“A Journey to the Underwater Moon” non è solo uno split, ma la testimonianza sincera di un incontro raro: quello tra due visioni artistiche che, pur provenendo da percorsi diversi, si fondono in un’esperienza sonora densa, ipnotica, emozionale.
Golden Heir Sun (progetto solista di Matteo Baldi) ed Euypnos (storico nome dell’underground bresciano) hanno dato vita a un racconto musicale che si muove tra ambient, noise e poesia visiva, rifiutando ogni compromesso e lasciando che siano le vibrazioni a guidare l’ascoltatore.
Li abbiamo intervistati per approfondire questo viaggio, tra improvvisazione, affinità inaspettate, scelte radicali e la voglia di creare qualcosa che resti sommerso ma vibrante, come una luna nascosta sotto l’acqua.
ASCOLTA L’ALBUM: https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nSkrpnSG_Dnvy8nfyqly68mlHzRErg7D4&si=3dEuGBzc2L7_LAMC
Come nasce la collaborazione tra Golden Heir Sun ed Euypnos?
Io ed Euypnos facciamo parte di un collettivo spontaneo di musicisti che si trovano per condividere concerti drone ambient-noise molto spesso improvvisati. Ci siamo conosciuti ad uno di questi concerti e ho deciso di chiedere ad Euypnos se gli andava di fare un po’ di musica insieme. Da mondi diversi di solito escono sempre cose interessanti, a volte non ci sono motivazioni particolari, da parte mia è stata un’intuizione che poteva esserci una buona affinità creativa, poi la voglia di mettersi in gioco ha fatto il resto. La mia intuizione poi si è rivelata vera, e quello che abbiamo fatto insieme ha superato le aspettative di entrambi.
Il titolo A Journey to the Underwater Moon è evocativo e aperto all’interpretazione. Che significato ha per voi?
Tutta la parte di poetica è stata curata da me (Matteo) assieme alla copertina, io credo che un lavoro, per quanto ostico all’orecchio possa risultare, deve avere sempre una poetica, qualcosa che guidi l’immaginazione. La Luna sott’acqua è un’immagine surreale che vuole trasmettere un senso di irraggiungibilità che spesso ci troviamo a provare in diversi momenti della vita, possono essere momenti difficili o situazioni in cui non sembra esserci nessuna soluzione, momenti di mancanza o di perdita. Noi volevamo dire che vale sempre la pena cercare una strada, e che non c’è mai un’unica via, la strada va sempre percorsa con il coraggio di non voltarsi indietro. Con questo lavoro noi abbiamo provato a raggiungerla questa Luna ma a nostro modo, con la musica.
C’è stato un concept narrativo a guidarvi o il risultato è frutto di pura improvvisazione?
La musica è un mistero, l’interazione di due musicisti in una sessione di improvvisazione è altrettanto un mistero. Ci siamo semplicemente abbandonati a questo meraviglioso mistero, quello che vogliamo raccontare è intrinseco in quello che facciamo, in realtà non era così chiaro nel momento in cui l’abbiamo creato ma con successivi ascolti abbiamo ricodificato e reinterpretato le sensazioni che abbiamo infuso nella musica. E ad un certo punto la musica, la copertina, il messaggio, ci sono sembrati coerenti, con un senso compiuto e profondo ed è lì che è nato tutto e che ci è venuta voglia di condividere questa musica in questa particolare veste sia grafica che poetica.
Le vostre due estetiche sonore sono molto diverse: com’è stato il lavoro insieme? Più alchimia o più frizione?
In effetti le due attitudini sono diverse, ma come si diceva sopra, da cose diverse nascono cose belle. Frizioni direi proprio di no, alchimie sicuramente sì, siamo entrambi musicisti con un passato importante e con esperienze differenti e abbiamo scelto un modo e anche dei suoni specifici per costruire questa identità una tantum formata dal duo. Le sessioni che avete sentito non sono le uniche che esistono, abbiamo lavorato tra di noi anche in altri momenti e quello che abbiamo pubblicato è stato quello che ci ha convinto di più a livello di intensità emotiva e di significato. Più che sorpresa è stato un percorso, una costruzione che abbiamo curato insieme. Forse l’unica vera sorpresa è esserci trovati così bene tra di noi, nessuno dei due se lo aspettava.
Cosa significa per voi fare musica “di nicchia”? Vi interessa raggiungere più persone o vi basta restare in questo spazio sotterraneo?
Quando sento questo termine “di nicchia” mi viene in mente Natalino Balasso in uno dei suoi sketch comici esilaranti dove interpretava un improbabile attore porno, con una serie infinita di doppi sensi, non me ne vogliate non siamo così seri come sembra. Non per denigrare la domanda, il punto è che noi facciamo quello che ci piace, senza compromessi, sempre. Io credo che l’arte se incanalata solamente in un obiettivo di ritorno commerciale possa perdere qualcosa di importante della sua purezza. Io credo che il rispetto verso l’ascoltatore sia dare quello che effettivamente, profondamente e onestamente a noi risuona, qualcosa che ci fa venire la pelle d’oca quando la sentiamo. Tutto il resto è secondario.
La cura artigianale delle cassette e della grafica è parte integrante del progetto. Che importanza ha per voi il supporto fisico?
La copertina è parte integrante del lavoro, ad Euypnos è piaciuta subito appena l’ha vista, e abbiamo deciso di adottarla senza nemmeno troppo discutere sulle possibilità. La tape è un’incarnazione fisica del lavoro, per noi è stato importante poterla tenere in mano anche come riprova del fatto che questa musica effettivamente esiste. Per noi l’artigianalità è importantissima anche per mantenere quella purezza e onestà artistica di cui parlavamo sopra, la collaborazione di Produzioni Rumorose poi è stata determinante in questo, siamo molto soddisfatti di com’è uscita e siamo sempre felici di collaborare con realtà DIY fatte di persone vere con una passione vera per la musica. Speriamo possa piacere anche a chi ci ascolta e che questa passione si percepisca anche attraverso il supporto fisico.
Il disco è stato autoprodotto, senza etichette, con un approccio minimale. Una scelta consapevole?
Direi che hai colto nel segno, il fine di questo lavoro era di fare qualcosa di bello e per fare questo non sono necessarie produzioni sontuose, spese folli in studi di registrazione o coinvolgimento di personaggi altisonanti solo per innalzare l’hype. Anche la scelta di non passare per nessuna etichetta è stata voluta, ci va bene che questa musica sia un po’ sommersa, senza la necessità di raggiungere per forza il maggior numero di persone possibile. Le cose belle vanno anche preservate, protette ed è anche bello che un ascoltatore scopra questa musica da solo, un po’ come un premio, una conquista. Lasciamo che sia l’ascoltatore a intraprendere il percorso per raggiungerci, siamo sott’acqua anche noi, come la nostra Luna.
Questa collaborazione sarà un episodio isolato o potrebbe esserci un seguito?
Abbiamo dei percorsi artistici diversi che si sono incrociati in questo punto, ne siamo entrambi felicissimi e ci siamo trovati meglio di quanto ci aspettassimo. Non escludo possa esserci una collaborazione futura ma per ora non abbiamo piani, ci godiamo il lavoro che abbiamo fatto con grande orgoglio e soddisfazione. Come esperienza io personalmente mi porto a casa che mettersi in gioco è la chiave per creare cose belle, adattarsi ad una persona con una visione diversa dalla mia è il modo più efficace per migliorarsi e per crescere come artista.