Home Interviste Trevor: “Perchè “Hyaena”? Perchè è un predatore “Sadist” e brutale”

Trevor: “Perchè “Hyaena”? Perchè è un predatore “Sadist” e brutale”

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Freschi di conferma al prossimo Hellfest, i Sadist si godono il momento TOP della loro carriera.
Album appena uscito che spacca, nuove prospettive e conferme per date live di tutto rispetto.
Ad ottobre è uscito “Hyaena” (la recensione), album potente dal concept forte ed accattivante che, come ci spiega il buon Trevor in questa intervista, ben sposa lo spirito “sadico” che anima la band.

Ciao Trevor, è un piacere per noi ospitarti sulle pagine di Metal In Italy. “Hyaena” è appena uscito, mi puoi spiegare perché avete deciso di focalizzare l’album sulla figura di questo predatore? Dal punto di vista concettuale c’è qualche collegamento con la nostra società?
Intanto, grazie dell’ospitalità.
Quanto al concept, ho voluto dedicare e omaggiare questo stupendo predatore. Da sempre sono molto affascinato, la iena è un carnivoro, che utilizza letali strategie di caccia, è da sfatare il falso mito, non sono animali solamente saprofagi, sono astuti cacciatori e innocenti assassini.
Talvolta, in realtà, sono i predatori più grossi, come il leone, a rubare il cacciato, da questi pericolosi incontri scaturiscono sanguinose battaglie, diventate guerra nel corso degli anni.
Sono un naturalista convinto, questo concept, era nell’aria da tempo, e poi, trovo si sposi perfettamente con il monicker della band, la iena, inconsapevolmente è un predatore anche sadico e brutale.

Mi sono chiesto perché avete atteso ben cinque anni prima di pubblicare un nuovo album, poi considerando l’intensa attività live degli anni scorsi e, soprattutto,  la maniacale cura dei particolari di “Hyaena”, credo che il motivo di un lustro di silenzio discografico sia chiaro: i Sadist non tirano fuori dischi come in una catena di montaggio…siete d’accordo?
In parte hai già risposto, in realtà, la promozione di  Season in Silence, specie in sede live, si è conclusa a fine 2013, abbiamo fatto due tour in Europa, molti festival e due tour indipendenti in Italia, trovare anche il tempo di pensare ai nuovi brani era difficile. A termine della promozione di Season in Silence, ci siamo dedicati alla stesura di nuovo materiale, una volta pronti e preparati siamo entrati nei Nadir Music Studios e da dicembre 2014 a Maggio 2015, abbiamo registrato Hyaena.
Tutto vero, non siamo, certo una band da un disco l’anno. Anche se, tra Hyaena e il prossimo album non vogliamo far passare altri 5 anni.

Da sempre vi siete distinti per la voglia di sperimentare, di non essere sempre uguali a voi stessi, anche in questo caso lo spirito “progressivo” del vostro Death Metal ha preso il sopravvento, non ci sono brani fotocopia. Come sono nate le tracce? Avete seguito un percorso preciso o vi siete affidati all’estro del momento?
Hai fatto una corretta osservazione, siamo una band dedita alla sperimentazione, ogni disco Sadist, suona diverso dal precedente, pur mantenendo una nostra omogeneità di fondo. Non ci sono troppi segreti, i nostri brani nascono in modo del tutto naturale, non abbiamo scadenze e produttori, che tendono a snaturare la nostra musica, questo ci permette di lavorare nel migliore dei modi, utilizzando appieno la vena artistica della band.

Riallacciandomi alla sperimentazione, in passato non vi siete mai posti il problema di affrontare critiche da parte di chi non ha condiviso le vostre scelte artistiche. Credo che in un panorama musicale saturo di band simili tra loro sia quasi obbligatorio distinguersi. Voi come la pensate a riguardo?
Nella vita non ti puoi permettere di stare dietro alle parole di tutti, e questo, non solo per quel che concerne la musica. È difficile e forse potrebbe sembrare presuntuoso pensare di piacere a tutti, ci sarà sempre qualcuno pronto a storcere il naso. Come dico sempre, in primis dev’essere il musicista convinto e soddisfatto del prodotto realizzato, certo, se poi il tuo lavoro è apprezzato, meglio ancora. Sulle band troppo simili, che dire, non voglio giustificare nessuno, tuttavia, specie per le band più giovani è sicuramente difficile, essere originali oggi, a volte, però, sarebbe opportuno almeno fare un tentativo.

Torniamo alla release: passaggi atmosferici che si alternano a ferali sfuriate, ogni composizione risulta estremamente dinamica, si ha davvero la sensazione di trovarsi in una pianura africana, sotto lo sguardo minaccioso di un branco di iene. Ritenete sia giusta questa mia interpretazione?
Questo è un grande complimento, le nostre intenzioni passano, infatti, attraverso riuscire a trasmettere in musica le liriche, il concetto del disco.
La dinamica, all’interno della canzone ha molta importanza, sia per la parte strumentale, che nei sali e scendi legati alle parole.

Parlatemi della collaborazione con il percussionista Jean N’Diaye. Com’è nata e perché la scelta è ricaduta su di lui?
Nonostante il concept, è interamente incentrato sulle abitudini e tecniche di caccia della iena, per ovvi motivi, era giusto tributare i paesi mediterranei e nello specifico l’Africa, essendo, appunto, che le iene vivono in buona parte delle pianure africane. Per questo motivo siamo andati alla ricerca di un musicista, che, oltre ad essere molto preparato tecnicamente, avesse una buona conoscenza della musica in questione. Jean, è un musicista eclettico, nativo dell’Africa, è un percussionista incredibile, il suo ottimo lavoro ha aggiunto caldi colori al disco. Parallelamente, Tommy ha studiato l’uso di strumenti, come l’oud e il Santur, poco consoni al Death Metal.

La cura che avete messo nei particolari emerge anche dall’artwork, una vera e propria opera pittorica, così come il lyric video di “The Lonely Mountain”. Chi ha realizzato artwork e video, per il quale tra l’altro sono state utilizzate particolari tecniche di animazione grafica…
Dietro il nuovo album Hyaena, si cela un incredibile lavoro di squadra. Il pittore Luca Orecchia ha realizzato tutti i disegni, si tratta di un grande artista, ha capito subito, quelle che erano le nostre intenzioni.
Mentre l’intero lavoro grafico è stato sviluppato dal talentuoso Manuel Del Bono. Avevamo bisogno di un artwork, lontano dagli stilemi odierni. Inutile dire che per coerenza e scelta artistica, anche il videoclip doveva avvicinarsi il più possibile a tutto il resto, per questo motivo abbiamo pensato a Darya Kurneeva, nel suo studio di San Pietroburgo, ha tirato fuori dal cilindro una prestazione da urlo, un qualcosa che rappresenta nel migliore dei modi la musica e l’immagine dei Sadist. Infine, il set fotografico, è stato curato da Sveta Fomina, all’interno del Museo di Storia Naturale G.Doria di Genova, è stato molto emozionante posare tenendo in mano un cranio di iena, morta nel lontano 1888.

Il giorno in cui è uscito l’album avete deciso di accogliere i vostri fans presso i Nadir Studios per fargli ascoltare le nuove tracce; come è stata questa esperienza?
Il disco è nato e cresciuto all’interno dei Nadir Music Studios, ci sembrava carino invitare amici e addetti ai lavori a casa nostra. È stata una festa divertente, abbiamo ricevuto molto affetto nei nostri confronti, sono stati tutti impagabili. Non potevamo chiedere di più, ci siamo divertiti molto, tra Death Metal e fiumi di birra, fino all’ultima goccia.

Voi fate parte della scena Metal italiana (e non solo) ormai da tanti anni… quali sono i cambiamenti che avete riscontrato e qual è lo stato di salute della musica estrema nostrana?
Parto dal fondo, la scena estrema nostrana, gode oggi di buona salute, ci sono ottime band, che si stanno muovendo al meglio, anche fuori dalle mura amiche, e anche il pubblico di casa nostra si sta accorgendo di questo e nonostante essere profeta in patria è sempre cosa difficile, qualcosa credo stia cambiando, anche se, è ancora troppo poco. Quanto ai cambiamenti, dire che qualche anno fa era tutto diverso, forse è retorica. Internet è stato uno stravolgimento epocale, è cambiato il mondo, di conseguenza al curioso evento, come sempre ci sono i pro e i contro, bisogna essere intelligenti e cercare di trarre vantaggi da queste svolte.

Come verrà supportato l’album? Ci sono degli appuntamenti già in calendario?
Lavoriamo con un management storico, da circa vent’anni, lui è il tramite con la nostra agenzia (Live Nation), entrambi stanno ragionando sui prossimi passi. Abbiamo molta fiducia, anche loro vogliono il massimo per Sadist. A oggi, abbiamo ricevuto un paio di proposte per tour in Europa e qualche open air è già stato confermato, così come alcune date indipendenti nel nostro paese, tuttavia, in primis, vogliamo e dobbiamo arrivare preparati al meglio, prima di salire sul palco, nonostante la voglia di tornare on stage è davvero forte.

Bene, l’intervista è conclusa. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e come di consueto lascio a voi le ultime parole, lasciate un messaggio ai nostri lettori ed ai vostri fans.
Grazie a te Stefano e a tutto lo staff di Metal in Italy, il lavoro che svolgete è molto importante, se tutti stiamo migliorando è anche grazie a voi.
A me non resta che abbracciare tutti i lettori e i nostri fans, ci vediamo presto in sede live.
In alto il nostro saluto !!
Trevor