Sono state tra le band che hanno animato la versione autunnale del Rock In Park dello scorso settembre, portando sul palco del Legend Club la qualità del rock melodico che li contraddistingue.
Delicati ma incisivi, i MadHouse sono una realtà lombarda che scalpita per portare in giro un’oliata “macchina da guerra” dove il capo è un “soldato Jane”, ovvero la frontwoman Federica Tringali.
All’attivo la band ha un EP “You Want More” (la recensione), che ben concentra l’idea di musica che i quattro hanno assimilato negli anni.
Protagonista di questa intervista, proprio la boss!
Ciao Federica, benvenuta sulle pagine di Metal In Italy. Come di consueto, prima di iniziare con le domande, ti chiedo di introdurre la tua band, descrivendo quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera.
Ciao Stefano! Grazie di ospitarci su Metal in Italy!
I MadHouse nascono nel 2012 come cover band di pezzi rock internazionali. Negli anni la band ha subito qualche cambio di lineup fino ad arrivare a quella definitiva: io (Federica Tringali) alla voce, Filippo Anfossi alla chitarra, Lorenzo Marzagalli al basso e Max Di Muro Villicich alla batteria. Proveniamo da realtà musicali diverse con tanta gavetta e palco alle spalle che si sono ben fuse nel progetto MH. Un anno e mezzo fa abbiamo deciso di iniziare a lavorare su brani inediti che hanno dato vita all’EP “You Want More” co-prodotto con Marco Barusso [Lacuna Coil, Cayne, Thirty Seconds to Mars] e uscito con l’etichetta ICM Records.
“You Want More” è la prima produzione discografica, anche se la band è attiva dal 2011. Come sono nati questi brani? A mio avviso ognuno di essi è una possibile hit, quanto lavoro c’è dietro?
Per quanto riguarda i brani io scrivo testi e melodia, sottopongo poi tutto alla band che scrive le altre linee mentre Marco Barusso segue tutto l’iter successivo come arrangiamenti, produzione, mixaggio e mastering… Il progetto MH ci vede impegnati tutti i giorni, richiede tanto amore e dedizione ma la soddisfazione e la gioia che dona la musica è talmente tanta e la band è così unita e motivata che siamo disposti a dare ancora di più.
Ascoltando le tracce ho evidenziato la vostra tendenza a comporre brani apparentemente semplici, ma allo stesso tempo curati fin nei minimi particolari, che rimangono impressi nella mente sin dal primo ascolto. Sei d’accordo con il mio punto di vista?
Quando scrivo generalmente lo faccio inizialmente in maniera impulsiva, passando solo successivamente ad affinare il tutto. Quindi probabilmente i testi sono naturalmente spontanei, diretti, quindi “catchy” per certi versi, ma il contenuto è frutto di sentimenti e pensieri profondi quasi sempre autobiografici.
Tra tutti “You Want More” è senza dubbio il brano che ho apprezzato maggiormente, sia per le melodie malinconiche che per i testi nei quali mi sono in parte immedesimato. Quanto c’è di autobiografico in questa traccia?
Tanto veramente tanto. Ogni parola del testo ha un forte legame fra significato, significante e vissuto. La copertina dell’EP è totalmente esplicativa dell’intenzione del brano. La totale volontà di uscire da uno schema ripetuto all’infinito, da situazioni anonime e impersonali in cui sei obbligato a vivere.
Tra le quattro composizioni ce n’è una che preferisci o che meglio rappresenta l’anima dei MadHouse?
Bella domanda! Se chiedi ad ognuno di noi ha una sua preferita… credo che i 4 brani insieme siano un ottimo connubio.
Parlami un po’ di te… la tua voce è molto versatile, perché ti destreggi con disinvoltura tra linee vocali acute ed altre più gravi e calde, a mio avviso quasi soul/blues. Come ti sei “scoperta” cantante? Hai seguito degli studi?
Io fin da piccola sentivo di essere cantante come facesse parte della mia natura… negli anni ho studiato pianoforte e canto moderno, ho iniziato a cantare in pubblico a 7 anni e non ho mai più smesso.
Come spesso accade in Italia, chi fa musica purtroppo non può vivere solo di questo, bisogna fare i conti con una realtà che non aiuta chi si dedica a quest’arte. Nei tuoi sogni c’è quello di poter cantare a tempo pieno? Immagino valga anche per il resto della band…
La musica è il motivo principale delle mie giornate che mi porta alle 24 ore successive, mi dà la forza per adattarmi spesso a situazioni che mi stanno strette. La musica è la mia “lucky card” come dico In “Skulls and Bones”… la mia via di uscita ed è quello che voglio fare nella vita.
Sono certa che per i miei compagni di viaggio sia la stessa cosa.
Recentemente avete anche pubblicato un video per il brano “Empty Inside”. Perché avete scelto proprio questa traccia e cosa avete voluto rappresentare con le immagini?
Il video di “Empty Inside” è nato da una mia idea, girato e diretto dalla Cloverthree… Il video racconta di un rapimento in cui vengono accusati tutti i musicisti con un finale a sorpresa! Non svelo nulla, bisogna vederlo. Abbiamo scelto questo brano perché è quello più intuitivo, forse meno intimistico ma certamente diretto.
Prima di concludere l’intervista mi piacerebbe sapere quali sono le “prossime mosse” dei Madhouse. Come intendete supportare l’Ep?
Ora abbiamo davanti sei mesi di promozione dell’EP ma nel frattempo stiamo lavorando al disco che uscirà tra un anno. Proseguiamo inoltre con i live. Quindi musica musica ed ancora musica con massimo impegno e dedizione.
Bene Federica, ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso. Lascio a te le ultime parole per lasciare un messaggio ai vostri fans ed ai nostri lettori. A presto!
Ragazzi supportate la musica, comprate i dischi e soprattutto andate a vedere i concerti live! La musica ha bisogno di tutti voi.
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