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Metal In Italy: 2017, cosa ci lasciamo alle spalle

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E’ stato l’anno di molte delle polemiche che si trascineranno anche nel 2018, di nuovi album sorprendenti e dei soliti fenomeni che credono di aver confezionato il disco della vita, salvo poi usare i cd invenduti come fermaporta.
L’anno degli addii, delle notizie inaspettate, dei grandi nomi che sono tornati a volersi bene in nome del dio denaro e non certo dell’amore.
L’anno in cui, semmai avessimo avuto ancora bisogno di conferme, la “crisi da concerto” ha toccato il suo apice, facendo chiudere alcuni locali storici del Belpaese, facendo ridimensionare chi già era pronto a mettere le proprie mani sul Walk Of Fame e facendo emergere chi davvero ha dato quel qualcosa in più.
A gennaio 2017 veniamo travolti dalla questione Red Devil, un pub di Rimini il cui gestore, con un’uscita infelice sui social, offre 100 euro a chiunque voglia esibirsi nel suo locale. Si scatenano varie sensibilità: ognuno ha qualcosa da ridire, specie chi si sente “offeso” dall’elemosina valutando in maniera sicuramente maggiore il proprio lavoro. O propria passione…

Eppure, quando si tratta di spodestare gli altri, c’è chi decide che ogni mezzo può essere lecito. Anche il “Play To Like”. E’ la cantante campana Ira Green a segnalarci di essere stata contattata per acquistare i like che le avrebbero (forse) fatto vincere il contest per partecipare allo Sweden Rock Festival. Una pratica che, quando è esplosa, non è suonata nuova a nessuno… L’impressione è che si vogliano tener segreti dei magheggi perché potrebbero sempre tornare utili tra quelli che evidentemente non hanno alcun tipo di talento se non quello di imbrogliare.

E’ a loro, anzi soprattutto a loro, che i Sixty Miles Ahead regalano inconsapevolmente una grande lezione di vita: a fine gennaio la band annuncia lo scioglimento. Vengono messe a nudo le condizioni di salute di Fulvio, chitarrista e fondatore dei SixtyMA e la band sancisce: “Le cose si fanno in due, in questo caso in quattro, ma pur sempre insieme. E’ il modo migliore per dire che nessuno sta sbagliando, che nessuno si deve sentire in colpa, che siamo NOI e NOI resteremo, che non ci sarà nessuno che potrà prendere quel posto”.

Quando credi fortemente in qualcosa, che sia la tua donna, il tuo uomo, il tuo cane, la tua musica, vedrai che ne riceverai solo del bene.
I Family Business ci hanno creduto: hanno creduto l’uno nell’altro e nella loro musica. Dalle cover “d’intrattenimento”, il duo è riuscito a raccogliere i soldi per registrare un disco di inediti, grazie ad una formula tanto semplice quanto efficace. Ma i veri vincitori del crowdfunding sono stati i Trick Or Treat: la loro raccolta fondi per realizzare “Re-Animated” (l’album di cover di cartoni animati) è andata oltre ogni aspettativa, permettendo alla band di aggiungere più pezzi e più ospiti. In pratica, è mancata solo la presenza di Cristina D’Avena che tra l’altro (guarda un po’ il caso) aveva annunciato anche lei l’album di duetti delle sigle dei cartoni.

Più che cartone animato, la questione “Extrema” ha rapito l’attenzione neanche fosse il finale di stagione di Game Of Thrones.
E’ l’alba del 6 maggio. La band milanese annuncia la cacciata del cantante GL Perotti. Si scatena un botta e risposta… ma a senso unico. Il solo Perotti cerca di offrire la sua visione del mondo attraverso alcune dirette Facebook, parlando però anche di alieni e dei massimi sistemi.
Iniziano i provini: Tiziano Spigno (già voce dei Lucky Bastardz) viene scelto per il nuovo corso Extrema.

Divergenze interne allontanano anche Tya e gli Antropofagus: il cantante lascia la band dopo sette anni di avventure insieme, mentre Michele Guaitoli, dopo aver trovato la sua dimensione nei Kaledon, mette in stanby i suoi Overtures. Anche qui per divergenze interne: o c’è passione o è inutile che si va avanti.

Chi ha guardato molto avanti è stata Chiara Tricarico: la cantante ha preferito continuare la sua avventura con i Teodasia, affiancando Giacomo Voli, lasciando i Temperance che nel frattempo avevano perso anche un altro elemento chiave (Giulio Capone), ma che avevano trovato la svolta di classe esibendosi in teatro. E Pastorino? E Pastorino a marzo si è inventato la “Music Challenge”, ovvero una sorta di catena social per coinvolgere i musicisti italiani, far cantar loro brani dei colleghi italiani, nominando a loro volta altri musicisti. Un modo per diffondere tra i contatti il “Metal In Italy”.

Ci hanno pensato anche i Buffalo Grillz.
O almeno credo che abbiano pensato a questo quando è stata proposta loro la data in tandem con gli Afterhours. Ad ogni modo, è stato un successo senza eguali.
Esattamente come la “svolta” artistica di Alteria, anima rock che ha smesso di cantare in inglese, ha abbracciato la lingua madre ed è entrata dritta come una spada nei cuori di chi ancora crede che la musica possa regalare tanto di buono. Specie in italiano.
Perché poi facciamo tanto gli esterofili, ma dobbiamo essere fieri di ciò che abbiamo.
I Lacuna Coil, il prossimo 19 gennaio, terranno un mega show per i loro 20 anni di carriera; hanno appena concluso il tour mondiale per la promozione di “Delirium” ed in qualsiasi parte del globo terrestre vadano, trovano sempre uno stuolo di fan urlanti.
I Fleshgod Apocalypse sono meno inflazionati dei cugini milanesi, ma hanno da poco portato a casa una serie di sold out dal tour in Sud America e si sono accaparrati la presenza fissa di uno dei migliori batteristi italiani, David Folchitto, in quanto il già ottimo Francesco Paoli, ha dovuto (ri)prendere il ruolo di cantante dopo l’addio di Tommaso Riccardi.

Nel valzer di chi è riuscito a prendersi la vetrina migliore, i complimenti vanno ai giovanissimi Anewrage e Killin’ Baudelaire, tra gli opener del 17 giugno all’ I-Days Festival, giorno in cui gli headliner sono stati i Linkin Park. Il 20 luglio scompare Chester Bennington. Due mesi prima, l’addio va a Chris Cornell. I due cantanti, molto legati (si dice che Chester non sia mai riuscito a superare la morte dell’amico Chris), diventano l’emblema di un disagio che si scopre affliggere molte più persone di quante effettivamente abbiano il coraggio di dichiararlo apertamente.
Pochi giorni prima della morte di Bennington, il bassista degli Adrenaline Mob, David Zablidowsky, perde la vita in un incidente stradale. In quella stessa circostanza resta ferito il cantante Russell Allen ed anche per lui è stato un duro colpo.

Chi avrebbe voluto altri cadaveri sono stati i “cristiani” che si sono scatenati contro Marylin Manson: dapprima hanno organizzato una sommossa popolare per non far suonare “l’anticristo” a Villafranca e poi hanno gioito alla notizia dell’incidente on stage del cantante a New York quando è stato travolto dal crollo di parte della scenografia.
Questione di fede. Questione di scelte. Come quelle che hanno portato alcune band a rinunciare alla partecipazione al Frantic Fest quando sono stati annunciati gli Impaled Nazarene come headliner.

Altri Fest hanno invece vissuto momenti decisamente migliori.
L’edizione 2017 del Frontiers Rock Festival è stata la ciliegina degli ultimi 4 anni di strati di torta costruiti con passione e dedizione, le stesse che hanno portato gli organizzatori dello Zaiet Fest a reinventarsi ex novo un festival (dopo il forfait degli annunciati Alestorm headliner), vincendo la battaglia contro il tempo e la sfortuna.
Ma la palma d’oro va all’In-Fest, la due giorni del Magnolia che ha portato il meglio della scena contemporanea hardcore e metalcore; tutto questo mentre la prima edizione del Colony Open Air veniva sotterrata dalle critiche per i continui cambi in corso d’opera, tra location e band partecipanti. Anche in questo caso la pagnotta è stata portata a casa (scusate se sono venuti i Carcass…) e le polemiche sono state rispedite al mittente.

In questo fucking 2017 abbiamo dovuto dire addio ad altre icone della musica: Malcom Young, Tom Petty e Warrell Dane solo per citare 3 grandi nomi.
Altri grandi nomi sono attesi per il 2018, vivi e vegeti: gli annunci del Firenze Rocks hanno già mandato in visibilio l’Italia intera… così come hanno riempito le tasche di chi ancora gioca sulla pelle (e passione) degli amanti della musica con il secondary ticketing.
Per i sorrisi, invece, non si pagano biglietti.
Pertanto ringraziamo Alex Giuliani, batterista degli Helligators, che ha commentato per Metal In Italy le serate del Festival di Sanremo, regalandoci momenti di pura gioia. La stessa che, speriamo, di ritrovare nel 2018. Anzi… un po’ in più.