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Ecnephias: “Ecnephias” – Recensione

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ecnephias

Formatisi nel lontano 1996, i lucani Ecnephias possono vantare un seguito di tutto rispetto non solo in Italia. Questo perché hanno fatto della loro voglia di sperimentare un solido marchio di fabbrica.

Il 2015 rappresenta un anno particolare per la band: con l’album omonimo festeggiano i 10 anni di attività “sul campo” perché la loro prima fatica discografica risale al 2005: pensate in 10 anni armati di passione e tanta forza di volontà hanno prodotto ben cinque album e tre EP! Di certo non stanno con le mani in mano i nostri, aggiungiamo i concerti in giro per il belpaese e ben due videoclip ufficiali!

Appurato che non gli si può rimproverare in quanto a prolificità, siamo anche ben lieti di dirvi che “Ecnephias” è un discone signore e signori.
Trattasi di un’ opera complessa e tutt’altro che facile, ma il sottoscritto non ascoltava un album di tale e pregevole fattura in ambito gothic (non solo italiano!) da almeno un decennio. Complesso perché i nostri tutto vogliono essere tranne che “commerciali”: canzoni ispirate, efficaci, ora potenti e brutali e dopo un attimo dolcissimamente melodiche ed evocative, ma tutte molto diverse tra di loro; scordatevi il goth smielato “strofa-ritornello-strofa”, qui le composizioni sono piene di cambi di umori e soprattutto, “Firewalker” e “The Criminal” a parte, nessuna scende sotto i cinque minuti di durata!

Gli Ecnephias hanno attinto a piene mani dal gothic-doom dell’epoca d’oro (metà anni ’90) ma come fatto già in passato da band geograficamente poco inclini a questo sound (Rotting Christ, Moonspell o i mai troppo acclamati Heavenwood…si esclamava all’epoca “Dei portoghesi che fanno metal estremo?!” N.D.R.) hanno fuso la malinconia del genere con le atmosfere della propria terra di origine.

Fatevi trasportare dalla voce del carismatico Mancan in “Fields Of Flowers”, perdetevi nelle atmosfere suadenti di “Lord Of The Stars” con l’intermezzo cantato in italiano, “Chimera” lascia l’impronta per gli ottimi fraseggi di chitarra. Per non parlare della sezione ritmica in bell’evidenza in “Wind of doom”. “Vipra Negra” è l’episodio più immediato dell’album, melodica e trascinante. Nota di merito a mio avviso va alla canzone più bella del disco, “Nia nia nia”, la vera summa di tutto l’album, intrisa di tutti gli elementi della band: folk, chitarre acustiche, arpeggi di piano, canti in latino, il tutto senza perdere minimamente l’essenza del sound della band.

Basilicata, terra che si affaccia su tutto il mediterraneo, ha ispirato non poco il sound degli Ecnephias. Il loro più grande merito è quello di essere riusciti a coniugare il feeling di un territorio squisitamente mediterraneo con le atmosfere sinistre ed oniriche che solo il gothic metal riesce ad evocare; è come se la loro musica avesse oscurato il sole che bacia la propria terra senza farle perdere magia; è difficile immaginare tutto ciò ma sono le sensazioni che ho provato, è quello che gli Ecnephias hanno tradotto in musica.

Insomma, ci troviamo di fronte ad un album veramente ben fatto dalla prima all’ultima nota. La My Kingdom music ha fatto davvero un ottimo colpo. Consigliato vivamente a tutti gli amanti di quel goth-doom che tanto ha dato negli anni 90 ma anche ai neofiti o i non avvezzi al genere, Ecnephias è pura goduria!