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Fall Of Minerva: “Portraits” – Recensione

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I vicentini Fall Of Minerva debuttano sulla lunga distanza con “Portraits”, un album carico di emozioni spesso caratterizzate da toni scuri ed atmosfere grigie.

Rabbia, veemenza, ma anche riflessione ed introspezione sono elementi che ritroviamo nelle dieci tracce contenute nella track list, con un accento particolare posto sulle prime due anche nei momenti melodici. Il post Hardcore proposto dalla band è coinvolgente, perché dalle composizioni emerge prepotentemente l’aspetto emotivo che contribuisce a rendere l’album molto accorato.

I Fall Of Minerva riescono a rendere la loro musica abbastanza dinamica e varia, dimostrando di saperci fare sia quando si tratta di dar sfogo all’anima più “heavy”, sia quando i toni si fanno più pacati ed è il lato introspettivo, quasi malinconico, a farla da padrone. Mentre le chitarre alternano suoni distorti, semi-distorti e puliti, la voce rimane sempre “sporca” anche quando è la melodia a prendere il sopravvento. Molto incisivo anche il comparto ritmico, che sottolinea ed accompagna tutti i cambi di umore che si susseguono nell’evoluzione dei brani.

“Portraits” è un lavoro molto maturo, professionale, ma sopratutto capace di regalare emozioni, sì perché è questo l’aspetto più importante quando si parla di musica. Questi cinque ragazzi ci sanno fare, sono attivi dal 2011, hanno suonato molto dal vivo e l’attitudine live si riflette anche nelle composizioni, per loro possiamo solo auspicare una crescita continua, perché l’esordio lascia ben sperare per il futuro.