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Scala Mercalli: “Ci siamo cancellati dalla SIAE e incitiamo gli altri a farlo”

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New Rebirth

Se eravate alla ricerca di uno stimolo per rivoluzionare la vostra vita, per ribellarvi, per trovare il coraggio di manifestare il vostro dissenso, questa intervista è proprio ciò che fa per voi.
Loro sono gli Scala Mercalli, band marchigiana sulla scena ’92 e che con l’ultimo album “New Rebirth” (qui la recensione) ha portato una ventata di rivoluzione, avendone per tutti. In primis, la politica.

L’intervista:

Ciao ragazzi e benvenuti su Metal In Italy. Come nascono gli Scala Mercalli?
Sergio: la band nasce nel 1992, dalla passione del metal che abbiamo ascoltato negli anni 80. Ci trovavamo da ragazzi delle superiori nelle prime sale prove che erano per lo più garage e scantinati, e iniziando con le prime cover, abbiamo poi pensato di formare una band con brani scritti direttamente da noi, cosi per cimentarci come le band che ascoltavamo. Quando abbiamo imbracciato i primi strumenti quasi per gioco, non immaginavamo di fare tanta strada e suonare per cosi tanti anni, ma indubbiamente la passione era ed è vera se siamo ancora qui 😉

C’è chi ha definito il vostro sound un “metal patriottico”. Vi ci trovate in questa definizione?
Sergio: Beh si è indubbiamente anche questa definizione può starci soprattutto nel nostro recente “New Rebirth”, ma comunque siamo stai sempre vicini alle tematiche e alla storia del nostro paese, anche nei precedenti album. Trattare del risorgimento italiano in questo ultimo lavoro, però non è indirizzato solo al nostro paese, ma vorremmo sia uno spunto e un momento di riflessione, per tutti i paesi che nel mondo stanno vivendo una situazione tipo la nostra, dove l’identità nazionale si sta perdendo a favore dello stendardo del Business mondiale, dove la politica è solo serva del denaro e degli uomini veramente potenti che trattano i popoli come se fossero animali di allevamento!

Parliamo dell’album “New Rebirth”. La nuova rinascita è un dato di fatto o un auspicio?
Sergio: è sicuramente per noi è un dato di fatto, e speriamo sia di buon auspicio per il nostro paese e non solo… il termine Rebirth è stato scelto perché indica sia rinascita che Risorgimento. Usando questa parola vorremmo incitare oggi ad un “Nuovo Risorgimento”, dove gli ideali che hanno creato e unificato il nostro paese possano rivivere oggi , in questo periodo che siamo cosi divisi e con un spirito di patria ormai quasi sopito e stordito… Tenerci divisi è il sistema migliore per continuare a essere facilmente governabili.

E’ sicuramente un album che incita alla rivoluzione, a voler “ribaltare il tavolo”, come scriveva Neruda. Pensate di esserci riusciti?
Sergio: è indubbiamente un buon inizio, la musica come la poesia e qualsiasi forma d’arte può suolo cercare di scuotere gli animi, ma poi sono solo i fatti che possono cambiare realmente le cose. Per quanto ci riguarda abbiamo già iniziato, cancellandoci dalla SIAE e incitiamo gli altri a farlo, per evitare che i soldi dei musicisti vengano rubati da questa Mafia legalizzata! Proseguiremo più avanti con altri esempi del genere.. quindi se volete che le cose cambino iniziate dal vostro piccolo a ribellarvi, perché un governo di delinquenti non farà mai leggi per tutelarvi!

Nell’album vi è anche un pezzo più sobrio, evocativo: “Face My Enemy”. Che storia ha questo brano?
Christian: Questo pezzo è nato da idee di Luca che ne ha curato maggiormente la parte musicale ,mentre io mi sono occupato del testo e della parte vocale. Abbiamo sviluppato un pezzo con ritmiche come hai detto più evocative ma allo stesso tempo energetiche perché parla di come reagire e guardare in faccia quel nemico che ognuno di noi ha incontrato almeno un volta nella vita, che ti dice che non ce la farai mai, che magari ti pugnala alla spalle solo per invidia e cerca di scoraggiarti e di impedire che i tuoi sogni possano diventare realtà! È un inno al guardare il proprio nemico in faccia , affrontarlo e batterlo, perché nessuno possa mai impedirvi di essere chi volete !

L’album è uscito per un’etichetta spagnola. C’è un motivo particolare?
Christian: l’album è uscito per l’ART GATES RECORD perchè sono stai quelli che si sono comportati meglio e ci hanno fatto una onesta proposta di collaborazione, organizzando una buona promozione sia per il nuovo album che per le attività live. Qui in Italia le nostre vecchie etichette con cui abbiamo fatto uscire i precedenti album, purtroppo sono state costrette a chiudere, causa la crisi delle vendite ma anche stra pressate di tasse e da cavilli legali assurdi.. quindi come succede in altri campi a molti artisti italiani tocca trovare un appoggio all’estero!

Come procederà da qui ai prossimi tempi la promozione dell’album?
Christian: La promozione proseguirà con la diffusione ad ampio raggio dei nostri video clip soprattutto quello uscito recentemente dedicato alla battaglia di Castelfidardo “18 September, 1860” (guarda) che per l’ambientazione e la tematica trattata sta andando molto bene, probabilmente l’anno prossimo ne uscirà uno nuovo di un altro brano. Poi proseguiremo la nostra attività live qui in Italia, e per la primavera prossima torneremo all’estero cercando di coprire più date e più paesi possibile, perché fortunatamente all’estero abbiamo un buon riscontro a dire il vero ci sono più richieste di quanto tempo abbiamo per poterci muovere. Ma faremo di tutto per portare la Metal tricolore in più paesi possibili!

Mi interessa sapere anche chi cura il vostro outfit e come sono nati questi vestiti di scena.
Sergio: beh l’idea delle divise con orgoglio posso dire che sono state opera mia, ma realizzate dalla sartoria Turtù Elisabetta. Con i ragazzi della band avevamo deciso le tematiche da trattare, ma poi data la mia passione per la storia sono stato delegato dagli altri e mi sono messo alla ricerca delle divise d’epoca dei diversi reparti del risorgimento che hanno combattuto per l’Unita d’Italia, (visitando anche il museo del risorgimento nelle marche), in modo da dare ad ognuno di noi un costume di scena preciso e ispirato a corpi veramente esistiti.
In breve Io ho la divisa dell’artiglieria garibaldina, rossa come quella di Giusy che invece è della cavalleria garibaldina, Clemente dei Bersaglieri del 26° Battaglione, e Luca della reale cavalleria dei carabinieri, mentre quella di Christian è ispirata al Battaglione della Morte che fu fondato da volontari rivoluzionari che si unirono poi a Garibaldi. Nella versione dell’album su pennetta USB abbiamo messo anche le spiegazioni delle divise, e dei diversi stemmi usati , presto per tutti anche online.

Bene ragazzi, grazie del vostro tempo. Le ultime parole sono per voi…
Sergio: non abbiate paura di ribellarvi alle ingiustizie che oggi affliggono il nostro paese, se avete bisogno di uno stimolo, venite ad i nostri live \m/,
Christian: Usate la Musica e il Metal per restare uniti, perché tutti insieme possiamo cambiare veramente le cose .. Still United !