Home Interviste Tortuga: “L’Italia è piena di band con i coglioni!”

Tortuga: “L’Italia è piena di band con i coglioni!”

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Per loro stessa ammissione, i Tortuga hanno detto che hanno talmente lavorato all’album “Il Click Del Capodoglio” (la recensione) da esserne addirittura gelosi…
Fortunatamente hanno messo da parte la gelosia ed hanno regalato alle masse un album dalle sonorità interessanti, quasi radical chic… perchè in fondo a loro, la parte degli intellettuali piace.
Non potevamo quindi non scambiare quattro chiacchiere con la band!

L’intervista:

Ciao ragazzi, finalmente ci siamo! Mi sono divertita molto nel recensire il vostro ultimo lavoro “Il Click del Capodoglio”. Questo titolo però me lo dovete spiegare…
Ci ha sempre affascinato la figura del capodoglio, il click altro non è che il suono che emette per tramortire le sue prede durante la caccia, stordendole. È il suono più potente del regno animale e l’ambiguità del suo nome, click appunto, ci intrigava. Eravamo curiosi di vedere quali significati le persone gli avrebbero dato.

Come nasce il progetto Tortuga?
Andrea: Il progetto nasce dalla voglia di ricercare qualcosa di nuovo e stimolante all’interno della musica rock italiana, sempre più scontata e basata sul grande mercato! Cerchiamo di portare avanti un’idea, che è quella del cantato in italiano, con musiche ricercate al punto giusto e influenze differenti.

Qualcuno tra voi ha avuto esperienze in altri gruppi?
In particolare Gianluca, che essendo il vecchiaccio del gruppo ha militato in diverse band che affrontavano generi anche molto lontani dal nostro (che tuttora non sapremmo definire… rock?!). Più in generale ognuno di noi ha avuto varie esperienze potendo sperimentare altre situazioni, cosa che ha sicuramente giovato al sound della band.

I Tortuga di oggi non sono i Tortuga del precedente EP, dove a mio avviso, veniva fuori un’anima un po’ più aggressiva. Non so perché ma mi sono venuti in mente i Nickelback. C’è stato, effettivamente, questo cambiamento di rotta (tanto per restare in tema di termini nautici)?
Più che di un “cambio di rotta” si tratta di un’evoluzione spontanea. Abbiamo lavorato molto sulla ricerca del suono cercando di renderlo il più naturale possibile, dando il giusto peso alle liriche e concentrandoci su una resa che risultasse uniforme, diretta. Il fatto che non sia aggressivo quanto l’EP pensiamo dipenda da quanto poco abbiamo ascoltato i Nickelback durante la stesura, nonostante siano grandiosi (risate).

Come nascono i vostri testi?
Andrea: I testi nascono in maniera naturale, parlano di esperienze e sensazioni di tutti i giorni, di “viaggi mentali” o di semplice insonnia. Nascono spesso dopo le musiche, in base a cosa esse mi richiamano.

E’ una mia impressione o vi è sempre un richiamo al mare in essi?
Non sei l’unica persona che ce lo chiede: in realtà il nostro vero richiamo ci risulta essere solo e unicamente la birra.

Credete che il vostro sound potrà cambiare ancora? Vi piacerebbe cedere alle sperimentazioni?
Siamo sicuri che cambierà ancora: per noi la musica è ricerca ed evoluzione.

State progettando date live?
Certo! La nostra agenzia Onestep sta procedendo alla gestione di una serie di date che ci consentiranno di presentare l’album in tutta Italia.

Com’è la scena hard’n’heavy targata Sardegna?
La scena in Sardegna penso sia abbastanza florida, anche se negli anni va diminuendo! Chiaramente parlo della scena rock. La nuova ondata hip hop credo abbia preso il sopravvento!

Come avete progettato il futuro della band? Cosa bolle in pentola?
Per ora la volontà è quella di far arrivare il nostro lavoro alle orecchie di più persone possibile e lo faremo sicuramente organizzando più live possibili in giro per l’Italia.

Le ultime parole sono per voi…
Supportate l’underground e ascoltate musica suonata con il cuore e con il sudore. L’Italia è piena di band con i coglioni!