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Resumed: “Contaminiamo il death metal. Anche con la musica latina”

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Un amore adolescente per il death che con il passare del tempo si è trasformato in consapevolezza musicale. Ecco come nascono e si sviluppano i Resumed, metal band direttamente da Sulmona, all’attivo con il debut “Alienations” (la nostra recensione) che risulta essere un concentrato di Death Metal tecnico con influenze Jazz e Fusion.
Li conosciamo meglio in questa intervista a cura di Filippo Sanzari.

Benvenuti ai Resumed! Allora, ragazzi, presentate la band ai nostri lettori e raccontateci in che modo sono nate le idee che avete poi sviluppato prima nel demo del 2009 e poi in questo debutto di fine 2014.

Ciao a tutti voi di Metal In Italy! Per chi non ci conoscesse, noi siamo i Resumed, gruppo technical death metal di Sulmona. La band è nata nel 2007, quando eravamo ancora degli adolescenti fissati con il death metal di stampo anni ’90. È stato l’ascolto continuo di mostri sacri come Death, Cynic, Atheist, Pestilence, Carcass e simili accompagnato, negli anni successivi, da ascolti progressive rock e fusion a spingerci a riprendere (da qui il nome Resumed) questo filone musicale.

Ho notato che sono trascorsi diversi anni tra la pubblicazione dei vostri due lavori ufficiali. Come mai? Cosa è accaduto? Difficoltà nel reperire un’etichetta discografica o, come immagino, gli impegni hanno rallentato il processo compositivo?

I problemi sorsero quando ad ottobre 2009 iniziammo l’università: essendo fuori sede ovviamente le possibilità di incontrarci diminuirono drasticamente e di conseguenza tutte le attività della band ne risentirono. Successivamente, l’uscita dal gruppo del nostro ex chitarrista Nikolas De Stephanis nel 2012 complicò ulteriormente la situazione rallentando, tra l’altro, la produzione di “Alienations”. Questo ci costrinse a realizzare il disco in formazione ridotta e ad impiegare un anno e mezzo per completarlo, finalmente, ad agosto 2013. La svolta finale, che ci ha permesso di arrivare dove siamo ora, è arrivata un anno fa, quando siamo entrati nella K2 Music Management. Grazie a loro siamo riusciti a firmare un contratto con la Bakerteam Records e adesso il nostro disco è finalmente uscito sul mercato!

Mi ha colpito il fatto che il disco è stato prodotto dal batterista della band, Filippo. Ascoltando il risultato finale, non posso che apprezzare questa scelta molto coraggiosa e chiedo a Filippo in che modo abbia acquisito le competenze necessarie per un lavoro tanto delicato. Siete tutti soddisfatti della produzione o cambiereste qualcosa?

Grazie per l’apprezzamento! Bisogna ammettere che sì, la scelta è stata molto coraggiosa, ma necessaria. Ovviamente, non essendo un professionista, Filippo ha dedicato molto tempo a “studiare” le tecniche di produzione audio con l’aiuto di tutorial su YouTube o nel web in generale. Sono stati poi di vitale importanza i consigli del nostro amico Salvatore Carducci,
ingegnere del suono di professione, riguardo alcuni tecnici aspetti fondamentali. È stato un lavoro arduo ma il risultato ci soddisfa parecchio e pensiamo di procedere allo stesso modo anche in futuro!

Passiamo all’artwork, semplice ma secondo me molto significativo. Io ho interpretato l’immagine in questo modo: i musicisti (le braccia e le mani) attingono dall’intelligenza (il cervello) l’ispirazione, le idee e la tecnica per creare musica ragionata, cerebrale ma non cervellotica. E’ un’interpretazione possibile o la copertina è legata ai testi o al concept dell’album, se esiste?

Fantastico!! Non immaginavamo che l’artwork potesse essere così liberamente interpretabile! In realtà il concept dietro il disegno è un altro: le mani che stanno per aggredire il cervello, 8 come i pezzi del disco, rappresentano una particolare forma di alterazione, distorsione o appunto, “alienazione” pisco-fisica dell’essere umano. In questo modo la cover rappresenta visivamente il filo conduttore dell’alienazione, che attraversa tutti i testi del disco. È un’idea molto semplice ma l’abbiamo ritenuta efficace.

Vorrei soffermarmi sulla fase compositiva: come nascono le vostre canzoni? C’è un songwriter principale o partecipate tutti al processo di scrittura? Potreste spiegare le tematiche delle lyrics?

I compositori principali sono i 2 chitarristi Carlo e Daniele, ma in generale interveniamo tutti durante la stesura dei pezzi. Solitamente si parte da una piccola struttura di 2 o più riff per poi espanderla con l’aggiunta di nuove idee; una volta completata la struttura del nuovo pezzo scriviamo assoli, armonizzazioni e linee vocali. Per quanto riguarda invece i testi, il tema ricorrente è senz’altro l’alienazione, in tutte le sue varie declinazioni: sociale, mentale, fisica. In “Alienations” si parla di paranoie, tossicodipendenza, sociopatia, follia e molto altro. Quello che cerchiamo di fare è descrivere con occhio freddo e razionale gli effetti che si manifestano nell’essere umano quando esso viene esposto a condizioni ostili, che lo obbligano ad alterare il suo stato di equilibrio.

Ho notato un’ottima padronanza tecnica dei vostri strumenti. Avete frequentato scuole o corsi di musica? C’è qualche autodidatta tra voi?

Tutti noi abbiamo preso lezioni con maestri privati per diversi anni. Va però sottolineato che Carlo fino a un anno fa era il bassista ufficiale dei Resumed. Dovendo riparare all’uscita di Nikolas si è buttato completamente nello studio della chitarra (che stava già portando avanti per conto suo) da autodidatta. Dato che non riuscivamo a trovare un nuovo chitarrista per il gruppo ha deciso di diventarlo lui stesso e far entrare Giulia al basso.

Una curiosità: nella vostra bio si citano influenze Jazz, fusion, funk e latine ma, in tutta sincerità, a parte le evidenti “infezioni” fusion/Jazz nelle ritmiche di basso e batteria, non sono riuscito a cogliere le sfumature funk e latine. Sono stato poco attento oppure il riferimento è solo legato ai diversi stili presenti nel vostro bagaglio tecnico?

Fondamentalmente nel nostro sound vi sono accentuate influenze prog e fusion ma anche richiami al funk e alla musica latina, specialmente nella sezione ritmica. Basti pensare alle parti di basso in slap (ad esempio in “Into The Trip”), o a determinati groove di batteria che seguono pattern ritmici appartenenti agli stilemi della musica latina (ad esempio in “U.F.O.”). Cerchiamo di inserire queste contaminazioni nel death metal al fine di creare una commistione omogenea.

Ritengo che il vostro album sia valido e interessante. Quali pensate siano i migliori canali per promuovere un disco di una band al debutto? “Alienations” sarà distribuito solo in Italia o anche all’estero? Avete un sito dal quale è possibile acquistare il vostro debut album?

Senza ombra di dubbio, la migliore strategia per la promozione di un disco di debutto consiste in una forte diffusione sul web accompagnata da un’attività live consistente. Per adesso pare che stia funzionando tutto al meglio! Il disco è disponibile in tutto il mondo, cercando sul web si trovano molti store dai quali si può acquistare in versione fisica o digitale. Ad ogni modo sulla nostra pagina Facebook potete cliccare il tasto “Acquista ora” o seguire uno dei link utili elencati in ogni post.

Ragazzi, è stato un piacere intervistarvi! Nel salutarvi e ringraziarvi, consentitemi di porre un’ultima domanda: sarei curioso di sapere se state già lavorando a nuove idee per un nuovo album e, se sì, in che direzione procederà la vostra visione musicale. A me piacerebbe che sviluppaste e dilataste la componente tecnica del vostro death metal, aumentando il peso specifico delle influenze “estranee” al genere di base. Grazie ancora e in bocca al lupo per il futuro!

Sì, stiamo già preparando il nostro prossimo lavoro, che sarà un concept album. A dire il vero la composizione dei pezzi è iniziata già 3 anni fa, mentre stavamo producendo “Alienations”! Ed esattamente come hai scritto tu, stiamo sviluppando ulteriormente la componente prog-fusion, puntando ad una migliore e più complessa composizione e ad una maggiore musicalità. È un progetto al quale teniamo moltissimo, speriamo di poterlo realizzare al meglio e il prima possibile. Grazie a voi per l’opportunità, crepi il lupo e alla prossima!