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Witches Of Doom:”Chi crede di fare i soldi con questo genere è un pazzo o è un bugiardo”

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I capitolini Witches Of Doom hanno recentemente pubblicato il loro album “Deadlights” (la recensione) abbiamo colto l’occasione per intervistare una delle realtà più interessanti del panorama Goth/Doom/Stoner in Italia. Nonostante gli ottimi riscontri della nuova release, la band ha i piedi ben piantati in terrà e sa che vivere di musica al giorno d’oggi è alquanto difficile…

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Come di consuetudine, prima di iniziare a parlare del vostro ultimo lavoro, vorrei che presentaste i Witches Of Doom ai nostri lettori.

Ciao e grazie di averci invitato tra le vostre pagine. I Witches of Doom nascono ad inizio 2013 dalla mia esigenza di separarmi definitivamente dal mio precedente gruppo – gli Ossimoro – con i quali stavo ai ferri corti. La band si è stabilizzata con l’arrivo di Danilo, voce, e da quel momento abbiamo iniziato a suonare dal vivo e a pensare ad incidere il nostro primo disco Obey (che è uscito nel 2014). Invece Eric, alle tastiere, è stato l’ultimo ad aggiungersi. Tutto è avvenuto molto velocemente e nell’arco di tre anni abbiamo registrato due dischi, firmato un contratto con la nostra etichetta Sliptrick, siamo andati in tour all’estero e non ultimo abbiamo ricevuto molte buone recensioni; ovviamente c’è sempre molto da migliorare e da imparare, ma poteva andare peggio! Speriamo i prossimi tre anni ci riservino altre soddisfazioni.

“Deadlights” è il titolo dell’album, perché avete scelto questo titolo? Generalmente la luce viene associata alla vita, ma non nel vostro caso. Quali inoltre le tematiche che affrontate nei testi?

Deadlights è un titolo che viene da un romanzo di Stephen King, è una parola che non esisteva precedentemente in inglese e che ha coniato lo scrittore americano per IT, nel quale appunto parla di queste luci che possono uccidere chi le fissa.
È un nome che si adatta bene a quanto espresso dal gruppo in questo disco.
I testi trattano diversi temi; da tematiche sociali come in “Homeless”, nella quale si tratta della piaga della povertà e di come, soprattutto ai giorni nostri, chi è più debole viene lasciato dietro senza alcun diritto, ad altri testi più scuri come in “Black Voodoo Girl”, dove invece si narra di una fantomatica ragazza dai poteri occulti che vive nella notte, oppure in “Run with the Wolf” nella quale viene svelata l’empatia che si trova tra cacciatore e preda nei meandri oscuri di una fredda foresta. Insomma come vedi c’è un po’ di tutto, diciamo che a seconda del mood del brano associamo un testo che ci può stare bene.

Rispetto al predecessore ho notato che, se da una parte il sound di base è rimasto, c’è stata comunque una evoluzione significativa, quali sono a vostro avviso differenze ed affinità tra i due album?

Questa è una domanda interessante e che mi sono posto anche io durante gli ascolti. Per me “Obey” era un album più genuino,  con i pro e i contro del caso, meno studiato negli arrangiamenti, in una parola più “in your face”. D’altronde era da molto poco che suonavamo insieme e non avevamo un’ idea precisa su come affrontare il lavoro in studio. Una grossa mano ce l’ha data Fabio Recchia, nostro produttore, il quale ha forgiato il nostro sound indicandoci una direzione. I brani erano composti interamente, ma avevano un’ impronta più anni 70… che invece si è affievolita mentre registravamo a favore di un sound più moderno.
“Deadlights” invece è un lavoro più eclettico, più vario e molto curato negli arrangiamenti; quando siamo entrati in studio eravamo consapevoli di come avremmo voluto che suonassero i brani (questa volta Eric ha contribuito in fase compositiva aggiungendo parti di tastiere che nel primo disco aveva suonato principalmente il nostro produttore) e Fredrik Folklare, chitarra degli Unleashed e Necrophobic,  si è occupato del lavoro di missaggio a Stoccolma, conferendo una produzione potentissima e moderna.

I Witches Of Doom riescono a fondere riff rabbiosi con passaggi melodici, senza trascurare gli elementi atmosferici e cupi. Tutte queste componenti derivano dal background musicale di ognuno di voi?

Esattamente. Noi ascoltiamo di tutto e credo si senta nei nostri brani. Danilo viene dal crossover, Jacopo dal Black Metal, Andrea dal metal più moderno, mentre Eric dalla new wave…mentre io dallo stoner e grunge. Tutti abbiamo ascolti vari e non ci fossilizziamo con uno stile specifico perché lo troviamo noioso. Il nostro scopo non dichiarato è unire riff pesanti con ritornelli melodici. Mi piace scoprire nuove realtà musicali di ogni genere musicale, ma molte volte trovo che sebbene molte band di oggi siano bravissime con lo strumento non hanno delle melodie che rimangono impresse…ecco perché alla fine tendo a riascoltarmi band storiche come i Cult che invece fanno della qualità la loro arma vincente.

Come nascono i vostri brani? C’è un lavoro di squadra o qualcuno di voi si occupa della composizione per poi sviluppare i brani in sala prove?

In genere molti brani partono da mie idee o da quelle di Eric, ma in linea generale tutti contribuiamo, chi con un riff o una linea melodica oppure negli arrangiamenti finali. Diciamo che pur provando poco insieme siamo molto prolifici in fase compositiva. Avessimo più tempo a disposizione per vederci credo che ogni disco sarebbe doppio.

Sappiamo benissimo che attualmente è difficile vivere di musica, quanti sacrifici economici, di tempo sottratto alla famiglia o al lavoro ci sono dietro un nuovo album o un tour?

Guarda chi crede di fare i soldi o di essere indipendente con la musica, specialmente con questo genere, o è un pazzo o è un bugiardo. Nessuno ci campa e quelli che lo fanno…lo fanno facendo anche i turnisti oppure avendo uno studio di registrazione…oppure essendo ricchi di famiglia. Questo per noi è un hobby che prendiamo molto seriamente e che come dici te ci toglie tempo dalla famiglia o dal lavoro. Ma alla fine non potrei vivere senza musica, quindi ben venga.

Nella vostra musica ci sono gli anni ‘70, ‘80, ‘90…nonostante il tempo che passa, anche per le band moderne ci sono alcuni gruppi dai quali è impossibile prescindere. Pensate che attualmente ci siano dei musicisti in grado di influenzare le generazioni future al pari dei mostri sacri delle decadi passate?

No purtroppo. Quando guardo le nuovi generazioni…mi viene tristezza per loro…dove sono i modelli da seguire..i poster da attaccare in cameretta? Quando ero piccolo io seguivo le gesta di Axl Rose…Seb Bach..i gruppi famosi di oggi fumano sigarette elettroniche, bevono diet Coke e mangiano senza olio di palma…Layne Staley e Scott Weiland oltre ad essere dei grandi musicisti..avevano l’immagine che li accompagnava.

Tra l’altro in “Deadlights” c’è anche una cover degli U2. Perché avete scelto loro e che tipo di lavoro avete fatto sul brano per renderlo vostro?

Questa cover ci piaceva molto…credo sia uno dei brani migliori degli U2, noi l’abbiamo rallentata dandogli un tocco goth e crepuscolare; sul pezzo c’è l’assolo eseguito da Paul Bento, ex Type O Negative e Carnivore, che secondo me ha fatto un gran lavoro.

Qual è il punto di forza dei Witches Of Doom? E quanto conta l’amicizia all’interno di una band?

Il punto di forza credo sia la stima reciproca come musicisti, ma anche a livello personale. Non ci frequentiamo tutti i giorni, ma sappiamo che quando siamo insieme in sala si crea una bella alchimia… per quanto mi riguarda non l’ho mai trovata precedentemente con altri gruppi.

Prima di salutarci vorrei sapere: quali sono i vostri progetti per il futuro? State lavorando a qualcosa di nuovo?

Al momento stiamo pensando ad organizzare un release party qui a Roma, credo che lo faremo ad inizio Dicembre, poi stiamo prendendo accordi per altri live e a Febbraio dovremmo partire in tour in Nord Europa. Una volta lì gireremo anche un nuovo video. L’anno prossimo vorremmo registrare qualche cover per un EP, ma è tutto in alto mare al momento….vedremo.

Grazie ragazzi per il tempo che mi avete concesso. Lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Grazie a te Stefano e a tutti i tuoi lettori…il messaggio è supportate la musica underground sempre! E seguiteci sulla nostra pagina FB Doom on!