Home Interviste Ilienses Tree: “Rendiamo omaggio alla Sardegna senza essere troppo folkloristici”

Ilienses Tree: “Rendiamo omaggio alla Sardegna senza essere troppo folkloristici”

SHARE

Più black friday di così non ce n’è! Gli IliensesTree sono una Doom Death Metal band di Cagliari, fortemente attaccati alle loro radici e alla loro storia.
Nati nel 2013, gli Ilienses Tree hanno già collezionato diverse soddisfazioni, tra le quali l’aver condiviso il palco con grandissimi nomi (nazionali ed internazionali del genere). Combattono – come la maggior parte dei colleghi – per uscire dal guscio e portare la loro musica anche al di fuori dei confini della Sardegna.
Visto il particolare momento storico, poi, per loro è doppiamente difficile, atteso che bisogna trovare luoghi disposti ad ospitare un genere che certo non si può ascoltare con il volume al minimo…

L’intervista.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Voi siete di Cagliari ed il nome della band richiama le vostre radici; come mai avete fatto questa scelta che vi lega alla vostra Terra? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Saluti a tutti e grazie per averci dato questo spazio! E’ vero il nome della band richiama le radici della nostra Isola e la sua storia. Gli Ilienses erano un’antica popolazione, descritta come Pastori-Guerrieri, che visse in Sardegna nel 2000 a.C.. Ci piaceva l’idea di rendere omaggio alla nostra Isola, ma senza legarci ad essa in maniera troppo “folkloristica”.
Parlare di carriera ci sembra un po’ prematuro, siamo una giovane formazione (anche se i suoi componenti sono diversamente giovani) e andiamo avanti lungo il nostro percorso.

Novembre, Moonspell e Dark Tranquillity sono solo alcuni dei nomi altisonanti con i quali avete condiviso il palco. Cosa vi è rimasto di queste esperienze? Ritenete siano state delle buone “vetrine” per farci conoscere?

Suonare e chiaccherare con Band di questo livello è sempre un’esperienza positiva e formativa. Condividere un palco con band professioniste significa, per noi, avere la possibilità di imparare, di “capire come funziona”, oltre che, diciamolo senza sotterfugi, aver conosciuto dal vivo alcune delle band della nostra storia personale.
Per la band sono state sicuramente delle vetrine importanti, come lo sono state tutte le occasioni in cui è stato possibile condividere il palco con altre band come Lord Vicar, Faal, Black Capricorn ecc.

Nel 2017 arriva la firma per Maculata Anima Rec per la pubblicazione dell’EP “Edda”. Potreste presentarci questa release? Quali i temi affrontati?

“Edda” è il nostro secondo EP ed arriva dopo 2014 BC, che è effettivamente più una demo, autoprodotta.
Edda, come hai detto tu, è prodotto dall’etichetta di Malta Maculata Anima Rec (che ringraziamo e salutiamo) ed è un concept che si basa sul poema norreno Edda di Snorri. Il tema trattato è quello della nascita e della morte del mondo nordico, che noi abbiamo usato come paragone con un’ipotetica distruzione del mondo attuale.

C’è qualche traccia che ritenete sia più rappresentativa o alla quale siete maggiormente legati?

La nostra preferita, se così si può dire, è Agony. Per questa traccia abbiamo anche realizzato un video che potete vedere nella nostra pagina di youtube e per il quale ringraziamo la collaborazione dell’Associazione LeOfficine, dell’amico Matteo Sulis che ha girato le scene e di Frederik Byron che le ha montate.
Agony chiude il discorso di tutto il disco, descrive la battaglia finale che porta alla disperazione e alla distruzione lasciando poi il posto solo ad un futuro incerto.
Il video é girato in una stanza di 15mq con la band che suona di fronte ad un pubblico casuale, quasi disinteressato, e il tutto cerca di trasmettere un senso di claustrofobia e di, come dire, agonia.

Doom, Death e Black Metal sono alcune delle “etichette“, o meglio coordinate stilistiche, affiancate al vostro nome. Voi come definireste il sound degli Ilienses Tree?

Beh, quelle etichette definiscono abbastanza il nostro sound. Diciamo che i nostri brani sono ricchi di contaminazioni ed influenze e difficilimente si possono inquadrare in modo canonico in uno dei tre generi. Allo stesso tempo, all’ascolto é possibile ricondurre i brani a tutte e tre le “etichette” e forse anche qualcosa di più.

Il Doom in particolare è un genere molto diffuso in Sardegna, ci sono diverse band molto valide. Come interpretate voi questa affezione nei confronti del Doom?

Beh, in realtà non è così tanto diffuso, nell’isola c’è una tendenza più verso lo stoner da una parte (grazie anche alla presenza del festival Duna Jam) e del metal moderno dall’altra.
Sulla validità delle band ti do in parte ragione anche se purtroppo l’isolamento non ci aiuta ad uscire dalle piccole realtà.

Dal punto di vista live ci sono locali o manifestazioni, come ad esempio il Doom Over Karalis, che offrono la possibilità a band sarde di esibirsi?

Il Doom Over Karalis è un festival al quale siamo molto legati e che ci ha permesso di muovere i primi passi in un contesto di carattere internazionale, dividendo il palco oltre che con i Black Capricorn, con gli olandesi Faal e Gigatron 2000 e con i Lord Vicar. Ma purtroppo non ci sono così tanti spazi per promuovere la propria musica in Sardegna e si deve faticare un po’ per trovare dei posti davvero adatti alla nostra musica ed in generale, passatemi il termine, alla musica ad “ad alto volume”.

Rimanendo in tema, il fatto di risiedere in Sardegna ha rappresentato in qualche modo un intralcio all’ attività live nel resto d’Italia?

Beh, direi di si… visto che ancora non ci siamo riusciti. I costi di viaggio continuano ad essere molto alti e per molte destinazioni siamo costretti a prendere un doppio volo.
Talvolta è davvero complesso e oneroso e nei contesti underground é difficile riuscire ad avere dei cachet che coprano tutte le spese. É da tanto che si chiede alle compagnie aeree di trovare soluzioni per aiutare i musicisti nei loro viaggi, speriamo che si trovino delle soluzioni. Fino a quel momento si continua come si é sempre fatto, per noi l’importante è continuare a crescere e proporre la nostra musica il più possibile.

Prima di lasciarci vorrei sapere da voi quali sono i vostri progetti futuri, cosa c’è in cantiere in casa Ilienses Tree?

Il 2 dicembre suoneremo al CuevaRock Live di Quartucciu (CA) assieme ai Black Capricorn e presenteremo entrambi le nostre ultime produzioni discografiche.
Dopo questo live ci dedicheremo alla composizione finale di alcuni brani in cantiere per poi programmare le registrazioni del nuovo materiale.
Speriamo poi di riuscire ad organizzare qualche data in Italia o magari in Europa.

Grazie ragazzi per il tempo che mi avete dedicato, lascio a voi l’ultima parola, lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Grazie a voi, è stato un piacere
Vi invitiamo a seguirci sui nostri social network e speriamo di incontrarci tutti sotto il palco, prima o poi
Ciao