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Furor Gallico – Korrigans – Dyrnwyn: live report del concerto di Roma

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Testo di Giovanni Michelangelo D’Urso
Foto di Filippo Ferrante

Il 20 Marzo a Roma abbiamo assistito a due eventi particolari: il primo è stato l’eclissi solare, il secondo è stato il concerto dei Furor Gallico (Celtic Folk Metal), scortati da Korrigans e Dyrnwyn al Traffic Live Club.

Si sa che le eclissi lunari e solari inducevano i popoli del passato a credere in negativi presagi o manifestazioni diaboliche ed in realtà questa volta ne abbiamo avuto piena conferma! I primi a scaldare la serata sono i Dyrnwyn band romana che, nonostante l’aggressività e la buona presenza scenica, non riescono a gestire al meglio le dinamiche e a dare profondità ad una esibizione comunque tenace.

Molto meglio i Korrigans (leggi qui l’intervista) dall’ Agro Pontino, più performanti e anche a livello audio più preparati: condividono il cantante con la band precedente che a nostro avviso potrebbe gestirsi meglio dal punto di vista tecnico, infatti in diversi momenti sembrava in difficoltà. Andrebbero gestite meglio le parti di growl and scream.

Il momento dei Furor Gallico made in Monza è davvero importante, tanto da apparire fin da subito più vivaci e scoppiettanti rispetto al semplice ascolto su Cd. Definirsi Celtic Folk Metal è solo un’etichetta, lo show davvero estremo, con il sostegno dei gruppi spalla, si avvicinava tranquillamente alla scena black e death. Solo le melodie del violino, dell’arpa celtica e di qualche flauto hanno reso più soft l’esibizione.

Avere otto componenti nella band ed esprimersi al meglio sul palco del Traffic non è facilissimo: ha meravigliato Davide (vocal) per come riesce ad interagire con il pubblico insieme a Paolo (Tin Whistles, Bouzouki & Bagpipes) e Riccardo (Violino), il tutto sostenuto da una resa audio ancor meglio gestita. Non siamo riusciti ad apprezzare in pieno l’arpa celtica che era sicuramente in svantaggio rispetto a chitarre elettriche e batteria.

Peculiarità dei Furor Gallico è sicuramente la presenza scenica amplificata da volti truccati, gonnellini scozzesi e vestiti tendenzialmente di gusto medievale e stilemi cari alle popolazioni del nord Europa: tratti distintivi che in realtà hanno utilizzato anche le band di apertura. La scaletta dei “Gallici” spaziava con i brani del primo “Furor Gallico” e del secondo disco “Songs From The Earth” (leggi qui la recensione) ed ha occupato gli spettatori per circa 100 minuti: uno show davvero lungo. Circa a metà esibizione è intervenuto anche Cristiano Borchi, Vocals degli Stormlord ed ospite d’eccezione della serata. Tra le migliori esecuzioni in ordine cronologico sicuramente: “Banshee”, “Venti Di Imbolc”, “La Notte Dei Cento Fuochi”, “Diluvio” e la migliore song scritta a nostro parere dalla band ovvero “La Caccia Morta”.

Tirando le somme: presenza scenica ottima, audio accettabile, entusiasmo condito con tanta birra… Con questo spettacolo particolare ed inconsueto i Furor Gallico hanno saputo eclissare Roma.

Scaletta Furor Gallico:

Intro
Song of the Earth
Wild Jig of Beltaine
Banshee
Venti di Imbolc
Curmisagios
Nemain’s Breath
Medhelan
La Notte dei Cento Fuochi
Diluvio
Squass
Steam Over the Mountain
Cathubova
Eremita
Encore
La Caccia Morta
Ancient Rites