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Verdiana V Gariboldi: suonare la batteria non è solo roba da uomini!

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verdiana gariboldi

Folgorata sulla via di Damasco…ascoltando i Limp Bizkit, Verdiana V Gariboldi scopre il suo amore per la batteria, con impegno e dedizione dimostra che impugnare le bacchette non è solo roba da uomini, anche le donne sanno picchiare duro…ma con classe!

Ciao Verdiana, benvenuta su Metal In Italy, inizio subito con una battuta: i batteristi al giorno d’oggi sono merce rara, generalmente sono coinvolti in numerosi progetti, di sesso femminile poi credo sia ancora più difficile trovarne, come mai ti sei avvicinata allo studio di questo strumento?

Ciao! E un saluto anche a tutti i lettori di Metal in Italy! Eh… effettivamente le donne batteriste sono sempre state numericamente inferiori rispetto ai colleghi maschi, però negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom in questo senso, sia a livello nazionale che a livello mondiale. Sono venute fuori tante musiciste toste che hanno raggiunto traguardi molto ambiti e questo ha contribuito a sfatare “il mito” dello strumento tipicamente maschile. Per quando mi riguarda, io ho sempre odiato l’ora di musica a scuola, quando ti fanno suonare il flauto e ti insegnano il solfeggio base. Per cui mai e poi mai avrei pensato di avvicinarmi allo studio di uno strumento, mai e poi mai avrei immaginato quanto mi potesse cambiare la vita. Con la batteria invece è stato così, amore intenso e profondo dal primo istante. Ricordo ancora perfettamente il momento in cui mi sono detta “voglio imparare a suonare questo strumento!” : ero sul mio letto e stavo ascoltando un pezzo dei Limp Bizkit (credo fosse Take a Look Around). Da lì mi sono poi innamorata del metal e di generi estremi come il death o il black, dove trovi sempre parti potenti di doppia cassa…ecco quel modo di suonare mi ha fatto perdere la testa del tutto, non sapevo manco tenere in mano le bacchette e già volevo imparare il doppio pedale. Mi sono quindi iscritta ad una scuola di musica, anche se il mio primo approccio con la didattica non è stato serissimo: solo con gli anni e con l’esperienza sullo strumento mi sono resa realmente conto che se volevo raggiungere un certo livello e provare a superare i miei limiti dovevo mettermi a studiare seriamente.

Ti ricordi la prima canzone che hai suonato dal vivo ed in quale occasione?

Si, come no! Il primo pezzo dal vivo era in realtà una base play along di Dave Weckl, al saggio della scuola dove ho mosso i primi passi come batterista. Però la prima esibizione live con il mio primo gruppo, i Black Spiral…quella è stata tutta un’altra cosa…in quel caso avevamo proposto brani nostri e la cover di “Stain of Mind” degli Slayer.

Ho letto che hai iniziato da autodidatta, poi hai scelto di seguire delle lezioni, come mai questa scelta? Hai ritenuto opportuno approfondire lo studio di questo strumento affidandoti ad un insegnante?

Come dicevo prima, ho fatto un vero e proprio percorso nel tempo legato allo studio. All’inizio sono partita in quarta xkè volevo iscrivermi per studiare batteria ma poi mi sono resa conto che non mi andava di studiare la tecnica pura come i rudimenti o generi musicali che neanche sapevo esistessero…quindi ho preso molto sottogamba lo studio! Volevo suonare metal e stop, il resto non mi interessava. Per cui ho interrotto dopo poco le lezioni e sono andata avanti a studiare per i fatti miei, ascoltando cd e guardando i batteristi che vedevo all’opera, cercando di cogliere ogni aspetto del loro modo di suonare. Quindi mi considero autodidatta, nonostante avessi preso delle lezioni nel primissimo periodo. Arrivata ad un certo punto mi sono accorta che suonare la batteria non era solo una valvola di sfogo…volevo diventasse di più! Perché non trasformare il mio hobby in un lavoro? Però al livello a cui ero cosa potevo sperare di fare? La turnista? Ma va! Da li ho rivisto totalmente il mio modo di approcciarmi allo strumento ed alla musica in generale, anche perché mi scontravo sempre più quotidianamente con i limiti tecnici dovuti al fatto che non avevo mai realmente studiato con la giusta attitudine. Aggiungo anche che avevo avuto qualche problemino fisico dovuto sicuramente ad una impostazione scorretta, infatti non tenevo in mano le bacchette nel modo giusto ed ero molto rigida quando suonavo. Quindi ho deciso di mettermi nelle mani di qualcuno che mi indirizzasse sulla strada giusta, aiutandomi a farmi crescere. Per fortuna il mio ragazzo mi ha fatto conoscere la persona azzeccata portandomi da Giorgio di Tullio. Mi si è aperto un mondo: oltre alle basi tecniche, mi sono avvicinata a generi che non ho mai ascoltato in vita mia (funky, swing, latin…) e iniziare a studiarli mi ha aperto la mente migliorando anche il mio drumming nel metal, che resta sempre e comunque il mio primo amore. Quando inizi a sentirti coinvolto dallo studio non ne esci più, diventa una droga e vuoi imparare sempre di più. E’ bellissimo.

Ho visto che sul tuo canale YouTube c’è anche qualche video didattico, credi che sia importante condividere la propria conoscenza? E magari trovare anche un confronto con musicisti di tutto il mondo…

Si, Youtube in questo senso aiuta molto perché ti fa conoscere persone che hanno la tua stessa passione ma che non potresti mai incrociare dato che abitano a milioni di km di distanza…E questo ti porta a confrontarti e a crescere come musicista, xkè amplia il tuo bagaglio culturale!

Non ho potuto fare a meno di notare che la drum cover dei Soilwork ha riscosso molto successo, hai ricevuto tanti complimenti…e proposte di matrimonio…

Si…tosto quel pezzo! Volevo iscrivermi a un contest internazionale nel 2013 e allora ho fatto quel video. E’ stata una bella sfida, oltretutto è suonata da Henry Ranta (ex Soilwork) uno dei miei batteristi preferiti. Quella canzone non è affatto semplice come sembrerebbe… Il video ha riscosso molto successo anche xkè il contest pompava molto il materiale con cui gareggiavano le concorrenti, ancora oggi mi sembra impossibile avere ottenuto tutti quei “mi piace”… e si, ci sono state anche proposte di matrimonio 😀

Torniamo seri…ogni musicista ha qualche fonte di ispirazione, altri musicisti dai quali vengono influenzati nel modo di suonare, quali sono i tuoi batteristi preferiti?

Eh…ce ne sono tanti! Ti dico quelli che mi hanno influenzata proprio in chiave personale, anche se l’ammirazione si estende ad un numero ben maggiore di drummers. Innanzitutto metto il mio maestro Giorgio perché ha contribuito a fare di me la musicista che sono oggi, non tanto nello stile (lui è un jazzista, quindi tutt’altro genere) quanto nel modo di vivere lo studio di questo bellissimo strumento. E’ una cosa abbastanza profonda ed importante, difficile da trasmettere e mi sento di metterlo al primo posto per questo. Poi c’è Dirk Verbeuren, l’attuale batterista dei Soilwork…un uomo capace di passare da blast beats velocissimi a parti fusion (con arrangiamenti impressionanti) all’interno dello stesso brano. Una persona umilissima (l’ho conosciuto e visto live in due diverse occasioni) e probabilmente uno dei più bravi batteristi in circolazione. Poi c’è appunto Henry Ranta (ex Soilwork) seguito da Travis Barker (Blink 182, drummer con uno stile eccelso), Jukka Nevalainen (Nightwish), Joey Jordison (ex Slipknot), Matt Mc Donough (Mudvayne), Thomas Noonan (ex 36 Crazyfists, le parti di batteria sull’album “A Snow Capped Romance” sono alcune tra le mie preferite di sempre), i fratelli Erlandsson Adrian (At The Gates, ex Cradle of Filth..) & Daniel (Arch Enemy) che sono stati tra le mie prime fonti di ispirazione soprattutto in chiave metal estremo, John Otto (Limp Bizkit, altro drummer dal gusto sopraffino), John Boecklin ( Devil Driver)…poi stacco da tutti questi batteristi metal e metto Emmanuelle Caplette (a mio avviso la rappresentante numero 1 del gentil sesso a livello mondiale) e due batteristi funky tra i più impressionanti di sempre: Aaron Spears & Tony Royster Junior.

Che batteria utilizzi? E come è strutturato il tuo drum set?

Dal 2004 ho sempre usato PDP (ex Pacific, costola della DW) e mi sono sempre trovata bene. Drumset composto da cassa 22×18, tom 1 10×8, tom 2 12×9 e timpano 14×14. Ho tre rullanti con caratteristiche molto differenti: Tama SLP (14×5,5 in acero), Tama Metalworks (14×5,5 in acciaio) e Dixon (14×3,5 in acero). Doppio pedale Tama Iron Cobra. Proprio in questi giorni però (mi deve ancora arrivare al completo) ho cambiato batteria dopo ben 10 anni di onorato servizio!! Sono passata a Mapex (modello Saturn IV Exotic, acero e noce) perché volevo cambiare qualcosa nelle dimensioni dei fusti…quindi ora ho cassa 22×18, tom 1 10×7, tom 2 12×8 e timpano 16×14. Non vedo l’ora di testarla seriamente…

Nel corso degli anni hai preso parte a diversi progetti, suonato tanti brani anche per conto tuo, qual è stato quello che ti ha dato filo da torcere più di ogni altro?

Negli anni ho suonato in tante band…soprattutto in band che facevano pezzi originali, però in quel caso scrivevo io le parti di batteria e non andavo mai oltre quello che sapevo fare. In chiave di cover invece…recentemente ho studiato alcuni brani dei Limp Bizkit e devo dire che “Rollin” è parecchio tosta! John Otto la sa lunga!

Suoni anche qualche altro strumento? O magari hai mai provato a suonare qualcosa che non sia una batteria?

Ho provato a cimentarmi con la chitarra anni fa…però mi sono resa conto che non faceva per me. Ultimamente mi sono fissata col pianoforte, è uno strumento che ho rivalutato tanto e vorrei imparare qualcosa in merito. Invidio molto chi sa suonare decentemente anche altri strumenti oltre al proprio, aiuta tantissimo.

In questo momento sei impegnata con Sins Of Forgiveness e Diamond Beast, puoi parlarmi di questi due progetti?

Esatto! Le Diamond Beast sono attualmente il primo ed unico tributo europeo tutto al femminile agli Iron Maiden, sono attive dal 2008 circa. E’ un progetto in cui mi sono ritrovata quasi per caso 4 anni fa e di cui mi sono innamorata praticamente subito…io le considero una sorta di “esperimento antropologico” dato che le componenti sono di tutta Italia (Pavia, Mantova, Bologna e Pesaro). Scherzi a parte, già questo fa riflettere sul fatto che sia un progetto speciale, dato che la line up nonostante le condizioni logistiche proibitive è fissa dal 2011. Con loro sono cresciuta molto come musicista e ho avuto l’opportunità di fare tanta esperienza live in tutta Italia e anche all’estero (Olanda, Austria e Slovenia). Le Sins of Forgiveness sono invece un progetto di inediti nato dalla mente di Angela “Sin” Panzarella, compositrice di praticamente tutto il materiale. Per ora rimane un progetto studio data la distanza (anche in questo caso non indifferente) delle componenti: infatti a parte la bassista Angela che sta a Milano, la cantante Lara Bertoli è di Roma, mentre la chitarrista Elisa Garbo (con cui non condivido solo una splendida amicizia ma anche il progetto Diamond Beast, band di cui ne è tra l’altro fondatrice) è di Bologna. Per il 2015 abbiamo interessanti novità in merito al progetto SOF e io non vedo l’ora…fare musica propria resta sempre l’aspetto più appagante per un musicista, anche se oggigiorno è molto difficile.

Ho visto qualche video delle Diamond Beast, devo dire che è un vero piacere assistere alle vostre esibizioni, sono molto curate dal punto di vista scenico, ineccepibili musicalmente, ogni pezzo è curato fin nei minimi particolari, quanti sforzi ci sono dietro ottimi risultati come i vostri?

C’è si tanto lavoro dietro ma considera che purtroppo il nostro potenziale non si esprime come realmente potrebbe. La distanza ci impedisce di fare prove settimanali e anzi, quest’anno siamo arrivate a quota 2 in 12 mesi…Dalla nostra abbiamo però la fortuna di essere tutte e 5 sulla stessa lunghezza d’onda, ognuna si impegna al massimo lavorando quotidianamente a casa in modo da rendere al 100% sul palco, sfruttando poi ogni istante per perfezionare il nostro show (dal soundcheck nei locali, al confronto costante per mail, alle chiacchierate lungo i numerosi viaggi). Niente è lasciato al caso perché vogliamo offrire il meglio a chi viene a sentirci, nonostante i problemi legati alla distanza portiamo avanti a testa alta questo progetto da diversi anni e le persone che ci seguono sono aumentate sempre più, sia in Italia che all’estero..Quindi direi che andiamo nella giusta direzione!

Siamo giunti quasi alla conclusione, vorrei sapere quali sono i tuoi progetti futuri, ci saranno altre band? Qualche album in previsione o in fase di realizzazione?

Per quanto riguarda i miei progetti… A Marzo 2014 sono entrata a far parte della realtà chiamata “RAD1 Music Factory” in qualità di insegnante di batteria e responsabile della struttura, ruolo che condivido con Mauro Maggi (cantante degli N.F.B, unico tributo Anthrax italiano) e con l’ideatore vero e proprio di questo progetto: Cesare “RAD” Zanotti (cantante dei RAD1). La Factory è una struttura in zona Pavia che si occupa di musica a 360°: siamo infatti scuola di musica, sala prove e studio di registrazione professionale ma ci occupiamo anche di contest per band, programmazione artistica nei locali ecc… Mi sto quindi dedicando anima e corpo a questo progetto molto ampio, dato che oltre alla sede di Pavia c’è anche una nuova sede in arrivo presso Casteggio, dove con il patrocinio del Comune, apriremo ufficialmente le iscrizioni a Gennaio 2015. Dal punto di vista meramente musicale invece non escludo future collaborazione con nuove band. Per ora non sono alla ricerca di particolari situazioni, ho già tanta carne al fuoco. Sicuramente lavorerò ad un progetto che ho in ballo con il mio ragazzo da veramente tanto tempo, spero sia la volta buona per arrivare a dei risultati concreti, dato che le idee ci sono. Inoltre come anticipavo prima, nel 2015 avremo delle news legate al progetto Sins of Forgiveness e non vedo l’ora! Per ora non si parla ancora di album ma…vedremo!

Domanda scontata da fare ad un musicista: se potessi scegliere, con quale gruppo ti piacerebbe suonare?

Oddio..bella domanda! Sarà banale ma…non saprei proprio cosa risponderti!

Verdiana, ti ringrazio infinitamente per la disponibilità, vorrei che terminassi tu l’intervista, lasciando un messaggio ai nostri lettori.

Ringrazio voi per il tempo e lo spazio concessomi! Saluto tutti i lettori di Metal in Italy e auguro in bocca al lupo a tutti i musicisti che leggeranno… NEVER GIVE UP! \M/