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De La Muerte: “La morte non è la fine. E’ trasformazione”

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Si propongono come gruppo nuovo, ma in realtà tutti i membri hanno alle spalle gavetta ed esperienza. Le stesse che hanno portato i De La Muerte ad affermarsi nel panorama musicale italiano grazie anche ad un lavoro di studio fatto sull’essenza che sarebbe poi diventata l’aspetto dominante della band, ovvero “l’alma mexicana” che permea l’intero debut omonimo (qui la nostra recensione). Un concept che va letto (anzi ascoltato) al contraio, così come ci spiegano i ragazzi in questa intervista.

Domande a cura di Filippo Sanzari

Benvenuti su Metal in Italy, ragazzi! Presentate la band ai nostri utenti. So che vi siete formati all’inizio dello scorso anno e che siete al primo album sulla lunga distanza. Prima di questo splendido debutto avevate già pubblicato ep, split o altro tipo di materiale?

(Gianluca Q.): I De La Muerte nascono infatti a gennaio 2014 da un’idea mia (Gianluca Quinto) e del cantante Gianluca Mastrangelo. Insieme abbiamo messo giù le prime bozze e subito dopo si sono uniti Christian D’Alessandro all’altra chitarra, Claudio Michelacci al basso e Luca Ciccotti alla batteria. Nel giro di pochi mesi insieme abbiamo completato la stesura dei brani e dato forma a questo primo nostro album. Prima di questo lavoro tutti noi abbiamo avuto altre esperienze discografiche ma non con questa formazione! Grazie per aver apprezzato il disco.

Il vostro disco mi è piaciuto molto, lo considero un album ben suonato e ben prodotto. Mi ha particolarmente colpito la produzione: potente, equilibrata, ma anche molto moderna. Chi si è occupato della scelta dei suoni e della fase di produzione di “De La Muerte”?

(Christian): Ad occuparsi della produzione e dei suoni è stato Simone Mularoni, già dal primo giorno in studio aveva perfettamente intuito il sound che cercavamo! I suoni li ha fatti lui ma è stato come se li avessimo fatti insieme: avevamo tutti la stessa idea in testa, sapevamo esattamente come doveva suonare il disco Simone compreso!
Ovviamente questa idea ben chiara riguardo il sound del gruppo è anche frutto dell’ottimo lavoro svolto sulle preproduzioni dal nostro Gianluca M.

Io credo che i vostri punti di forza siano molteplici: aggressività, melodia, riff granitici, eccellente gusto nella costruzione dei solos ma, soprattutto, un cantante dottissimo, capace di passare dal growl a parti basse o acute con estrema naturalezza, addirittura cimentandosi con divagazioni “operistiche” in alcuni passaggi. Credete di aver sfruttato totalmente le potenzialità del vostro singer o in futuro cercherete di osare ancora di più?

(Gianluca Q.): Effettivamente fin dal primo istante abbiamo cercato di creare musica che avesse tutte le caratteristiche da te elencate e ci fa piacere che tu le abbia ritrovate nel disco. A quanto pare sembra che siamo riusciti nel nostro intento nonostante abbiamo mantenuto un processo di composizione diretto e immediato, dunque sempre naturale e mai studiato a tavolino.
Per quanto riguarda Gianluca Mastrangelo, dovreste sapere che lui oltre ad essere un valido e poliedrico cantante è anche un ottimo arrangiatore e songwriter. Penso che in questo disco abbia fatto un grande lavoro arrivando a sfruttare però solo parte delle sue enormi potenzialità. Insieme a noi ha dato cuore e anima, ma quando si parla di grinta e attitudine lui ha decisamente pochi rivali!

Nella recensione mi sono soffermato sul concetto di personalità, che a mio parere è il fattore determinante per distinguere una band solo valida da una originale. Io credo che il vostro sound sia particolarmente riconoscibile, cosa che vi consente di emergere in maniera prepotente in un panorama spesso troppo affollato. In cosa consiste la vostra originalità? C’è una ricerca preliminare o scaturisce tutto naturalmente?

(Christian): In realtà è stato tutto molto naturale, veniamo tutti da esperienze musicali differenti, abbiamo tutti gusti musicali differenti anche nell’ascolto! La formula è stata lavorare insieme e mescolare il più possibile i nostri stili, lasciando sempre spazio alla contaminazione e alle influenze più disparate!

Ho letto che siete ispirati dal culto di “nostra signora della santa morte”. Vi va di spiegare ai nostri utenti in cosa consiste questo culto e in che modo influenza il sound dei De La Muerte?

(Gianluca M.): Mi ha sempre affascinato il popolo mexicano, la musica… il culto da te citato si riferisce ad un modo estremamente singolare di vivere la vita in preparazione della morte, che non è percepita come fine ma come trasformazione. Ma anche nella vita comune si muore ogni giorno e si resuscita, si soffre… pensiamo alla perdita di un lavoro… o di un amore… o di un caro, ma si deve andare avanti.
La metafora è chiara. Per quanto riguarda il sound, trovo la musica messicana molto vicina alla tradizione italiana, difatti Malaguena Salerosa è una canzone del popolo cui ci siamo permessi di togliere il poncho e mettergli una corazza mantenendo però il romanticismo e il tipo di canto.

Leggendo la vostra bio, ho notato che amate definire le vostre canzoni come “storie dannate”. Mi chiedo, allora, se i testi siano legati tra loro e quindi se l’album sia o meno un concept. Se sì, potete raccontarci la storia alla base del disco?

(Gianluca M.): L’album a tutti gli effetti è un concept e come tale nasconde piccoli segreti per i più curiosi. E’ la storia di un mariachi a cui uccidono la donna e non ha altro che sete di vendetta: uccide ,spara, racconta del suo passato e dell’amore per questa donna… ma non regge e si uccide (“Sorrow”) .. ma l’odio è talmente forte che resuscita in “Fallen Angel” e continua a cercare la propria vendetta.
Una dritta: le canzoni sono al contrario… Vi dico solo questo… il resto è sul disco.

Passiamo alla copertina dell’album. C’è un legame tra i testi delle canzoni e l’artwork oppure no? Chi si è occupato della veste grafica del disco?

(Christian): Sì c’è un legame il concept e l’artwork, anche se quest’ultimo è piuttosto minimale. Ad occuparmi della realizzazione sono stato io (Christian D’Alessandro).
La copertina ritrae il protagonista delle dieci storie: “El Tequila”. All’interno della custodia, sollevando il cd, sarà possibile notare la mano de El Tequila impugnare una pistola fumante che ha appena sparato un proiettile d’argento verso un cuore… Lascio immaginare a quale brano si riferisca!
Sul retro del disco ritroviamo ancora lui, El Tequila. Il nostro “amigo” appare tre volte e in tre vesti differenti proprio perché durante la sua storia subisce diversi cambiamenti…

Ragazzi, analizziamo ora la situazione live. Siete attualmente impegnati in un tour di supporto all’album oppure inizierete in estate? Quali sono le vostre prossime date dal vivo? Suonerete insieme a qualche grosso nome? Avete già partecipato a qualche importante festival nazionale o internazionale?

(Gianluca M): Abbiamo già fatto dei live pre e post release, abbiamo aperto ai Vision Divine e stiamo contattando alcuni gruppi con cui ci piacerebbe collaborare… il divertimento prima di tutto!!! Ma avrete presto notizie!!!

So che avete realizzato un videoclip per “Desaparecido”. Chi ha avuto l’idea e chi si è occupato delle riprese e della regia? Credete che i filmati di supporto alle canzoni, magari utilizzando i social network o Youtube, possano aiutare una band emergente a farsi conoscere e apprezzare? Siete soddisfatti del riscontro ottenuto per il vostro videoclip?

(Gianluca M): Il video è della canzone “Silver Bullet”, che rispecchia più a 360 gradi il nostro stile. L’idea del video l’abbiamo concepita insieme al regista Luca Laudi, un ragazzo veramente bravo con cui stiamo già progettando il nuovo video. Penso davvero che ormai l’immagine vada di pari passo con l’audio, sicuramente l’ascoltatore è più invogliato se vede chi suona… sa più cosa aspettarsi.
Devo dire che il lavoro mi ha molto soddisfatto… basta video con metallari che scapocciano, ahahaha!

Grazie per la disponibilità, ragazzi! Prima di salutarci, ricordate ai nostri utenti i vostri contatti. Ciao e grazie ancora!

Un saluto a tutti dai De La Muerte!!!! \m/ stay Rock!!!! Seguiteci su:

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