Home Interviste Alteria: “Sono cresciuta a pane e Led Zeppelin… E Litfiba!”

Alteria: “Sono cresciuta a pane e Led Zeppelin… E Litfiba!”

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Tra un Dj set ed un altro, tra una registrazione ed un concerto, Alteria è la donna del rock più impegnata d’Italia!
A questo ci aggiungiamo anche l’ultimo anno trascorso a promuovere l’album “ecCore”, vero e proprio “core de mamma” per la cantante che ha difeso con forza il suo posto sul palco, nonostante lo scioglimento della sua precedente band.
Nonostante l’agenda fittissima di appuntamenti la nostra red rocker è riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio per rispondere alle domande di Metal In Italy.
Confermiamo che stiamo parlando di una persona squisita oltre che di un’artista sicuramente unica in questo panorama: Alteria è esattamente come appare in TV quando vi racconta la storia del rock’n’roll o vi presenta gli artisti italiani accovacciata su una cassa, o quando dal palco si emoziona nel far sentire le sue canzoni. E’ spontanea, diretta, trasportata da un amore viscerale per la musica.
Un’artista come lei non poteva mancare sulle pagine di Metal In Italy!

L’intervista:

Cara, innanzitutto grazie per aver dedicato il tuo tempo a quest’intervista, nonostante tu sia sempre super impegnata. A tal proposito ti chiedo come fai a gestirti tra le tue molteplici attività senza dover ricorrere ai superpoteri!?
Mi diverto. Questo è il segreto. Sono molto fortunata a fare un lavoro che amo e quindi, anche quando sono devastata dal sonno riesco a trovare la forza per fare tutto! E poi ti dico la verità, quando mi capitano periodi più tranquilli, divento subito insofferente e con la voglia di fare,fare, fare. Insomma sono iperattiva di mio!

Leggo dal tuo sito che dopo un breve periodo di pausa si comincerà a pensare al nuovo album. Hai già qualche tempistica? C’è già del materiale che eventualmente potrà essere utilizzato?
Sono già al lavoro per il mio secondo album, alcune idee sono già uscite fuori e le stiamo “assemblando”. Mi sto gustando molto questa fase creativa e ho davvero molta voglia di scoprire cose nuove, nuove sonorità, nuove atmosfere. Poi conto tanto di ripartire con i live già per l’estate 2015, iniziando cosi a far sentire qualche nuovo brano ma credo che il disco non uscirà prima dell’autunno 2015.

Com’è andato “enCore” (l’ultimo album)? Che bilancio puoi tracciare oggi?
E’ andato tanto bene, oltre la mia aspettativa. Mi ha permesso di girare tutta l’Italia con oltre 60 date. “Sickness“, uno dei singoli, è stato in rotazione su diverse radio e soprattutto, quello che più conta, tante persone si sono avvicinate al progetto, mi hanno seguita live, hanno acquistato il disco.
Io sono molto soddisfatta. Certo, in Italia lavorare con la musica non è per niente facile e il percorso è tortuoso, ma io cerco di tener botta. Sto costruendo un percorso, mio e coerente e ai tempi di talenti show questa cosa mi inorgoglisce tanto. Piccoli passi, nulla di scontato, tanta difficoltà… ma vuoi mettere la soddisfazione?

C’è un pezzo dell’album al quale sei maggiormente legata?
Ogni canzone di “enCORE” parla di cose che direttamente o non troppo indirettamente ho vissuto, quindi sono affezionata a tutte le canzoni. “enCORE” è stato scritto in un momento delicato della mia vita, un momento di cambiamento mio, personale e quindi le canzoni raccontano proprio di questo, c’è tanto di me in questo disco.
Di certo mi fa venire la pelle d’oca “Sickness” ogni volta che la canto. Una canzone che sento molto.

Per i live, che criterio usi per la composizione della scaletta? Inserisci solo pezzi tuoi o anche cover?
Avendo fatto un solo disco per questioni di tempistiche devo inserire sempre un paio di cover e cerco di scegliere tra le band che preferisco. Ho fatto diverse volte un brano dei Deftones, “My Own Summer“, per esempio.

Ed a proposito di cover, so che ti stai divertendo e non poco a mettere dischi per djset metal e cantare i grandi successi del rock con alcune band che vogliono la tua presenza per release party e non solo (mi vengono in mente gli Hell In The Club). Quando si tratta di cantare le canzoni degli altri c’è uno stile in particolare che preferisci?
Cerco sempre di non “scimmiottare” le band che ripropongo e quindi con la mia voce e il mio timbro le canto a modo mio. Cerco invece di non snaturare la natura del pezzo: se faccio un brano rock blues cerco di trovare il ritmo, la cadenza giusta. Mi è capitato spesso di sentire voci cantare brani rock’n’roll come se fossero brani metal o viceversa. Mi piace che le canzoni possano mantenere la propria identità.

Qual è secondo te la più grande band di sempre e perché?
Aiuto. Che domanda difficile. Amo tante band ma nel mondo del rock sono tanto legata ai Led Zeppelin. Non so se sono la più grande band di sempre ma di certo a me hanno aperto un mondo quando li ho scoperti! Mentre rispondo alle tue domande, in sottofondo, sta suonando nel mio stereo proprio il cd Led Zeppelin II!

Qual è stato il primo disco che hai comprato?
Il primo primo disco preso, anzi una musicassetta, risale al 1996, avevo 12 anni e comprai “The Score” dei Fugees! Poi mi ricordo la cassettina dei Blur e poi ho scoperto i Litfiba che diventarono una vera e propria ossessione.
Comprai ogni loro uscita discografica! Mi hanno introdotto al rock.

In una recente intervista, la cantante degli Arch Enemy ha detto che è stufa della gente che le chiede “perché faccia metal”?. Tu cosa ne pensi? Nel senso, credi anche tu che bisogna smetterla col chiedersi il perché della presenza delle donne in questo genere?
Io non mi ritengo una cantante metal, sono una voce rock. Ma capisco la tua domanda e posso comunque risponderti perché la stessa cosa vale nel rock: diciamo che nel 2014 è veramente anacronistico domandarsi perché una donna faccia un genere musicale “potente”. E’ pieno di donne che hanno dimostrato di fare metal o rock in maniera credibile.

Ti apprezziamo da anni in tv, da quando ci presentavi la storia delle band fino ad arrivare ad oggi e allo spazio che hai creato per il made in Italy, un po’ quello che facciamo noi in rete. Cosa ne pensi della scena italiana?
La scena italiana mainstream credo sia una TRAGEDIA. Letteralmente. Gli artisti in classifica, a parte rare eccezioni, non si meritano di essere dove sono e non lo dico per invidia, ma lo dico perché credo che dopo anni di lavoro nella musica io abbia gli strumenti per poterlo asserire. La scena underground, rock, metal, alternative ma anche pop nasconde grandi talenti che fanno fatica a trovare uno spazio. E’ sempre la solita storia, ci si annoia quasi a raccontarla, ma ahimè è proprio cosi: non esistono spazi, contenitori adatti agli emergenti, almeno che non si voglia buttarsi in pasto ai pescecani dei talent show, ma quella è tutta un’altra storia.
Mi auguro, in tanti ci auguriamo, di vedere partire una controtendenza presto. Daje!

C’è qualche aneddoto particolare che vuoi raccontarci su uno dei tuoi ospiti?
Uuh..ne avrei a bizzeffe.. Per esempio quella volta che intervistando Roy Paci volevo dirgli “Sai una volta anch’io provai a suonare la tromba” ma per qualche strano motivo dalla mia bocca la frase uscì così: “Sai che una volta anch’io ho trombato?
Buahauhauhauahua. Pessima!

Cara, grazie mille. Se ti va di lasciare un saluto ai nostri lettori…
Grazie mille dello spazio davvero e grazie a chi come voi si occupa della nicchia e di chi con passione e dedizione cerca di portare avanti la propria musica.
Lunga vita al RnR!
Baci baci