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The Burning Diaries: in tour con i Burning Black – DAY TWO

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Südtiroler Spitzbuam.
Andateveli a trovare su Spotify. Se non altro perché solo così potrete capire il mio disagio nel momento in cui Nick, il (nuovo) bassista dei Burning Black ha deciso che per rendere omaggio alle terre che eravamo in procinto di percorrere in auto, dovevamo ascoltare “la musica del posto”.
Nick è un uomo che “pesa 50 kg bagnato”. Parola di Lara, la sua morosa.
I Sudtirol Spritzqualcosa ci hanno accompagnato fino al confine con la Germania. Il cambio lo abbiamo capito dal messaggio dell’operatore telefonico “Benvenuto in Germania! Rispondi “SI” per avere 10 giga a 8 miliardi di euro”.
E’ il momento di salutare i Sudtirol Spritzqualcosa e di mettere GIUSTAMENTE i Rammstein. In pratica, secondo questo Nick pensiero, se i Burning Black dovessero andare a suonare domani a Boscoreale, in macchina di Nick si ascolterebbe Gigione.

Il viaggio verso Mannheim ha riservato non poche sorprese. A partire dagli autogrill con architettura a forma di cono (gelato) rovesciato. Sarà fatata anche la gente che ci lavora, ho pensato.
Ho chiesto al bar tre espressi doppi. Ho parlato in inglese.
La barista, dallo sguardo simpatico come un mignolo contro lo spigolo, mi ha risposto in tedesco.
Le ho ridetto che volevo tre caffè espressi doppi, in inglese.
Lei mi ha risposto in tedesco.
Al che ho perso il mio aplomb e le ho chiesto “Why the fuck you speak German to me if I’m talking to you in English”.
Lei mi ha risposto in tedesco.
Ha fatto i caffè.

Quando si è avvicinato Eric Antonello per chiedere il suo caffè, la barista ha sfoggiato un sorriso che Julia Roberts levate.
Ahhhh le femmine.

Dopo ottordici ore di viaggio, arriviamo a Mannheim. Ci sono 26°. Io da Roma mi sono portata il piumino “che non si sa mai”. Qui rimpiango di non aver portato il costume…
La venue è l’Ms Connexion Complex ed i Ross The Boss sono già lì.
Stringiamo la mano al mitico Ross Funicello, fondatore dei The Dictators e tra i padri dei Manowar. Lo show che il chitarrista americano sta portando in giro per l’Europa, infatti, rende omaggio ai pezzi più famosi dei Manowar e presenta quelli con Marc Lopes alla voce (Hellspeak, Let Us Pray).
Non sono nemmeno le 17 quando la gente ha iniziato a raggiungere l’MS Connexion Complex di Mannheim. E’ il primo dei due concerti in Germania che terranno i Ross The Boss e al quale ovviamente parteciperanno i Burning Black.

Pubblico attento e ricettivo. Se glie piaci ti applaude. Se non glie piaci, puoi sbatterti quanto ti pare, ma non si muove. Continua a guardarti aspettando che ti dia una mossa e gli faccia sentire qualcosa di interessante.
La risposta al set dei Burning Black è diventata man mano più calda e c’è un particolare che mi ha colpito in questa trasferta estera: solitamente, nei concerti in Italia, sono in pochi quelli che restano all’interno del locale durante tutto il concerto. Qui a Mannheim, nessuno – e dico nessuno – si è allontanato per una sigaretta. Probabilmente solo per prendersi un’altra birra.
Allo stand del merch, infatti (dove mi sono posizionata assieme all’addetta Lara Baccin), ho visto più volte le stesse facce… Compravano una t-shirt e dopo venti minuti tornavano per comprare un’altra t-shirt. Probabile che l’effetto birra faccia dimenticare delle volte in cui ci si avvicina al merch… Ma credo che per i conti delle band vada bene così.
Anche io ho venduto una maglia!
Ho venduto la prima maglietta della mia vita.
Una XXL…
In Olanda dicono che sono un po’ più atletici… Questa sera ci riprovo.

– The Burning Diaries. In tour con i Burning Black – DAY ONE