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Those Of The Cellar: “Se il mercato è saturo devi saper farti notare nel mucchio”

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Sono “quelli della cantina”, quelli che hanno deciso che il moniker avrebbe reso perfettamente l’idea della loro essenza, perchè i Those Of The Cellar continuano a provare nella cantina, per comodità sicuramente, ma anche per una questione affettiva.
Sono ragazzi dalle idee molto chiare sul futuro ed hanno la testa sulle spalle. Non si limitano ad imbracciare lo strumento e a sfogarsi; per loro la musica è priorità e ne hanno fatto un mestiere anche ad un livello più tecnico.
Ad averci di nuovo 20 anni, vorrei avere la loro maturità nell’intraprendere un percorso sapendo che c’è sempre da migliorarsi e seguendo le tecnologie per non rimanere nell’ombra.

Ecco l’intervista:

Ciao ragazzi e benvenuti. Come prima cosa spiegatemi il percorso che vi ha portato alla composizione de “La Pace Di Nettuno” (la recensione). Qual è la sua storia?
Ciao, grazie ancora una volta per lo spazio e l’interesse dedicatoci da Metal In Italy. La “Pace di Nettuno” è un album che è stato pensato e voluto da metà 2014, quando, dopo un cambio di formazione, avevamo voglia di rimetterci a scrivere un disco che ci rappresentasse veramente e che fosse più diretto del precedente. La composizione è avvenuta in un anno, nel quale abbiamo pre-prodotto tutte le tracce, per poi cominciare le registrazioni nei dintorni di marzo.

Inevitabili i paragoni – esplicati anche in sede di recensione – con band come Linkin Park, P.O.D. e Linea 77. Siete d’accordo con questi “richiami”?
Linea e Linkin Park sono state due band da noi sempre molto ascoltate, sono state sempre le due band a cui subito ci hanno “paragonato” per il genere che facciamo. Rispetto al disco precedente c’è una componente rock anni ’90, soprattutto nei riff di chitarra, che può esser facilmente notata. E’ una delle novità che abbiamo portato al disco, ovviamente data da crescita di ognuno di noi, influenze musicali ed una definizione dello stile personale come musicisti.

Avendo evidenziato queste affinità, quali sono le caratteristiche dell’album che invece dovrebbero dare la giusta evidenza a quello che siete?
Una è quella espressa nella domanda precedente per quanto riguarda un richiamo a band come Tool e Kyuss per quel che riguarda alcune partiture di chitarra e basso. Il synth usato come strumento lead con suoni che troveremmo solitamente in mondi completamente diversi dal nostro. L’elettronica che in molti momenti è usata come tappetone per riuscire a ricreare ambienti e sensazioni fantastico/psichedeliche. Le due voci, che continuano a rimanere un punto di riferimento nel nostro progetto ed i testi, che ha scritto praticamente in unicum il nostro cantante, spesso fatti di frasi o parole apparentemente slegate dal tutto, cerchiamo di riuscire a sommare, nella testa di chi ascolta, tutte le parole del testo per riuscire a trasmettere con poche parole le sensazioni che avremmo voluto trasmettere.

Mi incuriosisce anche il vostro moniker… Perchè “Those Of The Cellar”?
Il nome è sempre rimasto questo, dall’inizio del progetto (5 anni fa) ad oggi. Più volte ci siam chiesti se non sarebbe stato meglio trovare un nuovo nome per il progetto, una volta che si era stabilizzato ed eravamo cresciuti con le prime esperienze musicali, ma siam sempre stati contenti di questo nome che per noi vuol dir tanto. Rispondendo alla domanda… cinque anni fa, da buoni 15enni, la fantasia, portò il nostro batterista ed il nostro tastierista a chiamare il loro progetto così, proprio perchè al tempo, come tutt’ora, ci troviamo a suonare nella cantina del batterista, nel tempo è stata trasformata in uno studio di registrazione ed è una fortuna avere a disposizione questo spazio. Siamo molto legati alla “Cellar”, per questo, forse, mai abbiamo cambiato nome.

Tra le canzoni di “La Pace Di Nettuno” ho citato in particolare due canzoni. Una di queste è “Allegra” e pare che abbiate gradito questa citazione… Che storia ha questo pezzo?
Abbiamo gradito molto la citazione, grazie. Questo pezzo è stato l’ultimo ad esser stato scritto e registrato prima del mix e master. E’ un pezzo che avrà una doppia veste, se nel disco è sia elettronico che acustico, dal vivo sarà completamente acustico. Al testo siamo molto affezionati, dalla prima volta in cui l’abbiamo sentito e letto, non è stato più minimamente modificato, cosa che solitamente siamo soliti fare. Non vediamo l’ora di riuscire a portarlo dal vivo con il suo vestito originale.

Siete molto giovani, com’è nato il vostro approccio alla musica?
Tutti, fortunatamente, fin da piccoli siamo stati invogliati a suonare uno strumento, con gli anni si è presa la consapevolezza di quel che voleva dire veramente per noi suonare, suonare dal vivo, spiegarci con la musica, meglio ancora se nostra. Chi ci ha fatto convergere verso questo tipo di musica è un campione molto vario e personale di grandi nomi per ognuno di noi, arriviamo da influenze musicali che sono diverse l’uno dall’altro, questo ci aiuta nel trovare sempre soluzioni diverse per i nostri pezzi, ed è una cosa molto bella. Passo dopo passo, tre su quattro di noi sono diventati anche Tecnici del suono e lavorano in studi di registrazione o come fonici live. La musica per noi è una priorità.

Qual è il vostro pensiero in merito al peer to peer? Favorevoli al download gratuito degli album?
I tempi vanno avanti veloci, bisogna cercare di stare al passo e cercare di sfruttare al meglio le opportunità che oggi la tecnologia ci offre senza cadere nei suoi tranelli. Ormai il mercato è saturo di musica, di praticamente qualunque genere oltretutto, questo rende difficile riuscire ad esser notati tra il mucchio. Per una band giovane il download gratuito e lo streaming è una cosa positiva, perchè, ora come ora, è molto importante riuscire a tessere una bella rete di rapporti e contatti, per riuscire ad essere pubblicizzati, sperando che la voce arrivi a qualcuno interessato ad investire nel progetto.

Se poteste scegliere una guest per il prossimo album, chi vi piacerebbe avere?
Eh, la scelta è ardua, la risposta è istintiva così da esser la più vera possibile. Pierpaolo Capovilla: testi, energia, cultura, espressività, contraddizioni. Lo stimiamo molto.

Nel vostri futuro artistico sono previste sperimentazioni?
Continueremo a cercare un taglio sempre più nostro, per riuscire ad uscir dai paragoni ed esser riconoscibili rimanendo credibili. Sicuramente proveremo soluzioni diverse, penso soprattutto a livello ritmico.

Bene ragazzi, grazie del vostro tempo. Le ultime parole sono per voi…
Grazie mille a voi di Metal In Italy, fin dall’uscita del video ci avete dato sempre spazio.
Grazie a tutti quelli che ci seguono, continuate ad ascoltare il disco su Spotify ed a comprarlo sui principali digital store, per i dischi fisici, dovrete venire ai nostri concerti. Grazie ancora a tutti.
Those Of The Cellar

Foto in evidenza di Ellade Photo – Eleonora Racca