note di “Chandelier” di SIA ed inizi a sorridere perchè, come detto poco fa, imitare non è la parola giusta. Ci vuole classe anche per riprendere una hit, rivoltarla come un calzino, lasciarle l’essenza ma offrirla al pubblico con una propria identità. Ed in questo i Trick Or Treat sono i numeri uno.

Altro punto di forza dell’album è la long track “The Showdown”, un brano sandwich perchè la parte strumentale che occupa la maggior lunghezza del pezzo è racchiusa dal cantato: adoro il pre-finale dal gusto decisamente Lounge Rock, che si avvia poi verso una conclusione quasi da gospel.

In definitiva “Rabbits’Hill pt. 2” è l’album che premia il lavoro di cinque ragazzi (…prego…) alle prese con quello che poteva sembrare un lavoro scontato, essendo un sequel, ma che in realtà è molto più solido di quanto ci si aspetti.
Da rimarcare la fase creativa che ha coinvolto ogni membro della band, basti pensare al fatto che il solo Alle Conti è autore di tre pezzi (più musica) del disco ed allo stesso tempo è curioso come i pezzi scritti dagli altri per lui spingano molto sulle note alte, denotando una completa fiducia nelle capacità del proprio leader.
E’ una bella prova d’insieme, è una bella storia di amicizie e di musica. Quella che ascolti e canti con il sorriso sulle labbra.