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The Silverblack: “I pezzi nascono da demo inviate nel cuore della notte”

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Infaticabili The Silverblack. Aggrediscono il mercato a suon di cover, sperimentazioni e pezzi inediti per tenere sempre aggiornata la scena dell’industrial metal che tanto si sta espandendo.
La band è uscita da poco con “The Grand Turmoil” (la recensione), ma c’è già materiale per confezionare un altro album. E’ questo il risultato di una grande affinità tra le menti del gruppo che non hanno paura dei giudizi negativi (ed in parte ci sono stati), mostrando una grande coerenza con quella che è la vera essenza della band.

L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti su Metal In Italy. Iniziamo con le presentazioni: come nascono i The Silverblack? La band ha una precisa impronta stilistica, come siete arrivati alla sua formulazione?
NEROARGENTO: Ciao, e grazie a voi per questo spazio a noi dedicato. I The Silverblack nascono da una manciata di tracce strumentali che avevo composto qualche tempo fa, ma che non hanno mai trovato collocazione concreta nel mio progetto NeroArgento, così ho deciso di coinvolgere Claudio per completare i brani e dare al progetto una realtà propria e da li è partito tutto.
Abbiamo cercato sin da subito di proporre uno stile nostro, frutto della naturale combinazione tra le nostre differenti personalità, arrivarci non è stato difficile, anzi, in poco tempo i brani si sono sviluppati in maniera estremamente naturale e spontanea senza forzature di sorta.

CLAUDIO: c’è sempre stata una comunione d’intenti tra me e Nero in merito a come sviluppare il sound dei The Silverblack fin dall’inizio e questo sicuramente ha reso il processo compositivo estremamente veloce e naturale, pur non precludendoci alcun tipo d’influenza stilistica il risultato da raggiungere era ben chiaro ad entrambi, quindi quando è venuto il momento di comporre e sviluppare i brani non ci sono state discussioni o inutili perdite di tempo in merito alla strada da seguire e tutto è filato liscio come l’olio.

“The Grand Turmoil” ha ottenuto ottimi consensi non solo in Italia, siete soddisfatti dal risultato raggiunto?
NEROARGENTO: sicuramente se dovessi rispondere che me lo sarei aspettato mentirei. Siamo molto soddisfatti di questo disco, ma arrivare davvero a leggere tutte queste recensioni positive dalle più disparate parti del mondo è per noi una enorme soddisfazione, inaspettata. Oltre a questo vedere soprattutto sempre più persone entusiaste affezionarsi così al disco e alla band è un’altra grande soddisfazione.

Il vostro sound fa largo uso di elettronica, i brani sono articolati e ben curati, non trascurando però l’aspetto melodico. Come sono nate le tracce dell’album?
NEROARGENTO: in linea di massima tutto nasce da una demo strumentale che invio a Claudio solitamente nel cuore della notte con un messaggio vocale ultra distorto o nettamente troncato prima della fine del brano, una volta in mano a Claudio il pezzo si completa e prende totalmente forma.
Dopodichè in studio si registrano le voci e si prosegue poi con l’arrangiamento e il fondamentale perfezionamento dei dettagli.

CLAUDIO: quest’ultima parte è forse quella che porta via più tempo visto che di solito proviamo diverse soluzioni per ottenere il miglior risultato possibile. Molti brani hanno cambiato più volte “pelle” prima di arrivare alla forma definitiva e sicuramente un processo del genere è enormemente facilitato dall’avere uno studio di registrazione a disposizione senza limiti di tempo o budget.

Ci sono delle band che hanno influenzato l’impronta stilistica dei The Silverblack?
CLAUDIO: apprezzando entrambi molteplici generi musicali le influenze possono essere le più disparate, diciamo che come linea guida di carattere generale si può inserire The Silverblack nel filone dell’industrial moderno che comprende i vari Rammstein, Pain, Rob Zombie, Combichrist, Deathstars, Celldweller etc. , poi è ovvio che provenendo da un background palesemente death metal molto spesso io mi metto ad urlare più del dovuto creando così un po’ di commistione con generi più violenti ahah… Palese è anche l’influenza di band come i Type O Negative o Moonspell, soprattutto per quanto riguarda le parti più lente ed atmosferiche.

Come ho scritto nella recensione, ho apprezzato maggiormente le parti più arcigne ed oscure, un po’ meno quelle “easy listening”. Verso quale direzione si evolveranno le prossime composizioni?
NEROARGENTO: mi fa molto piacere! Per quanto riguarda le evoluzioni personalmente non ho mai adorato ripetermi né ripercorrere i miei stessi passi, quindi non lo faremo nemmeno questa volta. Tuttavia ti posso assicurare che non ci snatureremo, sarà bello continuare a sperimentare e ricercare nuovi limiti e chiavi di scrittura, ma sicuramente pesantezza e melodia non verranno mai a mancare nei nostri brani.

CLAUDIO: considerando anche il gap temporale decisamente ridotto intercorso tra la stesura dei vecchi brani e quelli nuovi chi ha apprezzato “The Grand Turmoil” probabilmente non rimarrà affatto deluso dal prossimo disco, il nostro obiettivo al momento è realizzare un disco più completo ed incisivo possibile, riuscendo ad inglobare tutte quelle che reputiamo essere le nostre caratteristiche migliori portando il songwriting e la cura nei dettagli ad un livello superiore.

So che avete già delle tracce pronte per il 2016, siete dei musicisti che non amano stare con le mani in mano…ci potete dare qualche anticipazione in merito?
CLAUDIO: in questo momento ci mancano veramente poche tracce per considerare il prossimo disco chiuso, almeno per quanto riguarda il numero di brani in se, ovviamente ci prenderemo tutto il tempo necessario per ottimizzare i dettagli e provare diversi tipi di soluzione per le parti che ancora non ci convincono appieno, ma effettivamente a pochi mesi di distanza dall’uscita del nostro “nuovo” album ci troviamo già col prossimo disco quasi pronto… ed è una situazione al tempo stesso curiosa e gratificante. Il motivo è presto detto: componiamo in continuazione e ogni volta che a Nero viene un’idea la concretizziamo sviluppandola completamente, dopotutto l’ispirazione non viene a comando e sarebbe quindi sciocco non lavorare su nuove idee solo perchè è appena uscito il nuovo album. In ogni caso ovviamente ora nelle interviste è nostro interesse promuovere il nuovo lavoro “The Grand Turmoil” dato che è appena uscito, ma ti posso confermare che il prossimo album è quasi completamente composto, ha già un titolo e sicuramente uscirà nel 2016.

Siete impegnati anche in altre band, come riuscite a conciliare tutti gli impegni?
CLAUDIO: non è molto difficile, basta non avere più una vita sociale ahahah! Comunque, ovviamente l’essere impegnati in diversi progetti porta a volte a dover fare delle scelte puramente di carattere organizzativo, il tempo come al solito non è mai abbastanza e non possedendo ancora il dono dell’ubiquità può capitare di dover fare delle scelte dando la precedenza ad un progetto rispetto ad un altro a seconda delle situazioni… Oltre a me e Nero anche Ivan al momento è impegnato nella promozione del suo nuovo progetto Vita Museum di cui è appena uscito il disco d’esordio e Rob è spesso impegnato coi suoi Airborn, quindi a volte non è affatto facile riuscire ad organizzarsi per il meglio.

NEROARGENTO: organizzarsi non è mai facile, specie se l’intento è sempre quello di lavorare a cose che si reputano importanti, non solo quindi ritagliare del tempo come se fosse solo un hobby. Nel tempo ho lavorato a tanti progetti ed ovviamente nel percorso arrivi ad un punto in cui ti devi impostare delle priorità per la buona riuscita di tutto quello che ti frulla in testa. E’ per questa ragione che The Silverblack e NeroArgento sono gli unici due progetti in cui al momento sono impegnato al 200%.

Recentemente avete anche realizzato un cover di “Monster” di Lady Gaga, come è nata l’idea di proporre questa cover? È stata apprezzata dai vostri fans?
CLAUDIO: penso di potermi prendere il merito (o il demerito, dipende dai punti di vista ahahah) di entrambe le cover uscite fin’ora , ovvero “My Oh My” degli Aqua e “Monster” di Lady Gaga e il motivo che mi ha spinto a proporre di coverizzare in entrambi i casi pezzi marcatamente pop è presto detto: con Disarmonia Mundi abbiamo coverizzato “Mouth For War” dei Pantera e “The Loneliness Of The Long Distance Runner” degli Iron Maiden, con 5 Star Grave abbiamo optato per “Pet Sematary” dei Ramones e “You Shook Me All Night Long” degli AC/DC giusto per dirne altre, quindi con The Silverblack volevo semplicemente provare a fare qualcosa di diverso e rivisitare pezzi che non avessero assolutamente nulla a che fare col rock o col metal in generale. Le reazioni sono state molto buone comunque e molte persone hanno apprezzato, forse perchè dopo aver rilasciato due dischi di materiale inedito dall’impronta marcatamente industrial metal chi ci segue ha finalmente capito il nostro approccio in merito alle cover e non si scompone più di tanto, ma è inutile negare che soprattutto ai tempi dell’uscita di “My Oh My” i supporter più oltranzisti si sono fatti più di un ragionevole dubbio in merito alla nostra sanità mentale, a volte esternando il loro disappunto anche in maniera alquanto colorita ahahah.

Ritenete che in Italia ci siano persone in grado di apprezzare una tale commistione di generi? O siamo più legati a “generi” standard?
CLAUDIO: guarda, penso che l’unica cosa veramente fondamentale per ogni persona creativa sia di non preoccuparsi mai della possibile reazione della gente a quanto proposto. Il momento in cui si comincia a farsi domande a riguardo o a voler in qualche modo veicolare la propria proposta verso lidi più accessibili o facilmente catalogabili si perde la spontaneità che dovrebbe essere sempre alla base del processo creativo e a quel punto tanto vale lasciar perdere e fare altro. Quindi, per tornare alla tua domanda, non mi sono mai chiesto a priori se la nostra musica possa o meno piacere a un determinato tipo di pubblico, posso solo dire che questo è quello che istintivamente riusciamo a creare, fortunatamente i responsi positivi non si sono fatti attendere sia all’estero che in Italia, quindi direi che si, fortunatamente anche qui c’è gente che apprezza il genere.

Cosa ne pensate dell’attuale mercato discografico? Sono in molti a lamentarsi del fatto che ormai vendere dischi è difficile e ai concerti non c’è grande affluenza…
CLAUDIO: l’attuale mercato discografico è una merda e il disco in quanto supporto fisico ha perso ogni tipo di valore ormai, è una situazione che non piace a nessuno e che va a ledere soprattutto chi sceglie d’intraprendere la carriera di musicista come professione a tutti gli effetti (onestamente a chi piace lavorare gratis?), ma questo è lo stato delle cose, quindi lamentarsi è pressochè inutile… Purtroppo questo ha portato a investimenti sempre minori da parte delle band stesse verso i propri prodotti e infatti ci troviamo sommersi da dischi di band spesso anche affermate che suonano di merda… E non si può nemmeno farne loro una colpa, registrare dischi in maniera professionale è un processo dispendioso, ma se poi tutti scaricano il cd e nessuno lo compra chi te lo fa fare? Lo stesso discorso si può fare per tutti gli altri aspetti del settore e onestamente non vedo nemmeno grosse soluzioni all’orizzonte, dato che quasi nessuno sembra più disposto a pagare per un prodotto che può avere gratis la qualità nel mercato discografico non è che destinata a scendere inesorabilmente.

NEROARGENTO: Sicuramente nel tempo ho assistito (come tutti) ad un grande declino della discografia in generale… che i dischi non si vendono e che ai concerti non c’ è particolare affluenza è sempre più una realtà concreta e decisamente demotivante.
Inoltre negli ultimi anni c’è un netto conseguente disinteresse delle etichette alle nuove proposte, i dischi demo vengono ormai raramente ascoltati e la risposta è sempre pi ù rara, se non assente, quindi per le realtà emergenti è sempre più difficile farsi notare.
Fortunamente noi siamo in questo senso “privilegiati” visto che non dobbiamo investire migliaia di euro per registrarsi i dischi in studio e per arrangiarli, mentre molti gruppi invece spendono già gran parte del budget in fase di registrazione arrivando così praticamente senza fondi alla pubblicazione del disco.
Sono comunque speranzoso in uno dei “mezzi del futuro” che ribalterà un po’ la realtà di netto, non potà essere sempre così, credo che l’evoluzione (o involuzione) in questo caso porterà a qualche nuova corrente o innovazione capace di smuovere un po’ questa situazione stagnante.

Bene ragazzi, l’intervista è conclusa. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e lascio a voi il compito di chiuderla con un messaggio ai nostri lettori e ai vostri fans. A presto!
CLAUDIO: grazie a te per il tempo concessoci e per l’interessante chiacchierata, non mi resta che invitare i vostri lettori amanti dell’industrial a dare un ascolto al nostro ultimo lavoro “The Grand Turmoil” , ci si risente il prossimo anno per un nuovo album ahah, ciao!
NEROARGENTO: Grazie di cuore per il tempo a noi concesso, è stato un piacere. Un abbraccio ai vostri lettori e a tutti quelli che spendono, hanno speso o spenderanno anche solo 5 minuti per regalarci un ascolto!