Home Interviste Elio Bordi (Frontiers): “La scena italiana non ha nulla da invidiare all’estero”

Elio Bordi (Frontiers): “La scena italiana non ha nulla da invidiare all’estero”

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Un marchio prestigioso, una sorta di IGP da apporre sui prodotti di qualità. E se c’è quel marchio allora vuol dire che in quella confezione c’è qualcosa di buono. D’altronde, dalla culla della dieta mediterranea non poteva nascere paragone più azzeccato per introdurre cosa Frontiers Record rappresenta per la musica. In Italia e all’estero.
Ci sono voluti anni e sacrifici. Oggi (ma anche ieri) si raccolgono i frutti di un piano studiato. Ci si mette in gioco ed a volte si rischia. Ad esempio: affiancare al rodato Frontiers Rock Festival un evento nuovo e dedicato al metal poteva, dall’esterno, essere considerato un azzardo. Non per loro.
Ed Elio Bordi, Promo e Web Manager di Frontiers, ci spiega perchè in questa intervista.

Ciao Elio, ad una settimana dal Frontiers Metal Fest sembra che i protagonisti di questa serata, te compreso, debbano ancora tornare con i piedi per terra dall’entusiasmo. E’ andata davvero così bene?
Non è andata così bene, è andata magnificamente. Siamo contentissimi di come il pubblico abbia accolto il nostro primo festival metal. Avevamo in mente qualcosa, ma non quello che si è poi realizzato domenica. Affluenza fantastica e coinvolgimento totale per tutta la durata del festival e non parliamo di un paio d’ore, ma di ben sette concerti, dalle 15 alla mezzanotte. Una cosa da non credere!

Puntare sulla seratona power è stata una sfida più che vinta, se non altro perché gran parte del bill si è già esibita in giro in altri contesti…
Onestamente non sono così d’accordo con quello che dici. Credo che la maggiore difficoltà e i maggiori dubbi si possano, in parte, ricondurre proprio al contenuto della tua affermazione. Fare un festival in cui una parte delle band è italiana e molto attiva dal punto di vista delle attività live mette a grosso rischio le possibilità di attrarre i fans; abbiamo, però, pensato che, suonando tutte insieme, in un contesto così bello come il Live Club e arricchendo il tutto da altre ottime band, potesse venir fuori una festa indimenticabile, dedicata a tutti noi appassionati e amanti di certe sonorità.

Quando è nata l’idea del Metal Festival?
Era nelle nostre menti da un po’, lentamente è uscita fuori, fino alla convinzione definitiva che questo potesse essere l’anno giusto. In realtà molti fans e appassionati ci hanno spesso chiesto proprio questo: dedicare una giornata al metal dando spazio alle band con sonorità più pesanti. Ed eccoci qua ☺

Quale delle band si è fatta più “corteggiare”?
Onestamente nessuna, è stata un’organizzazione così naturale, così fluida che sembrava quasi ovvia, nata già così. Una cosa da non credere. Un’armonia unica dall’inizio fino alla fine!

Tempo fa Metal In Italy ha pubblicato un articolo in cui abbiamo sottolineato come le ultime mosse di Frontiers abbiano dato un chiaro segnalo: quello di risollevare la scena italiana. E’ così? Se sì, come sta procedendo questa mission?
Ti ringrazio per quanto hai scritto e delle parole, ma in realtà noi “guardiamo” sempre tutto a 360 gradi, senza dare importanza particolare alla nazione di provenienza delle band. Da sempre supportiamo le band italiane quando ci piacciono, ne abbiamo sempre avute e fin quando ce ne saranno di ottime in giro, sempre ne “prenderemo”. Se guardi la storia dell’etichetta, in questi 20 anni abbiamo avuto con noi Stramonio, White Skull, Daniele Liverani, Empty Tremor, Green, Mind Key, Pathos Ray, Vision Divine ecc… Fino agli ultimi anni con Alessandro Del Vecchio, DGM, Labyrinth, Eternal Idol, Hell In The Club, Secret Sphere ecc. Quello che è vero è che in questo periodo abbiamo siglato quasi contemporaneamente più band italiane, ma è solo una coincidenza. Se questo però serve a risollevare il metal italiano, allora non può che farci solo felici perché è una scena di ottimo valore che non ha nulla da invidiare a tutti altri paesi.

In base alla tua esperienza, perché credi che in terre come il Giappone e l’Asia in generale, gli artisti italiani siano notevolmente più apprezzati che in Patria?
Credo sia una questione culturale. Non è che noi siamo meglio o peggio, in Giappone il metal e il rock è decisamente più presente nella cultura e nelle vite delle persone. Sappiamo benissimo l’Italia com’è dal punto di vista musicale. Non voglio assolutamente alludere a critiche o altro, perché alla fine parliamo di gusti musicali, ma sicuramente preferirei l’Italia avesse una maggiore attenzione ed interesse verso generi musicali diversi, non per forza prettamente legati sempre e solo alla tradizione e vincolati da contesti esterni. E’ un discordo lungo e forse fin troppo affrontato…

Immagino starete già pensando ai prossimi Frontiers Rock Festival e la seconda edizione di quello “metallaro”. Quali sorprese? C’è già qualche nome, desiderio o conferma?
Come potrai facilmente dedurre, mi stai facendo delle domande a cui, al momento, non posso rispondere. Per il Metal Festival è ancora troppo presto, per il Rock Festival, posso solo dire che è questione di settimane ☺