Home Interviste Marco Angelo: per Dave Mustaine io sono “The Rage”

Marco Angelo: per Dave Mustaine io sono “The Rage”

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Quest’anno il NAMM non ha parlato completamente italiano, ma quasi! Vi abbiamo raccontato come artisti come Andy Martongelli o Alex Cole si siano divertiti in quel di Los Angeles, alla presenza degli artisti più famosi ed ha confronto con le nuove tecnologie da trasportare nella musica.

Anche il chitarrista Marco Angelo, o come lo chiamano all’estero “The Hooded Guitar”, ha voluto condividere con Metal In Italy la sua esperienza.

L’intervista:

Ciao Marco, ti accogliamo con piacere sulle nostre pagine per parlare di un evento di qualche mese fa, ovvero il NAMM Show 2016. È stata la tua prima volta in qualità di artista?
Un saluto a voi Metal In Italy, piacere mio. Esattamente…quella di gennaio 2016 è stata la mia prima volta in assoluto come artista al Namm Show.

Insieme ad altri musicisti italiani hai portato in alto i colori del nostro Paese, quali sono stati i marchi da te rappresentati?

Negli USA ho avuto modo di rappresentare il marchio “Shiva Audio Devices”, azienda di Ospedaletto Euganeo(Padova) che si occupa della progettazione e produzione di effetti, cabinets e sistemi per basso e chitarra elettrica. Recentemente la Shiva ha iniziato a produrre anche amplificatori e testate per chitarra. In fiera era presente la nuova Kali 30w, sia in versione testata che combo, amplificatore dalle sfumature vintage.

Si tratta comunque di strumenti che tu utilizzi quotidianamente, quali sono secondo te le loro qualità? Perché li hai scelti?

La ricerca del suono senza compromessi mi ha convinto nel stringere questa collaborazione con l’azienda padovana.
Negli ultimi 2 anni ho avuto modo di poter collaborare alla crescita e sviluppo della serie “stompbox” di Shiva Audio Devices, dai prototipi fino alle versioni attualmente in commercio. Si tratta di effetti a pedale di qualità molto elevata, sia sonora che costruttiva. Il Buffer Booster “B2” ed il compressore “Compulon” sono tra quelli che preferisco. Oltre alla serie “Stompbox”, ho avuto modo di fare diversi esperimenti sulla linea di casse 2×12 “Pro Cab”, sempre per chitarra ovviamente, studiando il comportamento del cabinet a seconda del tipo di cono che montavo. Il risultato finale è estremamente convincente, ottenendo un suono “3D” di grande impatto e versatilità.

Al NAMM hai avuto modo di incontrare tanti artisti di fama internazionale, c’è qualcuno tra questi che ti ha fatto particolarmente piacere conoscere? C’è qualche aneddoto che vuoi raccontarci?

Sicuramente Dave Mustaine (Megadeth) che nonostante la breve conversazione è riuscito a trovare il tempo di affibbiarmi un nomignolo (The Rage) per via del mio aspetto. Nicko McBrain(Iron Maiden) e Max Cavalera sono altre due persone che mi hanno colpito per la loro semplicità e gentilezza nei miei riguardi, senza nulla togliere a tutti gli altri artisti che ho avuto modo di incrociare o conoscere.

Come si sono articolati i tuoi giorni di permanenza lì? Suonando dal vivo quali sono state le impressioni che hai raccolto da chi si fermava ad ascoltarti?

Grazie alla permanenza in USA durante il periodo del Namm Show, ho avuto la grande fortuna di ricevere un paio di proposte live a Los Angeles. La gente è rimasta colpita e soddisfatta di ciò che ho proposto, rendendomi orgoglioso del mio operato. Ad Hollywood ci sono concerti ogni giorno e questo può fare solo bene alla musica. Ovviamente i contro ci sono anche in USA; la “concorrenza” si fa sentire pesantemente e la qualità non manca di certo nei musicisti della zona. Se vuoi ottenere qualcosa devi sudare parecchio e proporre il meglio di te stesso.

Ritieni sia stata una bella vetrina sia per te che per i marchi che rappresenti? Quali sono le esperienze che hai riportato in patria?

Questo sicuramente. Avere la possibilità di suonare ed esibire i propri marchi in quella che riteniamo la patria della musica non ha paragoni con null’altro, senza mancare di rispetto a nessuno.“Succede tutto a Los Angeles”, almeno cosi dicono da quelle parti. Manager ed etichette di un certo spessore mondiale, musicisti che hanno fatto la storia…Los Angeles e tutti gli States hanno molto da dire in proposito. Sicuramente ho portato a casa un modo di ragionare più “quadrato”, cercando di valorizzare al meglio ciò che suono e compongo. Gli USA per me sono stati in questo molto importanti, nonostante la breve permanenza.

Non sei stato il solo musicista italiano presente all’evento, pensi che nel Bel Paese ci siano colleghi in grado di imporsi a livello internazionale?

Naturalmente si. In Italia c’è molta qualità in realtà, solo che si fa fatica a valorizzare il prodotto. Questo a causa di una serie infinita di circostanze.

Hai avuto modo anche di esibirti in un locale storico, com’è andata la serata? Qual è stato il responso del pubblico?

Suonare al Whisky A Go Go di Hollywood è stato qualcosa di unico ed eccezionale: il pubblico è rimasto molto soddisfatto dello spettacolo, mettendo in condizione lo staff di propormi un secondo show. Meglio di cosi non avrei mai sperato. Ammetto che non è stato semplicissimo suonare nel tempio della musica, dove odiernamente calcano il palco artisti come Steva Vai, Slash, Zakk Wylde e compagnia bella, ma fortunatamente posso dire che ne è venuta fuori una grande serata.

Parliamo dei tuoi progetti futuri: cosa c’è in programma per Marco Angelo nel corso del 2016?
A breve calcherò il palco con la grande Jennifer Batten ed altri artisti di spessore. Oltre a questo c’è l’intenzione di finire il nuovo album e di pensare ad un tour…

Bene Marco, l’intervista è conclusa. Io ti ringrazio come sempre per la disponibilità nei nostri confronti e lascio a te il compito di concludere la nostra chiacchierata con un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Grazie a voi, gentili e professionali come sempre! Auguro ai lettori di Metal In Italy una buona musica a tutto divertimento e…volume\m/