Home Interviste Winterage… e l’ambizione di 20enni che ci sanno fare!

Winterage… e l’ambizione di 20enni che ci sanno fare!

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Foto Ufficiale Winterage

Nascono come band strumentale ed in effetti con gli strumenti ci sanno proprio fare. Loro sono i Winterage, giovani di belle speranze che sanno di essere bravi musicisti, ma che un giorno hanno sentito l’esigenza di comunicare anche attraverso i testi. Spesso li paragonano ai Rhapsody Of Fire ed in effetti il cuore melodico che batte in questi sei liguri è proprio quello del Symphonic Power Metal di alta fattura.
Dopo aver recensito “The Harmonic Passage” (la recensione), abbiamo voluto conoscerli meglio, grazie a questa intervista con il violinista Gabriele Boschi.


L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. È nostra consuetudine iniziare l’intervista con la presentazione della band. Chi sono i Winterage e quali sono le tappe principali della vostra carriera?

Ciao Stefano!
Grazie per questa opportunità. I Winterage sono una giovane band genovese, in cui io ricopro il ruolo di violinista e co-fondatore. Il progetto è nato nel 2008 dall’idea comune mia, di Dario il tastierista e Riccardo il chitarrista.
Inizialmente eravamo un gruppo strumentale, che prevedeva il violino come strumento solista, passando la palla talvolta alla chitarra e talvolta alle tastiere. Successivamente alla produzione di un EP strumentale di 6 tracce, abbiamo completato la formazione inserendo Daniele alla voce.
In seguito alternavamo i live alla composizione dei nuovi pezzi, facendo crescere il nostro nome in ambio locale e non. Dopo aver composto un buon numero di pezzi e dopo aver testato la nuova formazione registrando una canzone per la colonna sonora di un film horror indipendente, abbiamo deciso di registrare il nostro primo disco full-lenght.
Ci siamo resi conto che la nostra musica necessitava di veri esecutori per tutti gli arrangiamenti orchestrali che avevo scritto, così abbiamo deciso di intraprendere l’avventura di registrare una vera orchestra sinfonica ed un vero coro lirico.
“The Harmonic Passage” è uscito il 2 Febbraio 2015 e ha riscosso molto successo di critica e tra gli amanti del genere Power Symphonic Metal. Abbiamo continuato incessantemente l’attività live, riuscendo ad esibirci con bands del calibro di Dark Moor, Elvenking, Angra e Trick or Treat.
Ultima nostra pubblicazione è un singolo natalizio “The Legend of the White Tannenbaum”, uscito digitalmente a Natale 2015, il quale ha raggiunto la prima posizione tra i brani metal più venduti su iTunes nei giorni di 25 e 26 Dicembre 2015; la canzone è una revisitazione dei temi natalizi più famosi uniti in una canzone organica, in chiave Symphonic Metal.
Attualmente la band è in fase di composizione del secondo disco e al contempo è in cerca di una valida etichetta discografica che lo possa produrre.


Avete esordito come band strumentale, successivamente avete introdotto nella line up anche la voce, da cosa è stata dettata questa scelta?

La scelta è stata dettata da due ragioni. La band strumentale funzionava bene e aveva un buon seguito, quidi non ne sentivamo una forte necessità, ma ci siamo resi conto che il pubblico ha bisogno di un cantante, di una linea vocale da seguire durante i concerti e durante l’ascolto delle canzoni.
Inotre iniziavamo a sentire il bisogno di inserire delle lyrics per dare maggior significato alle nostre canzoni, così ci siamo messi alla ricerca di un cantante e quasi subito abbiamo trovato Daniele, il quale stava cercando proprio una band metal che utilizzasse il violino: una incredibile e fortuita coincidenza! Ci è piaciuto fin da subito il timbro della sua voce.

“The Harmonic Passage” ha visto il coinvolgimento anche di un’orchestra di quaranta elementi, una scelta davvero coraggiosa per il vostro esordio. Come siete riusciti ad amalgamare il vostro sound con il lavoro dell’orchestra? Come è avvenuta la composizione dei brani?

Come accennavo prima, i brani sono nati con l’inserimento fin da subito delle parti orchestrali e con l’idea di utilizzare determinati arrangiamenti che prevedevano l’utilizzo di strumenti provenienti dall’orchestra sinfonica.
Questa è la particolarità della nostra musica che preferisco: la commistione organica della parte metal con quella sinfonica, atta a creare musica dinamica (per quanto possibile, visto l’indispensabile utilizzo del mastering), emotiva e d’impatto sonoro, ma sempre con una certa raffinatezza.
Il sound generale è venuto da sè: non è stato facile trovare sempre un buon equlibrio tra band ed orchestra, eravamo sempre in lotta coi volumi dei due elementi e spesso dovevamo ripetere a noi stessi che stavamo registrando un disco metal, e non una colonna sonora!
Siamo molto contenti del risultato ottenuto, abbiamo fatto molto lavoro e vista la mole, poteva andare molto male senza una buona organizzazione; riconosciamo però che ci sono molte imprecisioni, dettate soprattutto dall’inesperienza verso un lavoro così grande, che nessuno di noi aveva nè si aspettava di dover avere.
Con il secondo disco saremo più precisi su molte cose e sicuramente più preparati verso quello che ci aspetta!

L’album è fuori ormai da oltre un anno, che responso avete avuto da pubblico e critica? Io personalmente penso che sia un lavoro complesso, ben arrangiato e
straordinariamente maturo…

Sicuramente è stato un disco ambizioso, soprattutto per essere un album di debutto di ragazzi di 20 anni. La critica lo ha accolto molto bene: su una cinquantina di recensioni ne ricordo solo un paio negative. Anche il pubblico internazionale si è dimostrato entusiasta della nostra entrata nella scena del Power Symphonic Metal e abbiamo ricevuto numerosi complimenti e supporto, dei quali siamo estremamente grati.
Non sta a me giudicare il nostro lavoro, ma abbiamo fatto tutto il possibile per fare bene e per creare una grande opera; purtroppo nell’indstria discografica di oggi è molto difficile emergere, e non basta registrare un album di debutto con una vera orchestra sifonica, per farti notare. Posso solo dire che noi ce la metteremo tutta, questo è sicuro!

La componente classica è davvero preponderante, si tratta di qualcosa che rientra nei vostri studi e/o gusti musicali? Avete approfondito l’argomento dal punto di vista didattico?

A tutti noi piace molto la musica classica e sia io che Dario e Riccardo, i tre fondatori del gruppo, abbiamo iniziato i nostri studi musicali partendo proprio da essa. E’ un denominatore comune della band, essa è la base di tutta la musica esistente, e offre a chi le sa cogliere una infinità di ispirazioni.
In particolare io vivo con essa, sono essenzialmente un violinista classico con una deviazione per il Symphonic Metal haha: mi sono diplomato in Conservatorio ed è da quando ho 8 anni che studio per far sì che essa possa diventare il mio lavoro un giorno, anche se pare che l’interesse nazionale e politico nei confronti della musica classica e dei teatri nei quali la si esegue sia quasi iniesistente…ma questo è un altro discorso!
Parlando degli arrangiamenti di cui mi sono occupato, posso solo dire di aver fatto tutto da autodidatta, lasciandomi ispirare dalle atmosfere che avevo in mente e dalla mia esperienza di esecutore orchestrale.

Tra l’altro ho riconosciuto anche una citazione del “Lago Dei Cigni” di Tchaikovsky nel brano conclusivo “Awakening”, non è vero?

Esatto! Per dare un valore aggiunto alle nostre canzoni, spesso inseriamo delle citazioni testuali provenienti dalla musica classica, parti più conosciute come il tema de “Il Lago di Cigni” e altre meno conosciute ma che ci hanno emozionato o ispirato di più. Utilizzando l’orchestra, possiamo permetterci di inserire nota per nota quello che i compositori hanno scritto, talvolta trasponendolo per meglio inserirlo all’interno del pezzo; è un lungo lavoro ma è estremamente elettrizzante ascoltare il risultato!
Come dicevo prima, tutta la musica di oggi nasce da quella chiamata “classica” e trarre ispirazione da essa, dal suo inestimabile valore emotivo, melodico ed armonico, è a mio parere quasi un dovere! Odio la piattezza musicale di molte bands di oggi.

Tra Symphonic/Power e Folk ci sono richiami a sonorità appartenenti ad altre bands del panorama musicale mondiale, voi ritenete che ce ne siano alcune da cui traete ispirazione o che vi hanno influenzato?

Assolutamente si. Primi tra tutti i nostri conterranei Rhapsody of Fire, i quali a mio parere hanno elevato al massimo livello questo genere musicale, loro sono stati una delle principali fonti inspiratrici per tutti noi, e molti ci hanno paragonati a loro, inevitabilmente ci sono delle somiglianze.
In secondo luogo, per scrivere gli arrangiamenti orchestrali, è stato essenziale l’ascolto degli ultimi dischi dei Nightwish, i quali hanno i mezzi per registrare le migliori orchestre (e per permettersi i migliori arrangiatori).
Molte altre ispirazioni arrivano da Sonata Arctica, Symphony X, ma sopratutto dalla musica tradizionale irlandese, verso la quale il nostro tastierista Dario nutre una incredibile passione e devozione: le parti folk che si possono sentire nel disco, sono state registrate con strumenti originali irlandesi e sono stati tutti suonati da lui.

So che state lavorando al nuovo album. A che punto siete? Ci sono delle scadenze già prefissate?

Non abbiamo ancora delle scadenze, ma stiamo cercando di darcele per tirare le somme e valutare tutto il materiale che è stato composto in questo anno. Abbiamo lavorato senza fretta per darci il tempo di scrivere le canzoni nei periodi di maggiore ispirazione, cercando di non pensare troppo all’impatto che le nuove canzoni avranno sul pubblico: l’aspetto negativo di un debut-album che è stato molto apprezzato è la stesura di nuovo materiale: dobbiamo continuamente ricercare l’originalità e una sorta di evoluzione musicale, pur mantenendo una identità che si rifaccia al nostro sound originario, visto che è stato apprezzato.
Credo però che i risultati del brainstorming fatto fin ora siano più che positivi e le nuove canzoni siano interessanti: sono positivo sotto questo aspetto.
Inoltre è fuor di dubbio che dovremo registrare nuovamente l’orchestra ed il coro, non farlo sarebbe un flop per l’immagine della band, oltre che una forzatura alla nostra musica. Infine, il problema fondamentale è trovare una etichetta che ci supporti in questo nuovo progetto che è il secondo disco. Faremo di tutto per non deludere le aspettative dei nostri fan e per essere artisticamente soddisfatti!


Dal punto di vista compositivo ci sarà continuità con il predecessore o ci saranno novità sostanziali?

Ci sarà sicuramente una continuità al livello di sound e di elementi tematici che hanno costituito la nostra identità: ampio spazio al violino, alle citazioni dalla musica classica, agli elementi folk e all’utilizzo dell’orchestra; ma c’è anche una certa evoluzione compositiva della quale sono molto fiero.
Abbiamo molto chiaro in testa come sarà il nuovo disco e siamo entusiasti perché stiamo riuscendo ad incanalare il nostro sound verso una nuova evoluzione sonora e verso nuove atmosfere che nello scorso disco mancavano o erano appena accennate. Io stesso ho capito molte cose in più sull’utilizzo dell’orchestra in questo genere e in fase di registrazione tutto filerà più liscio.
Non vedo l’ora di entrare in studio nuovamente!!

Bene ragazzi, siamo giunti alla conclusione dell’intervista. Grazie mille per il tempo che mi avete concesso. A voi l’ultima parola, lasciate un messaggio ai nostri lettori!

Grazie a te e a tutto lo staff di Metal in Italy per lo spazio che ci avete concesso e per la ottima recensione!
Spero che questa intervista abbia incuriosito i lettori che non ci conoscevano e abbia dato qualche informazione in più sull’evoluzione della band ai nostri fan!

A presto, stay winter!
Gabriele