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Myr: “Habits” – Recensione

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myr habits

Pur potendolo inserire nel filone Post-Metal, “Habits” dei Myr è un album che racchiude molte più sfumature di quante si possa pensare e si presenta come una release di assoluto pregio.

Il mood generale tende a dipingere atmosfere cupe e post-apocalittiche, che racchiudono al loro interno un tensione emotiva molto marcata. Un ruolo importante nell’economia del sound è rivestita dal riffing aggressivo di Nunzio Sannino, che si occupa anche degli effetti, e di Enrico Giannacco, la cui prova dietro al microfono è altrettanto preziosa.

Non ci sono solo passaggi rabbiosi, i Myr riescono a creare strutture più distese ed introspettive, mantenendo sempre costante la tensione pur abbandonandosi a melodie accattivanti. Tra le pieghe di questo Metal moderno e carico di groove troviamo sicuramente influenze riconducibili ai Tool in primis, ma la band di Civitavecchia non cerca assolutamente di emulare, preferisce imporre la propria identità.

Le dieci tracce che compongono la tracklist sono tutte di alto livello, perché tengono vivo il filo conduttore dell’album, ovvero immagine ed atmosfera post-apocalittica, ma riescono anche a far emergere particolari distintivi che lasciano il segno.

“Habits” è un album molto ispirato, che dimostra quanto questi musicisti siano in grado di tessere trame articolate, di scioglierle in passaggi più lineari, creare attrito quando è necessario, pestare sull’acceleratore e rallentare quando nasce la necessità di stemperare i toni.

Una conferma di quanto fatto già con il full length precedente, ovvero il debutto discografico, che lascia ben sperare per il futuro dei Myr e lascia la porta aperta a tante nuove contaminazioni.