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Witches Of Doom: “Deadlights” – Recensione

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I Witches Of Doom non sono una sorpresa, già con il loro album d’esordio dal titolo “Obey” (la recensione) avevano ottenuto ottimi consensi, con la seconda fatica discografica “Deadlights” non fanno che consolidare le impressioni suscitate dalla prima release.

Anche in questo caso nel loro sound c’è un po’ di tutto: Stoner, Doom, Rock, Psychedelic, Dark, tanti elementi che confluiscono in dieci tracce di ottime fattura, inclusa la cover degli U2 “New Year’s Day”. Apre le danze “Lizard Tongue” e l’adrenalina inizia a scorrere, grazie a riff di chitarra tosti, ad una voce graffiante ed aggressiva, il tutto supportato da una sezione ritmica incalzante. I Nostri strizzano l’occhio al versante Dark Wave, merito delle tastiere di Graziano “Eric” Corrado, sempre presente ma mai preponderante rispetto al resto degli strumenti.

A ricordarci che l’atmosfera è cupa ci pensa la successiva “Run With The Wolf”, dall’incedere ansiogeno e sinistro, anche in questo caso c’è un’alternanza ben ponderata tra passaggi decisamente Heavy ed altri più riflessivi, con linee melodiche molto accattivanti, come nel refrain di “Deface – The Things That Made Me a Man”, impossibile non lasciarsi trascinare dalla malinconia sprigionata dalla voce di Danilo “Groova” Piludu. Il riffing ben strutturato della chitarra di Federico “Fed” Venditti rende le composizioni più articolate, ma l’ascolto è sempre lineare e le soluzioni rimangono ben impresse nella mente.

Troviamo progressioni pesanti come macigni, come in “Gospel For War”, che ricordano quelle di Zakk Wylde e fanno il paio con altre dalle tinte oscure, di derivazione settantiana, come testimonia “Mater Mortis”, ma non mancano parentesi in cui la matrice Rock svolge un ruolo primario, “I Don’t Want To Be A Star” su tutte. In quest’ultimo caso i Witches Of Doom ci regalano un brano sofferto ed intimo, che si lascia cantare a squarciagola. Elegante e molto atmosferica la parte dell’assolo di chitarra, in cui è possibile apprezzare il lavoro di Jacopo Cartelli al basso, sempre presente, che contribuisce lungo tutto l’album a creare un sound di spessore, così come il batterista Andrea “Budi” Budicin.

“Deadlights” è un album consigliato a tutti gli amanti della melodia, dei riff rocciosi, di atmosfere sofferte e scenari tetri, i Witches Of Doom hanno fatto nuovamente centro.